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IL CENTRO di Milano è blindato: due manifestazioni contro, un chilometro le divide, nel giorno della festa delle forze armate; una piazza è per Israele e per l’Occidente, voluta da Matteo Salvini; l’altro è per la Palestina. Prima che inizi tutto il sindaco di Milano, Beppe Sala, si dice «preoccupato». La questura è allertata. Si teme il peggio. La piazza del sindaco leghista si dice aperta a tutte le religioni. Obiettivo «è ribadire i valori dell’Occidente e condannare l’antisemitismo» nel segno di Oriana Fallaci. L’altro corteo manifesta per chiedere di fermare immediatamente con un cessate il fuoco la guerra nella striscia di Gaza. È un corteo, quest’ultimo, che parte da Piazza Oberdan e che è contro tutte le guerre. Tantissime le bandiere della Palestina, anche quelle della pace e di alcuni partiti della sinistra. Il motto è: «Restiamo uniti». Ed è su queste note che si scontrano ma solo verbalmente le due piazze.

Sempre a Milano, un chilometro più in là, la manifestazione pro Israele, “Per la difesa dell’Occidente e delle libertà” organizzata dalla Lega, con Salvini che si presenta così: «Su la testa Palestina, fuori Hamas dalla Palestina e dai contesti occidentali e guai a chi finanzia il terrorismo, anche in Italia». E ancora, sempre il Capitano leghista: «Mi fanno schifo quelli che finanziano i seminatori di odio, di sangue, di violenza a Strasburgo e a Bruxelles e poi si stupiscono se qualche, non matto, criminale uccide un criminale in Francia o due svedesi a Bruxelles. Il terrorismo islamico è la piaga di questo secolo». Il leader della Lega scandisce che «questa è una piazza che reclama libertà di pensiero e parola. La cosa che più mi ha colpito in negativo quando abbiamo convocato questa manifestazione sono state le decine di articoli che dicevano di non farla e di stare a casa perché è pericoloso. Voi siete la dimostrazione fisica che noi non abbiamo paura. E la paura è il primo risultato che portano a casa i terroristi».

Subito dopo, la lettura di un messaggio dell’ambasciatore israeliano Alon Bar, seguita dagli interventi, tra gli altri, del ministro Giuseppe Valditara, del governatore Massimiliano Fedriga. Non ci sono gli altri partiti della coalizione che non avrebbero gradito l’iniziativa del vicepremier leghista.

Dall’altra parte fra i primi ad arrivare al corteo pro Palestina c’è Onorio Rosati, consigliere regionale di Alleanza Verdi Sinistra. «Sono in piazza – spiega – per i diritti del popolo palestinese, causa per la quale mi batto senza il timore di essere accusato di essere pro Hamas, perché Hamas è arrivato molto tempo dopo il mio impegno a sostenere il diritto dei palestinesi ad avere una loro terra». Eppure tra gli striscioni e i cartelli esposti ne compare uno a favore di Hamas. «Con Hamas le Brigate Ezzedin al-Qassam e il popolo palestinese – si legge -, per la liberazione della Palestina». E sempre da quelle parti più volte nel corso del corteo viene menzionato anche «il fascista Salvini». Che a sua volta non perde tempo per rispondere dalla piazza leghista. «Gli ultimi fascisti rimasti sono quelli che stanno sfilando per Milano e che odiano Israele, nostalgici dell’odio e della paura».

Nel tardo pomeriggio i due eventi si concludono. Si parla di un migliaio di manifestanti con Salvini e di quattro mila per i palestinesi. E fortunatamente non si registrano momenti di tensione.


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