Cristiano Ronaldo in maglia Juventus
3 minuti per la letturaCRISTIANO Ronaldo ha detto un semplice e rafforzatissimo “grazzie”, tanto rafforzato da metterci due zeta (l’ha postato proprio così) ed è salito sul primo volo per Lisbona che neanche Ingrid Bergman nel finale romantico di “Casablanca”, il film cult, quello del “suonala ancora, Sam”, “As time goes bye”, “un bacio è ancora un bacio”. CR7 il bacio non lo ha mandato a nessuno.
Aveva già provveduto a delocalizzare da Torino la sua collezione di auto di lusso, che neanche la Regina nel garage con passo carrabile e colbacchi d’orso per i custodi di Buckingham Palace; chissà se nei suoi traslochi è anche compresa la raccolta di intimo femminile: la sua fidanzata di un tempo, la bellissima Irina Shayk, confessò di aver avuto una botta di perplessità quando, aprendo un armadio, scoprì che il il campione metteva via perizoma e tanga da lei usati e dismessi.
Il distacco dalla Juve è mesto e poco sentimentale: non era un amore, era il brivido della Champions. Per la Juve l’ossessione di vincerla, le sfugge più scivolosa di una saponetta; per CR7 vedere cosa si prova a perderla… Altrove non gli riusciva…
Poi se n’è andato, la Juve tira un respiro di sollievo e le banche pure. Torna nella “ridente” Manchester, dove fu di casa. E proprio lì va: allo United, come una volta da ragazzo, mica al City dove, dicono i “boatos” Pep Guardiola non gli avrebbe disteso tappeti rossi, che pure Massimiliano Allegri aveva arrotolato alla Continassa.
L’eterno duello con Leo Messi ha vissuto un’altra puntata, da farci una serie su Netflix: la Pulce, è il nomignolo di Messi, se n’è andato in ben altro modo dalla “sua” Barcellona (Torino non è mai stata veramente “sua” per CR7 e viceversa: tanti gol, poco sentimento, che del resto il pop-champion riserva a se stesso, il culto della personalità e il suo commercio). Ha pianto, ha pianto tanto Leo, come una romantica giovinetta all’ultima stazione di un amore. Si è consolato subito, a dire il vero: asciugate le lacrime, sorrideva felice. Parigi val bene un Messi, pensiero di antichi re e di moderni sceicchi e calciatori. Sono le due storie dell’estate del calcio, quella che doveva essere di un mercatino della domenica, abiti in esubero, vecchie croste e bancarelle cinesi. E invece è la Borsa di Wall Street per CR7 e Messi; le italiane e le spagnole perdono i capolavori (ma occhio: Mbappè potrebbe fare la via contraria, da Parigi a Madrid, sgravi fiscali permettendo, perché anche nel calcio l’Europa è una babele di regimi e un buon commercialista sa come navigare sicuro).
Perché in questo campionato appena cominciato non ci sono solo Cristiano e Leo, il freddo Cristiano che vive in crioterapia, il tenero Leo che “chiagne e fotte”, come dicono a Napoli. C’è anche Lukaku, il gigante buono, che cambia maglia come i farfalloni cambiano moglie e ogni volta ha amato sempre e solo quella del momento, la sognava da bambino; c’è anche Gigio, il nostro Donnarumma, passato dal Pirellone alla Torre Eyffel (beh, vuoi mettere…); c’è l’Inter che s’è comprata Dzeko e Correa, piedi da gol di Roma e Lazio, tranquilli: i giallorossi hanno un profeta nuovo, Abraham, i biancocelesti si tengono Immobile che non sta mai fermo.
Sembrava un mercato solo da “nouveaux philosophes”: Mourinho e Sarri, Inzaghino e Spalletti, Allegri, cinque delle Sette Sorelle con un guru in panchina. La panchina più importante dell’area di rigore. E invece ecco i calciatori riprendere la scena. Salvo poi, in un prossimo futuro, diventare esuberi. E i procuratori si procurano consistenti bonifici. E poi la solita solfa: lo Stato deve aiutarci… I tifosi (“tiffosi” ha scritto il solito CR7) quasi non ci si raccapezzano più e, sulla rete, vanno dall’hater che si sfoga, come quello di Manchester che, essendo pro United, augurava a CR7 il peggiore dei mali quando si parlava del City, al creativo ironico (quanti ce n’è nel web) che, all’insegna del “Cristiano saluta la Juve” ha messo un’immagine del Cristiano autostoppista: solo che non è Ronaldo, è Malgioglio.
D’altra parte per la Juve CR7 è stato come il famoso gelato al cioccolato. Dolce un po’ salato…
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