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Matteo Renzi e Matteo Salvini

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Giornate di incroci tra politica e giustizia con la decisione del gup di Firenze che ha prosciolto Matteo Renzi e l’attesa per la sentenza Open Arms per Matteo Salvini


Uno esce da una vicenda giudiziaria, l’altro invece si appresta forse ad entrarci definitivamente. Matteo Renzi è stato prosciolto per l’inchiesta sulla fondazione Open, nata per sostenere le iniziative politiche del leader di Italia Viva quando era segretario del Pd. Con lui sono prosciolti anche Maria Elena Boschi e tutti gli altri nove indagati tra cui l’ex ministro Luca Lotti.

Renzi esulta: «Ho quasi cinquant’anni. Gli ultimi cinque li ho vissuti da ‘appestato’ per l’incredibile inchiesta Open. Uno scandalo assoluto per tutti quelli che avevano letto le carte, ma nonostante questo sono stato politicamente massacrato da tanti, a cominciare da Fratelli d’Italia e dai Cinque Stelle. Dopo anni di sofferenza oggi arriva la notizia: prosciolto. Prosciolto io, prosciolti tutti i miei amici sia politici come Maria Elena e Luca sia professionisti come Marco, Riccardo, Alberto e tutti gli altri. Oggi in tanti dovrebbero scusarsi, Meloni e Travaglio in primis. Non lo faranno. Pace». Tira un sospiro di sollievo, l’ex presidente del Consiglio, per diversi anni travolto da questa inchiesta giudiziaria. La politica si unisce in coro a solidarizzare con il leader di Italia viva.

E fra questi c’è anche Matteo Salvini che aspetta oggi la sentenza del Tribunale di Palermo sulla nota vicenda Open Arms. E proprio Salvini dice dell’altro Matteo: «Bene l’assoluzione di Matteo Renzi e degli altri indagati, nonostante una odissea giudiziaria durata troppi anni. Noi siamo sempre garantisti, a differenza di chi predica bene e poi vota in Parlamento per mandare a processo i rivali politici. Ora mi aspetto che Italia viva voti con la Lega e il resto del centrodestra per cambiare questa giustizia e prevedere, tra le altre cose, responsabilità civile dei magistrati e separazione delle carriere».

Tutto si tiene in una giornata in cui Renzi tira un sospiro di sollievo mentre l’altro Matteo, Salvini, attende un verdetto che potrebbe segnare un prima e un dopo negli equilibri della politica italiana. Prima di volare per Palermo il leader della Lega tocca con mano la solidarietà del gruppo dei patrioti che incontra a Bruxelles. «Alcuni – dichiara Salvini – non credono possibile che si possa processare per un’attività amministrativa e politica un ministro, però sono contento. Porto con me a Palermo domani il loro supporto, è l’ultimo venerdì prima di Natale, quindi saranno impegnati in famiglia, giustamente, come avrei voluto essere io. Vado a Palermo curioso, determinato e assolutamente non preoccupato».

Solidarietà da parte anche dell’altro vicepremier, vale a dire Antonio Tajani. «Mi auguro che ci sia un giudice in Sicilia che applichi la legge nel giusto modo e sono convinto che Salvini debba essere assolto. Non bisogna mai utilizzare la giustizia a fini politici: questo mi pare un caso che crea certamente molti sospetti a questo proposito. Se fossi stato un magistrato avrei agito diversamente».

Innocente o colpevole? Appuntamento alle 9.30 all’aula del carcere Pagliaro di Palermo: il pm ha chiesto sei anni di reclusione, le accuse nei confronti di Salvini sono di sequestro di persona e abuso di ufficio per avere impedito lo sbarco di 147 persone soccorse da Open Arms. Il rischio di una condanna viene ritenuto assai alto. Ed è forse la ragione per cui il vicepremier in carica intende cavalcarla politicamente. Salvini e la Lega studiano da giorni la strategia più adatta e utile a massimizzare i consensi. Non si parla solo di semplici gazebo da distribuire nelle principali città italiane.

L’idea è quella di una grande manifestazione nazionale sul modello degli anni d’oro di Berlusconi quando le truppe di Forza Italia prima e del Popolo della Libertà poi protestarono fuori dal Palazzo di Giustizia di Milano. Politicizzare l’eventuale condanna, non lasciarsi sfuggire un’occasione che potrebbe essere ghiotta per recuperare consensi. I decibel a via Bellerio si stanno innalzando. Non a caso uno come Andrea Crippa fa sapere che «un’eventuale condanna sarebbe un fatto gravissimo, una condanna all’intero popolo italiano. Tutto il partito è al fianco del suo leader ed è pronto alla mobilitazione».

Manifesta solidarietà anche il gruppo siciliano della Lega che organizza «un direttivo straordinario a Palermo, a cui parteciperanno tutti i deputati regionali e nazionali siciliani, i commissari provinciali e gli esponenti del partito regionale per esprimere solidarietà a Salvini» dice Nino Germanà, senatore e commissario in Sicilia. Una sentenza che potrebbe aprire scenari di diverso tipo. Evidente che Salvini sia intenzionato a cavalcarla. Ma è altresì evidente che ci sia un pezzo di Lega che vorrebbe servirsi della condanna ai danni del segretario per fare una sorta di ribaltone. D’altro canto, il 2025 si aprirà con il congresso nazionale, assise che di fatto manca dal 2017, quando il partito si chiamava anche Lega Nord. Se in quel consesso ci sarà una candidatura alternativa a Salvini e alla sua linea nazionalista a quel punto tutto potrebbe succedere. Innocente o colpevole? Comunque vada qualcosa cambierà all’interno della Lega.


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