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La situazione nelle scuole ormai prossime al rientro rischia di diventare ingestibile, almeno questo è quello che pensano i presidi italiani che, in 1.500, hanno preso carta e penna ed hanno scritto al presidente del Consiglio Mario Draghi e al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi per chiedere di riprendere le lezioni con 15 giorni di didattica a distanza.

«Una programmata e provvisoria sospensione delle lezioni in presenza – scrivono – (con l’attivazione di lezioni a distanza) per due settimane è sicuramente preferibile ad una situazione ingestibile che provocherà con certezza frammentazione, interruzione delle lezioni e scarsa efficacia formativa».

L’iniziativa, indirizzata anche i presidenti delle Regioni, è stata inizialmente promossa da una ventina di presidi ma ha rapidamente raggiunto oltre 1.500 adesioni di dirigenti scolastici di tutta Italia.

«Ho lanciato la proposta di dare la possibilità alle famiglie di mettersi in pari con le vaccinazioni ai ragazzi, con 2-3 settimane di Dad», ma anche «di garantire le mascherine Ffp2 a tutti» e «di effettuare, fino al primo febbraio, una massiccia campagna di testing per verificare se il sistema riesce a praticare i tamponi: ho il sospetto che la tempistica dei test e del tracciamento non sia migliorata rispetto al passato e c’è il rischio che la scuola abbia notizia dei risultati dei tamponi effettuati solo diversi giorni dopo». 

Questa la tesi del presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp) Antonello Giannelli espressa a Sky Tg24. «Adesso – ha aggiunto – è passato il principio per cui gli alunni di medie e superiori non vaccinati resteranno a casa da un certo numero di contagi in su. Non è una misura che mi piace, si poteva introdurre con gradualità, per esempio cominciare così dal primo febbraio, dando a tutti il tempo per vaccinarsi: per questo nel frattempo avevamo proposto la Dad»

Intanto nelle Università si concede l’uso della Dad per le prove d’esame 

Intanto il ministero dell’Università e della Ricerca ha inviato a tutti gli atenei una nota in merito allo svolgimento delle prossime prove, sedute di laurea ed esami. Il ministero ha previsto che, in via del tutto eccezionale e laddove non sia possibile garantire la presenza, le università potranno prevedere lo svolgimento con modalità a distanza delle prove, delle sedute di laurea e degli esami di profitto programmati per la sessione di gennaio e di febbraio, garantendo il rispetto delle specifiche esigenze formative degli studenti con disabilità e degli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento. 

«Tutto questo sarà possibile – spiega il ministero guidato da Cristina Messa – come già avvenuto in occasione di altri picchi di contagio, utilizzando apposite procedure e tecnologie, che garantiscano l’identificazione del candidato, la qualità ed equità della prova e la corretta verbalizzazione del voto finale. Il ministero ricorda, inoltre, che il Consiglio dei Ministri riunito ieri ha deliberato l’estensione dell’obbligo vaccinale, senza limiti di età, a tutto il personale che lavora nelle università e nelle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica. Per gli studenti, invece, continua a valere il precedente obbligo di green pass».   


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