Papa Francesco
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Papa Francesco contro l’economia che uccide, omaggio all’Angelus del Pontefice per il primo anniversario della morte del Papa emerito Benedetto XVI
È il richiamo più forte e incalzante ad avere il coraggio di dire “no” al profitto senz’anima, al predominio dell’individualismo cieco, alla concentrazione di poteri e ricchezze in poche mani e alla bramosia di possesso che dall’oggetto materiale arriva alla donna oggetto. Il Papa che apre il 2024 è tutto puntato sulla critica sociale e dei modelli culturali che permeano in modo distorto i rapporti economici e quelli delle relazioni personali.
Non si smentisce, Francesco, puntando l’indice sulla gerarchia di valori capovolta. Ed è un approccio di critica sociale che sposa in pieno anche la prospettiva più limpidamente laica. Perché comuni sono i rischi, comuni le ombre, comuni le emergenze cui dare risposte. È il Papa sociale dell’enciclica sociale “Fratelli tutti” quello che ieri ha scelto di puntare l’Angelus sulle distorsioni della nostra attualità post-moderna. Fino alla lungimiranza di mettere in guardia dalla crisi di valori derivante da un uso della tecnologia più avanzata non affiancata da una forte consapevolezza etica.
Il primo gennaio coincide infatti con la Giornata mondiale della pace che quest’anno è significativamente all’insegna del rapporto tra Intelligenza artificiale e pace. Tema impensabile in altri tempi e che invece diventa di attualità cruciale anche per la Chiesa che Jorge Mario Bergoglio ha voluto fin dall’inizio del suo pontificato, dieci anni fa, profondamente calata dentro i cambiamenti della società.
PAPA FRANCESCO CONTRO L’ECONOMIA CHE UCCIDE
Ecco allora il richiamo testuale al messaggio della Giornata, quando Francesco avverte che “la libertà e la convivenza pacifica sono minacciate quando gli esseri umani cedono alla tentazione dell’egoismo, dell’interesse personale, della brama di profitto e della sete di potere”. E non è detto che la stessa concentrazione del potere e dei mezzi di produzione in élite sempre più ristrette non determini diseguaglianze e nuove povertà crescenti che possono essere a loro volta detonatori non solo di conflitti sociali ma anche di guerre.
Per il Papa è la dinamica perversa che scaturisce dal sistema economico-sociale dominante. In filigrana si delinea tutta la critica al modello di sviluppo occidentale capitalistico. “Questa economia uccide”, aveva d’altra parte denunciato tempo fa Papa Francesco. E se dal piano del rapporto esclusivo tra individuo e oggetto reso assoluto dal paradigma consumistico si allarga lo sguardo alle relazioni inter-personali tra uomo e donna, si coglie ugualmente il forte monito di questo Papa sull’attualità dei femminicidi quando sottolinea che “l’amore sa fare spazio all’altro, rispettando la sua dignità, lasciando la libertà di esprimersi rigettando ogni forma di possesso, di sopraffazione e violenza”. Una decisa difesa delle donne che certo non può lasciare insensibile l’universo femminile sempre più oggetto di violenza di genere. L’anno che si apre è dunque per Francesco un deciso e imprescindibile richiamo all’impegno nella società e per la società.
LA GUERRA IN CORSO AI QUATTRO ANGOLI DEL PIANETA
Non che al Papa siano sfuggiti altri temi cruciali quali le guerre in corso ai quattro angoli del pianeta. Nell’Angelus di fine anno, domenica, Francesco aveva voluto sottolineare il massacro di 170 persone in Nigeria. Ed è stata la risposta più chiara rispetto all’interpretazione maliziosa di qualche osservatore che aveva sottolineato il silenzio del Papa fino allora come un modo per non urtare la suscettibilità degli islamici.
E invece no, Bergoglio parla chiaro. Senza tralasciare ovviamente Ucraina, Israele e Palestina, altrettanti segmenti di quella “guerra mondiale a pezzi” che Francesco denuncia ormai da tempo e che mette in relazione con la “piaga” del business colossale del commercio di armi che batte per fatturato ogni altra attività di interscambio. Un Papa che tra gli Angelus di domenica e quello di ieri mostra si mostra dunque saldamente in prima linea nella difesa delle ragioni della pace e nel rilancio di una critica sociale altamente fondata sul primato della persona e dei valori etici.
IL RICORDO DEL PAPA EMERITO BENEDETTO XVI
E davvero c’è da chiedersi allora dove la vaticanista del Messaggero Franca Giansoldati individui i segni di un “annus orribilis” per Francesco. Il richiamo alle controversie in corso sulla benedizione alle coppie gay fino in Africa o allo scontro con i conservatori americani con in testa il cardinale “ribelle” Raymond Burke non sembrano sommovimenti tali da mettere in crisi la leadership di Bergoglio nella Chiesa. Ogni riforma, tanto più se epocale, produce inevitabilmente scossoni. E la “Fiducia supplicans” sul mondo arcobaleno è piuttosto il punto di equilibrio più alto tra apertura pastorale e ancoraggio dottrinale come a buon ragione ha fatto osservare il Prefetto della Dottrina della fede, Victor Fernandez.
Nostalgia di Ratzinger forse? Domenica ricorreva il primo anniversario della morte del Papa emerito. E mentre Francesco ne rendeva pienamente omaggio all’Angelus, ecco Marcello Sorgi dedicare su La Stampa una intera pagina sull’eredità di Benedetto XVI. L’inattesa quanto singolare incursione vaticana è stata per il notista politico del quotidiano torinese l’occasione per una critica senza appello di Bergoglio al quale “si richiede una risolutezza della volontà innovatrice che un Papa abituato a procedere per annunci ha mostrato di non avere”. Legittimo dal suo punto di vista. Ma non al punto da far rimpiangere i dieci anni di coabitazione tra il Papa emerito e quello in carica. Francesco mostra autorevolezza senza bisogno di “stampelle” e consiglieri.
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