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Cioè, fateci capire, la riscossa del Pd ora parte da Ezio Greggio? C’è qualcosa di profondamente etico nel fatto che Greggio, classe ’54, padano di Cossato nel profondo Piemonte, abbia rifiutato la cittadinanza onoraria di Biella dopo che Biella l’aveva rifiutata alla senatrice Liliana Segre. E c’è qualcosa di profondamente bizzarro nel fatto che il Pd si levi in quadrata falange a sostegno proprio di Greggio, un tempo considerato il comico più berlusconiano di sempre. Questo per dire gli arabeschi della politica.
La cronaca è nota. Da Biella il sindaco leghista Claudio Corradino e la sua pregiata giunta avevano deciso di conferire la cittadinanza onoraria a Greggio «per la popolarità televisiva come conduttore, giornalista, attore e regista; per il suo costante impegno con l’associazione dedicata ai bambini prematuri; per aver contribuito a diffondere in Italia e nel mondo il nome di Biella».
E Greggio l’aveva rifiutata per il «mio rispetto nei confronti della senatrice Liliana Segre, per tutto ciò che rappresenta, per la storia, i ricordi e il valore della memoria» ;e soprattutto perché il padre di Ezio, Nereo, era un giunco d’acciaio scampato ai nazisti dopo essere stato internato in un lager tedesco per tre anni dato il rifiuto di tornare in patria a combattere i partigiani. I concetti di persecuzione, di antisemitismo e di orrore sociale sono ben noti alla famiglia Greggio. Ezio – non so quanto ciò sia del tutto naturale o artefatto – è uno che crede nell’idea di gentilezza civica e, in fondo, nell’intima bontà dell’uomo nel senso intesa da Anna Frank. Quando lo conobbi, un quarto di secolo fa, ero un giovane cronista dell’Arena di Verona; Greggio, già allora, raccoglieva fondi per procurare macchinari agli ospedali pediatrici di mezz’ Italia. Mi permisi di dubitare di questo suo affanno umanitario; e lui mi descrisse, in una cortese missiva personale, il perché altruismo, rispetto e buona educazione dovessero essere il baricentro della gente che conta. Era già miliardario, e la sua conduzione di Striscia la notizia veniva equiparata, talora a quella del mitico Johnny Carson negli States.
Certo, come il suo mentore Antonio Ricci, Greggio è un carognone di talento, con una buona dose di vendicatività e un eccesso di sindrome di Robin Hood. E poi c’è stata quella faccenduola del patteggiamento nel 2014 con l’Agenzia delle Entrate per questione di tasse evase (Ezio ha la residenza a Montecarlo) che gli ha creato rovelli di una certa rilevanza. Eppure, questo gesto – vero, falso, spontaneo o opportunistico che sia – è un esempio d’umanità che fa impallidire la bizzarra narrazione verdepadana contro Liliana Segre. Che sarà pure manipolata dalla sinistra (?), ma è l’emblema vivente di un dogma civico: l’antisemitismo è sempre un valore non negoziabile, vale per Forza Nuova e per l’Anpi che a Milano sosteneva i fischi degli anarchici contro la brigata ebraica. Che questa lezione ci arrivi da un comico fa un po’ sorridere…
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