La camera ardente di Monica Vitti
2 minuti per la letturaROMA (ITALPRESS) – Mazzi di mimose e rose gialle, il suo colore preferito, e alle spalle del feretro lo stendardo della squadra del cuore, la SS Lazio. Dalle 10 di questa mattina, quando è stata aperta la camera ardente, il flusso di persone alla Sala della Protomoteca in Campidoglio per dare un ultimo saluto a Monica Vitti non si è interrotto.
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Arrivano con piccoli mazzi di fiori, in gruppi o alla spicciolata, donne e uomini di ogni età per rendere omaggio all’attrice che con i suoi tanti volti ha accompagnato la vita di tantissimi italiani. Tra i primi ad arrivare, oltre al sindaco Gualtieri che ha accolto il feretro in Campidoglio, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti che ha omaggiato l’artista con una corona di fiori deposta accanto a quella del Comune.
«Oggi è un giorno triste, è il giorno dove prendere atto che Monica Vitti non è poi tra noi», ha dichiarato Zingaretti. “Si avverte la sua assenza. Era un pezzetto di ciò che siamo stati fino a oggi, era una di noi”, ha aggiunto ricordandola come “una donna che, con i suoi sorrisi e la sua bravura, era presente comunque, anche se era fuori dalle scene da tanto tempo. Sapere che non c’è più è davvero la tristezza più profonda”.
“E” stata una delle grandissimi attrici del cinema italiano e una donna impegnata anche sul piano civico e politico: una figura grandissima, infatti la città la piange e la ricorda. Riusciva a interpretare ruoli di ogni tipo. Era romana, romanissima. Un grandissimo orgoglio”, ha ricordato il sindaco Gualtieri aggiungendo che presto verrà intitolato a Monica Vitti un luogo della città.
Ad abbracciare la famiglia in questo momento di dolore anche Walter Veltroni visibilmente commosso e le colleghe e amiche di una vita, Marisa Laurito e Dacia Maraini che ne hanno ricordato la grande vitalità che rende quasi incredibile che sia morta e la risata coinvolgente.
Un video alterna le sue foto e un ‘grazie Monicà con un sottofondo musicale di violini. Ai piedi della bara un mazzo di fiori raccolti dalla scritta “ma ‘ndo vai?”, domanda che sembrano rivolgerle i tanti ammiratori così increduli nel dirle addio.
In collaborazione con Italpress
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