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Ufficialmente il rinvio della composizione della Commissione Ue è stato attribuito a un ritardo della Slovenia, in realtà il tutto è legato alla vicepresidenza promessa a Fitto


Tutto rinviato. La presentazione della Commissione Ue slitta di una settimana. Era attesa per ieri mattina alla conferenza dei presidenti dei gruppi politici al Parlamento europeo. Ma è stata posticipata a martedì prossimo a Strasburgo, dove si tiene la plenaria. Ufficialmente tutto è legato alla nuova commissaria designata dalla Slovenia, l’ex diplomatica Marta Kos, che ha sostituito il candidato indicato in precedenza. Fonti dell’Esecutivo di Bruxelles hanno motivato il ritardo dicendo che «il governo sloveno ha informato la Commissione che venerdì il Parlamento sloveno esprimerà il suo parere sul candidato proposto per la carica di commissario e solo dopo questo passaggio la nomina del candidato sarà completa e ufficiale».

IL FRONTE ANTI-FITTO PER LA COMPOSIZIONE DELLA COMMISSIONE UE

In realtà c’è altro. E quest’altro rimanda proprio al nome indicato dall’Italia: Raffaele Fitto, l’ex democristiano, oggi di Fratelli d’Italia, a cui sarebbe stata promessa la vicepresidenza esecutiva della commissione Ue. I primi a sollevare il problema sono stati i liberali. Ieri anche i socialisti hanno posto il problema: «Ignorare il processo degli Spitzenkandidaten, indebolire l’equilibrio di genere nel collegio, collocare un commissario per l’occupazione il cui impegno nei confronti dei diritti sociali è, nella migliore delle ipotesi, discutibile, portare proattivamente l’Ecr nel cuore della Commissione: questa sarebbe la ricetta per perdere il sostegno progressista» ha detto la capogruppo Iratxe Garcìa Perez.

«Ciò che viene riportato sulla composizione della prossima Commissione europea rischia di andare oltre l’intesa che avevamo con la presidente von der Leyen. Come famiglia socialista europea, è tempo di lanciare un chiaro avvertimento sul prossimo mandato della Commissione» ha confermato il presidente del Pse, Stefan Lofven. E ha aggiunto: «Il nostro sostegno non è mai stato un assegno in bianco. Siamo sempre stati chiari sul fatto che la prossima Commissione deve soddisfare le nostre aspettative, sia in termini di politica che di principio. La presidente della Commissione deve garantire che il Collegio sia pronto a onorare pienamente le linee guida politiche che abbiamo sostenuto».

Il ritardo e la tensione rimandano al ruolo che dovrà rivestire il meloniano Fitto. E dunque si torna al punto di partenza: perché i socialisti dovrebbero votare una Commissione che sarà composta anche da chi non ha votato von der Leyen?

PD E CENTRODESTRA

In questo contesto, fonti del Pd fanno sapere che «Fitto sarà valutato in Europa senza alcun pregiudizio. Ma è necessario che dia segnali ampiamente europeisti nella sua presentazione». Il Pd, inoltre, conferma che «non è stata la delegazione italiana a porre il problema Fitto» alla riunione di gruppo dei Socialisti Ue.

Ora il centrodestra si aspetta che la questione rientri. Esce in batteria, a sostegno del ministro Fitto, una serie di dirigenti di peso, tra cui Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, che ha partecipato lunedì al vertice del centrodestra: «Il ministro Fitto è stato scelto dal governo a rappresentare l’Italia nella Commissione europea: una persona di grande qualità, autorevole, stimato in Europa anche oltre il perimetro del centrodestra, con l’esperienza e le competenze necessarie per svolgere al meglio il ruolo cui è stato designato. Ci auguriamo, quindi, che le opposizioni dimostrino responsabilità e sostengano la sua candidatura in Europa, come il centrodestra fece a suo tempo con Paolo Gentiloni. In caso contrario, sarebbe un voto non contro Fitto o contro il governo Meloni, ma contro l’Italia».

Arriva poi Letizia Moratti, eurodeputata di Forza Italia, fare il tifo per Fitto: «Un nome che rispecchia le competenze che vengono richieste a un commissario. Ha una grandissima esperienza a livello europeo e sui dossier che verranno discussi in Europa. L’Italia è uno dei Paesi fondatori e la seconda manifattura europea. Quindi ci aspettiamo che il nome indicato sia preso in considerazione per le giuste deleghe e la vicepresidenza esecutiva».

IL NODO MANOVRA

Sullo sfondo restano le questioni interne al centrodestra. Prima di tutto la manovra di Bilancio. Ieri una delegazione di Forza Italia ha incontrato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ribadendo le priorità per gli azzurri: «La priorità di Forza Italia – si dice – è da sempre il sostegno alla crescita economica con un’attenzione al sistema sociale. In questo senso, lavoriamo per la conferma del taglio del cuneo fiscale, dell’Irpef e la detassazione dei benefit aziendali e per proseguire il percorso di incremento delle pensioni minime. Nella discussione è stato affrontato anche il tema del costo dell’energia e della competitività delle nostre imprese. Riteniamo inoltre importante continuare a intervenire sulla riduzione dell’Irpef, con particolare riguardo alla classe media, ed estendere le tutele del lavoro femminile anche alle lavoratrici autonome».

Richieste che se la dovranno vedere con le criticità di bilancio e con i desiderata degli alleati di governo. Senza dimenticare il dibattito interno per la selezione del candidato in Liguria come successore di Giovanni Toti. Insomma. lo scontro è appena iniziato.


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