Sofia Goggia
2 minuti per la letturaMILANO – A pezzi ma obbligata a guardare avanti, per rialzarsi ancora una volta. Il giorno dopo la sfortunata caduta di Garmisch e la frattura del piatto tibiale del ginocchio destro che le costerà gli attesi Mondiali di Cortina, Sofia Goggia è ancora provata.
Per la 28enne finanziera bergamasca, che meno di dieci giorni fa centrava una doppietta in discesa a Crans Montana (LEGGI) dimostrando di essere in grande forma per l’appuntamento iridato, è stata una mazzata.
«Dopo trenta ore credo di avere finito le lacrime – le parole che affida ai suoi profili social – ma il tremendo dolore, misto all’enorme dispiacere, rimane dentro di me forte, fortissimo, assieme a un cuore che continua a dimenarsi, urlando e gridando tacitamente. Sono le urla e quella sensazione di impotenza a bordo pista quando ho capito che la stagione era finita, è lo sguardo del mio skiman che riuscivo a sostenere sentendomi in colpa per il sogno spezzato ma è anche l’amore delle mie compagne quando mi hanno circondata in un abbraccio di gruppo tutte insieme nella reception dell’hotel prima che tornassi in Italia: prendo tutto e lo porto con me. Le cose vanno come devono andare per destino, coincidenze e scelte. Voglio pensare che nulla, nulla accada mai per caso e che tutto contribuisca al compimento del disegno di ognuno di noi: è sempre stato così, e lo sarà ancora».
Il rammarico di non poter essere a Cortina è forte. «Mi sento a pezzi – confessa la campionessa olimpica di discesa – Ma ora quella specula altro non fa che ricordarmi che è solo guardando in là, alzando lo sguardo, focalizzando le cose oltre la nostra visuale che si può vivere, e per quanto io sia lontana fisicamente da quello che può inquadrare quell’obiettivo – il riferimento all’immagine postata, che la vede alle prese con un telescopio – cerco di metterlo a fuoco e di inseguirlo. Per ripartire. Per continuare imperterrita nel percorso. Per andare avanti. Perchè bisogna farlo. Usque ad finem. Ci vuole coraggio, e ora è necessario metterlo in campo».
In collaborazione con Italpress
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