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Paolo Gentiloni

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«NON MI candiderò per il Parlamento europeo»: l’annuncio di Paolo Gentiloni, attuale commissario europeo all’Economia, rischia di diventare tra qualche mese un terremoto nella sinistra italiana. A margine di un’audizione al Parlamento europeo, secondo quanto riporta Politico, alla domanda precisa se il suo nome sarà tra quelli possibili per le prossime cariche dell’Unione europea, l’ex premier ha risposto «no», perché dopo le elezioni europee di giugno «tornerò nel mio Paese». Non solo: quando gli hanno chiesto se intenda ritirarsi dalla politica, ha replicato: «Non andrò mai in pensione».

GENTILONI E GLI EFFETTI COLLATERALI NELLA SINISTRA

Parole che scatenano i retroscenisti, che fanno due più due. Alle prossime elezioni europee è altamente improbabile che il Partito socialista europeo, di cui il Pd è una delle colonne, riesca a rimanere al potere, con l’alleanza tra Partito popolare europeo e conservatori di varia estrazione data per favorita. Un ribaltamento, dal centrosinistra alla destra-centro, che potrebbe avere effetti dinamitardi anche al Nazareno. Il fallimento alle urne del Pd, associato alle difficoltà di leadership già evidenziate da Elly Schlein in questo anno, comporterebbe con ogni probabilità la fine della segreteria attuale. E Gentiloni, stimato a sinistra e in Europa, sarebbe proprio il candidato ideale con cui sostituire Schlein per ricostruire l’Ulivo, oltre che per un eventuale governo targato Bruxelles qualora ce ne fosse bisogno.

SCHLEIN FA BUON VISO AL RITORNO DI GENTILONI

La leader dem, ovviamente, preferisce fare buon viso a cattivo gioco. Ben sapendo, però, quali saranno per lei le insidie di un ritorno di Paolo Gentiloni in Italia: «Con Gentiloni ci sentiamo spesso per condividere le sfide in Europa. Gentiloni va ringraziato per il ruolo che ha avuto nella commissione. Continuerà a dare il suo contributo alla politica italiana ed europea e il Pd continuerà ad essere casa sua». Nell’attesa della possibile staffetta, Gentiloni sembra già pronto per il ritorno sulla scena politica interna in chiave anti-governo. Un indizio? Le parole del commissario secondo cui l’Italia non è ancora in linea con le raccomandazioni fornite dalla Commissione europea riguardo la pianificazione della spesa pubblica.

Comunicando la valutazione del pacchetto d’autunno del semestre europeo alla Commissione per i problemi economici e monetari dell’Europarlamento, Gentiloni ha infatti precisato: «Iniziamo il nuovo anno con l’incertezza nella prospettiva economica europea», ribadendo la fondamentale importanza di rimanere coordinati nei piani economici. Il commissario ha comunque espresso approvazione per la decisione degli Stati dell’Eurozona di mantenere alto l’investimento pubblico, in contrasto con la tendenza che vede i governi tagliare tali misure in tempi di crisi. «Buoni anche i risultati sulla lotta all’inflazione, ma la strada è ancora lunga».

Insieme al nostro Paese, altri sei Stati dell’Eurozona (Lettonia, Portogallo, Lussemburgo, Malta e Paesi Bassi) non risultano ancora pienamente in linea con le raccomandazioni. Bene invece Grecia, Spagna, Cipro, Estonia, Slovenia, Irlanda e Lituania. Francia, Croazia, Finlandia e Belgio sarebbero invece a rischio di rimanere disallineati, per via della loro situazione politica in fase di cambiamento.

GENTILONI IL TIMONIERE GIUSTO

Fonti diplomatiche di Bruxelles sottolineano intanto che il commissario Ue sarebbe uno dei pochi in grado di tenere la barra dritta del Paese se nei prossimi mesi ci fosse bisogno di una forte sterzata nel segno dell’Europa: vuoi per problemi economici o per problemi di natura istituzionale e politica. Insomma, Gentiloni sarà uno dei nomi da tener d’occhio nei prossimi mesi: ci puntano a sinistra in Italia (ha ottimi rapporti anche con il leader dei 5 Stelle, Giuseppe Conte) è stimatissimo dal capo dello Stato, Mattarella, e in Europa si è fatto un nome. Non molti italiani possono vantare un curriculum del genere.


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Alessandro Chiappetta

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