Lina Wertmuller
3 minuti per la letturaÈ morta, all’età di 93 anni, Lina Wertmuller, regista, di origine lucana, genio indiscusso del cinema italiano e autrice di successi cinematografici che hanno lasciato il segno nella storia della commedia italiana.
Nata a Roma nel 1928 da Federico Wertmuller, avvocato lucano di Palazzo San Gervasio in provincia di Potenza, e da Maria Santamaria-Maurizio, esordisce sul grande schermo come segretaria di edizione in “…e Napoli canta!” di Armando Grottini (del 1953) e più avanti inizia il percorso dietro la macchina da presa facendo da aiuto regista a Federico Fellini nelle pellicole “La dolce vita” (1960) e “8 1/2” (1963).
Ma il suo esordio come regista avviene nel 1963 con “I basilischi“, amara e grottesca narrazione della vita di alcuni poveri amici del sud Italia. Nel 1968, celata sotto lo pseudonimo Nathan Witch, dirige un western all’italiana, Il mio corpo per un poker con Elsa Martinelli.
Nella seconda metà degli anni sessanta inizia la sua collaborazione con l’attore Giancarlo Giannini, che è presente nei suoi grandi successi da Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972) a Film d’amore e d’anarchia – Ovvero “Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza…” (1973), Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974), Pasqualino Settebellezze (1976) (che le valse la candidatura all’Oscar come miglior regista oltre che miglior film straniero, migliore sceneggiatura e, per Giancarlo Giannini, miglior attore protagonista), La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia (1978) e Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici (1978).
Pur non avendo vinto nel ’77 l’Oscar (nel 2020 le fu assegnato il premio Oscar alla Carriera) Lina Wertmùller è la prima donna a essere candidata alla vittoria della statuetta come miglior regista; dopo di lei ci riusciranno solo Jane Campion, Sofia Coppola, Kathryn Bigelow, Emerald Fennell e Chloè Zhao, rispettivamente nel 1994, 2004, 2010 e 2021 ossia decenni dopo la candidatura della Wertmuller.
Nel 1983 dirige Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da strada, un film sul tema del terrorismo visto con uno sguardo leggero ma coraggioso. Nel 1986 si cimenta nel teatro lirico con la regia della Carmen di Georges Bizet, che inaugura la stagione lirica 1986-87 del Teatro di San Carlo di Napoli, ripresa in diretta su Rai 1.
Dopo la ricostruzione storica di Ferdinando e Carolina del 1999, la Wertmùller torna dietro la macchina da presa con la serie televisiva Francesca e Nunziata del 2001 con Sophia Loren e Claudia Gerini, e il film Peperoni ripieni e pesci in faccia del 2004 sempre con la Loren protagonista.
IL CORDOGLIO DEL PRESIDENTE DELLA BASILICATA VITO BARDI
«I lucani piangono la scomparsa di Lina Wertmuller, la grande regista che ha raccontato con graffiante ironia l’Italia e gli italiani, le loro miserie e la loro grandezza».
Il presidente della Regione Basilicata ricorda così Lina Wertmuller aggiungendo come «con i suoi film ci ha accompagnato in tutti questi anni e ci hai fatto emozionare. Il suo sguardo è stato sempre volto a scoprire i sentimenti umani. Mi piace pensare che quel suo carattere forte e travolgente, che le ha permesso di affermarsi e di raggiungere traguardi così importanti, sia almeno un po’ anche il frutto delle sue origini lucane, della fierezza di questa terra e in particolare di Palazzo San Gervasio, che ha dato i natali a suo padre e che ha raccontato tanti anni fa nel film ‘I basilischi’».
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