Il presidente Vito Bardi
3 minuti per la lettura«IN paesi di 5mila abitanti determinati esercizi commerciali non c’è motivo che stiano chiusi. Mi riferisco al negozio che vende scarpe o abbigliamento al dettaglio. Adottando tutte le misure di distanziamento, mascherine e dispositivi di sicurezza possono benissimo riaprire perché non comportano rischi. Soprattutto in un territorio che da giorni presenta zero contagi».
Ne è convinto il presidente della giunta regionale lucana Vito Bardi, alla vigilia del fine settimana che porterà il Paese, e la sua Basilicata, nella fase 2 immaginata dal governo. Dopo la quarantena dell’ultimo mese e mezzo.
Governatore, pare esserci una voglia di ripartenza soprattutto nelle regioni del Sud dove i contagi sono inferiori. E’ così anche nella sua regione?
«Con altri governatori di centrodestra abbiamo presentato un documento al governo perché riveda la sua posizione sulle competenze delle regioni concedendo loro la possibilità di emettere non solo ordinanze ulteriormente restrittive ma anche estensive, considerato il quadro epidemiologico e la conoscenza del territorio. Non vogliamo contrapporci al governo, ma soltanto trovare un modo per far ripartire attività che è vero che non sono essenziali in senso stretto ma fanno mangiare le famiglie di chi ci lavora».
Quindi la decisione della sua omologa calabrese Jole Santelli di riaprire bar e ristoranti?
«Santelli è tra i firmatari del documento che abbiamo presentato. La situazione in Calabria non la conosco, ma credo che sia un po’ diversa rispetto alle altre regioni. Ritengo, tuttavia, che non bisogna abbassare la guardia, nonostante ci sia una situazione favorevole anche in Basilicata. E’ giusto attenersi a quelle che sono le disposizioni soprattutto di un comitato scientifico, che fa intravedere un aumento del picco verso la fine del mese di giugno. Dobbiamo essere sicuri che la popolazione si abitui piano piano a queste nuove esigenze».
Come valuta la protesta dei commercianti che stanno restituendo le chiavi dei loro esercizi?
«Qui in Basilicata stiamo affrontando una reazione da parte dei balneari, ma credo che sia una situazione che risolveremo perché è un problema di legislazione. La stagione ormai è alle porte e se il turismo potrà riprendere dovrà avere una corsia preferenziale. Va tutelato. Specialmente in una regione dove costituisce un elemento fondamentale».
Pensa a tamponi obbligatori anche per i turisti come quelli che prevede l’ordinanza che ha firmato mercoledì per chi arriverà in Basilicata da lunedì?
«Non sono tamponi obbligatori. Abbiamo approvato un provvedimento che serve, intanto, a stimolare chi arriva a dichiararsi. Perchè è prevista, sì, una quarantena obbligatoria. Ma soltanto per chi dichiara il suo arrivo spontaneamente. Chi arriverà andrà in quarantena e quel giorno gli si chiederà se ha intenzione di fare il tampone, perché è una tutela per lui e per i familiari, i parenti, gli amici. In caso di negatività la quarantena termina ed è libero. Abbiamo pensato soprattutto a studenti e residenti che vogliono tornare a casa».
Ha idea dei danni economici provocati dalla pandemia in una regione come la sua?
«Stiamo ancora verificando ma sono tanti. Sono stati fatti provvedimenti tampone e ora è necessario che lo Stato intervenga. Soprattutto sui trasporti. Se le corse vanno raddoppiate, triplicate per garantire il distanziamento all’interno dei mezzi servirà sicuramente un esborso da parte dello Stato. Altrimenti le aziende rischiano di fallire».
Che giudizio dà sull’operato del governo e delle regioni del Nord che in queste settimane è stato più volte in discussione?
«C’è piena convergenza tra regioni e governo, e stiamo lavorando veramente in armonia, anche perché si è deciso di non far emergere i colore politici. Bisogna lavorare per un unico fine che è quello di combattere questa pandemia. I confronti continui che abbiamo col governo servono a stemperare un clima che deve essere sereno. E’ vero che emergono discussioni ma alla fine si rema tutti nella stessa direzione».
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