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Mentre il governo è in fibrillazione per un “caso” che rischia di inficiarne l’immagine, la ministra lavora come se nulla fosse: Santanchè non si dimette, braccio di ferro con Meloni. Per sostituirla, in pole position c’è Lucio Malan


Per tutto il giorno le dimissioni di Daniela Santanchè sono date per imminenti. Ci sarebbe già una rosa di nomi per sostituirla. Dal più quotato Lucio Malan, capogruppo al Senato di Fratelli d’Italia con un passato forzista, a Gianluca Caramanna, deputato e oggi consigliere della ministra del Turismo, a Manlio Messina, vicecapogruppo alla Camera, fino a Marina Chiarelli, assessore in Piemonte.

LE TENSIONI NEL GOVERNO

Giorgia Meloni ha fretta di chiudere l’affaire, ma si ritrova davanti la resistenza della ministra. La mediazione di Ignazio La Russa, presidente del Senato e grande amico di Santanchè, non avrebbe avvicinato le parti. Al contempo Meloni non può più permettersi di avere sul tavolo il dossier Santanchè.
È vero, l’inquilina di Palazzo Chigi resta garantista, come è altresì vero che un processo non è una condanna, ma l’immagine del governo non può assolutamente essere inficiata da una resistenza a oltranza da parte della titolare del dicastero del Turismo.Ragion per cui, fin dal mattino, fra Montecitorio e Palazzo Chigi risuona lo stesso messaggio: «Giorgia potrebbe sostituire Daniela nella giornata odierna».

Giorgia versus Daniela: è questo il titolo di giornata. Il clima dentro i gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia viene descritto come «rovente» perché «siamo a Eva contro Eva». Racconta una fonte qualificata dentro Fratelli d’Italia: «Fin quando non si chiariranno, tutto resterà sospeso e tutto questo non aiuta». Difficile che la questione rientri nel giro di poche ore.
Anche perché l’interessata continua a lavorare come nulla fosse. Al mattino commenta i dati provvisori Istat analizzati dall’Osservatorio nazionale del turismo che, dichiara in una nota, «rivelano un notevole incremento del turismo che registra un +11,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo aumento si concretizza in 17,5 milioni di presenze, il che consolida il ruolo del settore turistico come il più dinamico tra i servizi e come un fattore cruciale per l’aumento del reddito della Nazione».

Un risultato, insiste la ministra del Turismo, che «dimostra l’ottima salute del comparto, anche durante periodi non convenzionali, e mette in luce una tendenza significativa verso la destagionalizzazione dei flussi, che rappresenta uno degli obiettivi primari del Piano Strategico del Turismo. Inoltre, l’andamento generale del 2024, da gennaio a novembre, si mantiene sui livelli record del 2023, mostrando perfino lievi segnali di miglioramento».

Sempre nel corso della giornata lo staff della ministra fa sapere che la titolare del dicastero del Turismo ha incontrato il team di Oracle Corporation con l’obiettivo di rafforzare il dialogo e la strategia in tema di innovazione nel settore turistico italiano. E che a seguire la ministra è stata protagonista di un’intervista con Usa Today per uno speciale sull’Italia, con focus sui risultati, le potenzialità e il futuro del nostro turismo. Come dire, qualora non si fosse compreso, che la ministra non intende farsi da parte. Resistere è il corollario della titolare del Turismo.
Alle tre del pomeriggio i due capigruppo di Fratelli d’Italia, Lucio Malan e Galeazzo Bignami, varcano l’ingresso di Palazzo Chigi per prendere parte a un vertice di maggioranza. Filtra da subito che Meloni li voglia aggiornare sul dossier Santanchè.

TAJANI NEGA

La sostituzione sembra imminente. Malan è il predestinato. Tutto risolto? Non si direbbe? Alla riunione prendono parte anche i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani. Quest’ultimo negherà tutto ai cronisti: «Non abbiamo parlato della Santanchè. Noi siamo garantisti: finché una persona non è condannata in via definitiva è innocente, lo prevede la nostra Costituzione».
Ma non c’è stato un vertice straordinario proprio per risolvere il caso? Tajani dissimula: «Non è che i vertici siano fatti straordinari, abbiamo tutti l’ufficio a Palazzo Chigi, sia io che Salvini oltre alla premier, facciamo spesso il punto della situazione». Il pomeriggio scivola via: non c’è alcun faccia a faccia fra Meloni e Santanchè, né tantomeno quest’ultima sembra aver cambiato idea. Resterà forse in sella per altre 24 ore. Si domandano in Transatlantico in serata: «Ma quanto potrà durare questa resistenza?».


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