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A poco più di 1 mese e mezzo dall’apertura della Porta Santa, Roma è devastata da cantieri che non chiuderanno in tempo per il Giubileo


Non ho mai condiviso ed apprezzato coloro che sono soliti ripetere la frase “io lo avevo detto”. Non ho mai condiviso simili atteggiamenti perché è facile denunciare errori o fallimenti programmatici quando questi sono sin dall’inizio abbondantemente destinati a trasformarsi in un misurabile fallimento. A maggior ragione mi dispiace inveire su scelte programmatiche che non attuate producono danni davvero rilevanti per l’intero assetto socio economico di realtà urbane determinanti per la economia dell’intero Paese. Mi riferisco, in particolare al vero e misurabile fallimento programmatico delle opere previste per il Giubileo del 2025.

L’ELENCO UTOPICO DELLE OPERE ANNUNCIATE PER IL GIUBILEO

Due anni fa nel mese di ottobre, in una delle prime riunioni presso la Presidenza del Consiglio alla presenza di Monsignor Rino Fisichella (pro-prefetto del Dicastero per l’evangelizzazione e responsabile dei programmi dell’evento Giubileo), sulla base dei programmi annunciati dal Sindaco Roberto Gualtieri eletto nel 2021 (cioè un anno prima di tale incontro), ebbi modo di precisare, in modo dettagliato e capillare, che l’elenco delle opere annunciate era puramente utopico e che degli interventi stimati pari a circa 4,3 miliardi di euro forse sarebbe stato possibile portare a compimento per la data del 24 dicembre 2024 solo alcune opere (forse tre o quattro) per un valore globale non superiore ai 375 milioni di euro.

IL NODO STRATEGICO DI PIAZZA PIA

La mia era una analisi banale basata essenzialmente sullo stato di progettazione delle varie opere e sulle previsioni temporali legate all’ottenimento dei singoli processi autorizzativi. Ebbi modo anche di precisare che condividevo pienamente la proposta avanzata da rappresentanti, nel gruppo preposto all’avanzamento ed alla gestione del programma giubilare, delle Ferrovie dello Stato, di coinvolgere, con la massima urgenza, l’ANAS. Infatti tra le varie opere sicuramente rivestiva una funzione particolarmente critica quella relativa alla riqualificazione e pedonalizzazione di Piazza Pia. Un nodo strategico situato tra Castel Sant’Angelo e Via della Conciliazione. Fortunatamente tale intervento, il cui costo solo del tunnel era pari a 85 milioni di euro, è assegnato all’ANAS. Ho detto fortunatamente perché sono sicuro che sarà possibile disporre di tale intervento per la fine di questo anno grazie proprio all’apprezzabile azione dell’ANAS.

LO SFOGO DI MONSIGNOR FISICHELLA

Ora, per capire la distanza tra ciò che due anni fa fu annunciato e ciò che è, invece, sia il reale stato dell’arte penso sia utile leggere lo sfogo di Monsignor Fisichella lanciato pochi mesi fa nei confronti dell’Amministrazione della Capitale.
In audizione alle Commissioni Giubileo e Turismo l’alto prelato ha denunciato, formalmente, ritardi nell’avanzamento dei lavori giubilari e condizioni in cui versa la città. «Basta chiacchiere, bisogna agire», ha premesso l’alto prelato. Ed ha denunciato anche l’allarme per lo stato d’avanzamento dei lavori in vista del Giubileo. E ha concluso bacchettando il Campidoglio sulle condizioni in cui, attualmente, versa la città. Soprattutto nelle zone che già adesso, in attesa dei 35 milioni di pellegrini del 2025, sono sotto la pressione (e gli occhi) di un fiume di visitatori.
Sull’avanzamento dei lavori in corso per il Giubileo la preoccupazione del Vaticano corrisponde alla quota ridotta di cantieri avviati a meno di pochi mesi dall’apertura della Porta Santa. In realtà precisa Fisichella: «Siamo circa ad appena il 30%. Non abbiamo più molto tempo per chiacchierare, ma dobbiamo seriamente agire».

LA RISPOSTA KAFKIANA DI GUALTIERI

E non posso non ricordare anche lo sfogo di Fisichella sullo stato di degrado in cui versa oggi la Capitale a pochi giorni dall’apertura del Giubileo; uno stato di degrado al quale lo stesso Comune risponde ammettendo i problemi e promettendo «più impegno» per risolverli. Ma sulle zone impresentabili nella denuncia compaiono precise aree.
La prima area riguarda la zona di San Pietro, avvolta non solo dalle reti del maxi cantiere di Piazza Pia ma preda del degrado nelle vie tutte intorno, con riferimento implicito agli accampamenti in via dei Corridori, piazza della Città Leonina, ai rifiuti sotto ponte Vittorio e anche tra gli archi del Passetto di Borgo.

Ed è davvero kafkiana la risposta del Sindaco Gualtieri a queste oggettive denunce. Gualtieri infatti precisa: «Monsignore, Lei ha ragione la preparazione del Giubileo sta procedendo bene. Ma anche a causa del grande afflusso di turisti in alcune vie intorno a San Pietro ci sono problemi di degrado che vanno risolti. Lavoreremo con ancora più impegno per superarli».
Ma, sempre Monsignor Fisichella elenca le criticità sull’accoglienza precisando che l’accoglienza significa anche trasporti: «Questo è punto un po’ più debole, conosciamo la situazione di Roma e, purtroppo non riscontriamo risposte in grado di superare le emergenze generate da un afflusso certo di oltre 35 milioni di presenze».

LA FORTUNA DI GUALTIERI

Spesso ripeto che la fortuna di questa Amministrazione comunale vada ricercata nel fatto che è subentrata dopo la gestione della Sindaca Raggi. Cioè dopo cinque anni in cui si è praticamente arricchito l’album dei fallimenti nella gestione della Capitale. Tuttavia i romani sono sicuro non si siano accorti che questa Amministrazione, sì quella diretta da Gualtieri, è in carica da ben tre anni. E se leggiamo, addirittura, gli interventi dell’attuale Sindaco in campagna elettorale scopriamo che l’obiettivo portante, o meglio la priorità assoluta, era proprio l’adempimento del programma delle opere legate al Giubileo. Ed era sempre, come dicevo all’inizio, il riferimento chiave di un simile programma il volano di risorse legato alle opere del Giubileo. Un volano di, ripeto, 4,3 miliardi di euro che sicuramente sarebbe stato tutto speso entro la fine del 2024. Una previsione sicuramente possibile se si tiene conto che Gualtieri aveva di fronte 3 (tre) anni.
Ormai questo macroscopico fallimento è sotto gli occhi di tutti, sì anche sotto gli occhi dello stesso Gualtieri; dispiace però che l’immagine che diamo al mondo, l’immagine che offriamo a 35 milioni di pellegrini sia così lontana da quella città che avremmo preferito fosse diversa, in molte aree, da siti più simili a città come Mogadiscio, come Port-au-Prince, come Kabul.


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