Olivier Giroud
2 minuti per la letturaREGGIO EMILIA – Il Milan di Stefano Pioli è campione d’Italia per la 19esima volta nella sua storia. Non c’è partita in un Mapei Stadium interamente rossonero e il 3-0 finale (doppio Giroud e Kessie) è forse persino generoso nei confronti del Sassuolo rispetto a quel che si è visto in campo.
Il Milan chiude a 86 punti in classifica, a +2 dall’Inter (vittoria con la Sampdoria), in quello che è il suo miglior risultato nell’era dei tre punti a vittoria.
La partenza dei rossoneri è a razzo. Sono quattro le occasioni da gol nei primi dieci minuti di gioco. Prima con Giroud (7′) che stacca di testa da calcio piazzato e costringe Consigli al primo intervento. La più clamorosa ce l’ha Leao che sfrutta un recupero alto di Tonali per calciare a botta sicura ma Ferrari riesce a sporcare il tiro in angolo.
Al 9′ Tomori di testa da corner sfiora l’1-0, ma Maxime Lopez salva sulla linea. Poco dopo, Saelemaekers scatta in posizione regolare e si fa murare da Consigli. Al 17′ però il Milan passa in vantaggio. La rete è di Giroud, ma gran parte del merito lo hanno Krunic e Leao che rubano palla ad Ayhan in posizione offensiva. L’ex Lille si invola verso la porta e serve il francese che beffa Consigli sotto le gambe.
C’è una sola squadra in campo. Prima del duplice fischio il Milan dilaga. E le reti del 2 e 3-0 sono le fotocopie del primo. Al 32′ è Ferrari a regalare palla a Leao che passa sulla linea di fondo e scarica per il tiro vincente del solito Giroud. Al 37′ Krunic scippa palla a Maxime Lopez e trova l’accorrente Kessie che saluta il rossonero col terzo gol della giornata. Il Milan lascia le briciole ai neroverdi e al 43′ si prende gli applausi anche Maignan che nega il gol al Sassuolo sul colpo di testa di Frattesi.
Il secondo tempo è pura accademia, il pubblico torna ad infiammarsi per l’ingresso di Ibrahimovic, che va in gol ma c’è fuorigioco. Poi è countdown, fino al palo di Traore e al triplice fischio finale di un campionato che si tinge di rossonero a distanza di undici anni dall’ultima volta.
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