Matteo Renzi
2 minuti per la letturaPER un giorno Matteo Renzi ha fatto il capo dell’opposizione e il risultato non è stato affatto negativo. Anzi. Nel Salone Garibaldi del Senato il rumore di sottofondo è stato più o meno questo: «È il più bravo, non c’è nulla da dire». Il leader di Italia viva, fresco di separazione con Carlo Calenda ma al contempo fresco di “fidanzamento” con Clemente Mastella, ha guidato, a sua insaputa, il cosiddetto “campo largo” nel corso del question time di Giorgia Meloni in Senato. Un discorso, quello dell’ex rottamatore, che è stato apprezzato anche dai banchi di Pd e Cinquestelle. Ed è tutto dire se perfino i pentastellati lo hanno lodato, seppur a bassa voce.
Renzi si è rivolto in questi termini alla premier: «Lei racconta se stessa come fosse Cenerentola… Ma lei non è Cenerentola, né la Bella addormentata, né Biancaneve, è la presidente del Consiglio, si trova a guidare il Paese e non sta governando la situazione economica delle famiglie». Applauso generale.
Parole che, come si diceva sopra, hanno scatenato la reazione di tutto il Parlamento e in particolare di quella fetta di emiciclo alla ricerca di un federatore.
RENZI E LA RICERCA DEI CONSENSI DELL’OPPOSIZIONE
Gli piace recitare questa parte, all’ex premier, oggi leader di Italia viva. Non è dato sapere se ci sia o meno del tatticismo. Se, insomma, tutto questo sia legato alla lunghissima campagna elettorale. Di sicuro, Renzi non vuole fermarsi. E così, dalle colonne del Riformista, che dirige da qualche mese, ha continuato a ribattere le stesse note: «Il nervosismo di Giorgia. Ieri per la prima volta dall’inizio della legislatura Giorgia Meloni si è presentata in Aula per rispondere al question time dei senatori. Riconoscendo alla presidente del Consiglio una grande abilità nel dibattito parlamentare, ero curioso di capire su quali temi avrebbe impostato la propria offensiva comunicativa. E invece, con mia grande sorpresa, ho visto una premier nervosa, preoccupata soprattutto di non rispondere alle critiche di merito. Ne sono stato testimone diretto».
C’è chi dice che Renzi stia facendo così per polarizzare lo scontro, così da recuperare consensi tra le forze d’opposizione. Fatto sta che la mossa, a oggi, sembra riuscita. E potrebbe ancor più riuscire se nelle prossime ore inizierà a dialogare con la premier sulla riforma della Costituzione che vorrebbe introdurre l’elezione del presidente del Consiglio.
Al Senato, d’altro canto, accanto alla riforma firmata Meloni c’è anche la “riforma ombra” scritta da Italia Viva. Il testo di Iv riprende l’idea renziana del “sindaco d’Italia”. Un premierato che non presenta i compromessi introdotti dalla war room di Palazzo Chigi. Un altro segnale, insomma, della nuovacentralità dell’ex enfant prodige del centrosinistra italiano.
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