Donald Trump
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Trump riconosciuto colpevole per i pagamenti alla pornostar Stormy Daniels, il primo presidente pregiudicato non andrà comunque in carcere per “sospensione della pena”
Trump è stato riconosciuto colpevole ma è stato dispensato dalle pene sul caso dei pagamenti effettuati alla pornostar Stormy Daniels a soli dieci giorni dalla sua investitura come 47 presidente degli USA.
“Si tratta di un processo veramente straordinario”, ha commentato il giudice Juan Merchan, che ha presieduto il processo. Trump infatti, pur essendo colpevole dei fatti, ha beneficiato della dispensa delle pene relative a 34 reati di falsificazione contabile, per nascondere agli elettori il pagamento di 130.000 dollari alla pornostar Stormy Daniels durante la campagna presidenziale del 2016 e per aver evitato che uno scandalo sessuale silurasse la sua candidatura contro Hillary Clinton.
Diventa così il primo ex presidente USA nella storia a essere condannato per un reato penale, in questo caso da una giuria popolare nel tribunale di Manhattan.
Durante l’udienza il procuratore ha aspramente criticato l’approccio di Trump nei confronti della sua condotta e del sistema giudiziario. Trump “non ha espresso alcun rimorso per il suo comportamento criminale, non ha mai smesso di lanciare degli attacchi infondati e ha danneggiato in modo permanente la percezione che l’opinione pubblica ha della giustizia penale”.
Nonostante le critiche il procuratore ha sostenuto la scelta di un’esenzione totale della pena che avrebbe permesso “al verdetto di prendere effetto preservando la capacità dell’accusato di governare”.
TRUMP PRIMO PRESIDENTE PREGIUDICATO DEGLI USA
Delle affermazioni che sono contraddette dalle motivazioni del verdetto del giudice Juan Merchan, che ha ribadito che la dispensa della pena non cancella i reati commessi e accertati da altri tribunali: “Le protezioni offerte dalla carica di presidente non sono un fattore attenuante. Non riducono la gravità del reato né giustificano in alcun modo la sua commissione. Le protezioni sono, tuttavia, un mandato legale che, in base allo stato di diritto, questa corte deve rispettare e seguire. Tuttavia, nonostante la straordinaria ampiezza di tali tutele, un potere che esse non forniscono è quello di cancellare il verdetto della giuria”.
Trump ha commentato così la decisione dei giudici con un post sul social network Truth Social: “I democratici radicali hanno perso un’altra patetica e antiamericana caccia alle streghe. Dopo aver speso decine di milioni di dollari, sprecato oltre 6 anni di lavoro ossessivo che avrebbero dovuto essere spesi per proteggere i cittadini di New York dalla criminalità violenta e dilagante che sta distruggendo la città e lo Stato, coordinandosi con il Dipartimento dell’Ingiustizia di Biden/Harris in un’opera di armamento senza legge e lanciando accuse completamente infondate, illegali e false contro il vostro 45° e 47° Presidente, io, mi è stato dato un proscioglimento incondizionato. Questo risultato dimostra da solo che, come hanno detto tutti gli studiosi e gli esperti di diritto, non c’è un caso e non c’è stato mai un caso, e tutta questa truffa merita di essere annullata”.
L’APPELLO ALLA CORTE SUPREMA CHE PERÒ HA DECLINATO
A dieci giorni dal suo insediamento, Donald Trump, aveva fatto appello alla Corte Suprema, dominata dai giudici conservatori, nel tentativo di evitare la sentenza, con un ricorso pubblicato mercoledì 8 gennaio. Una richiesta che la Corte Suprema, a maggioranza conservatrice, aveva tuttavia declinato.
Nel documento gli avvocati del 47° presidente degli Stati Uniti chiedevano “una sospensione d’emergenza per impedire che il procedimento penale prosegua in un tribunale dello Stato di New York, compresa l’udienza di condanna prevista per venerdì 10 gennaio”.
La Corte Suprema “deve immediatamente sospendere il procedimento [penale] del tribunale di New York per evitare una grave ingiustizia e un attacco all’istituzione della presidenza e al funzionamento del governo federale”, avevano insistito gli avvocati del repubblicano, che hanno invocato costantemente l’immunità presidenziale del loro cliente.
La condanna della scorsa primavera ha avuto comunque un impatto minimo sulla popolarità di Trump e sulla sua vittoria elettorale alle elezioni presidenziali del 2024, usando il processo e l’ingiustizia di cui accusava i giudici come strumento per mobilitare il consenso e le donazioni per la sua campagna.
TRUMP PREGIUDICATO, LE CRITICHE DEL PROCURATORE DI MANHATTAN
Diventa così il primo ex presidente USA nella storia a essere condannato per un reato penale, in questo caso da una giuria popolare nel tribunale di Manhattan.
Durante l’udienza il procuratore ha aspramente criticato l’approccio di Trump nei confronti della sua condotta e del sistema giudiziario. Trump “non ha espresso alcun rimorso per il suo comportamento criminale, non ha mai smesso di lanciare degli attacchi infondati e ha danneggiato in modo permanente la percezione che l’opinione pubblica ha della giustizia penale”.
Nonostante le critiche il procuratore ha sostenuto la scelta di un’esenzione totale della pena che avrebbe permesso “al verdetto di prendere effetto preservando la capacità dell’accusato di governare”.
Delle affermazioni che sono contraddette dalle motivazioni del verdetto del giudice Juan Merchan, che ha ribadito che la dispensa della pena non cancella i reati commessi e accertati da altri tribunali: “Le protezioni offerte dalla carica di presidente non sono un fattore attenuante. Non riducono la gravità del reato né giustificano in alcun modo la sua commissione. Le protezioni sono, tuttavia, un mandato legale che, in base allo stato di diritto, questa corte deve rispettare e seguire. Tuttavia, nonostante la straordinaria ampiezza di tali tutele, un potere che esse non forniscono è quello di cancellare il verdetto della giuria”.
IL COMMENTO DEL NEO ELETTO PRESIDENTE
Trump ha commentato così la decisione dei giudici con un post sul social network Truth Social: “I democratici radicali hanno perso un’altra patetica e antiamericana caccia alle streghe. Dopo aver speso decine di milioni di dollari, sprecato oltre 6 anni di lavoro ossessivo che avrebbero dovuto essere spesi per proteggere i cittadini di New York dalla criminalità violenta e dilagante che sta distruggendo la città e lo Stato, coordinandosi con il Dipartimento dell’Ingiustizia di Biden/Harris in un’opera di armamento senza legge e lanciando accuse completamente infondate, illegali e false contro il vostro 45° e 47° Presidente, io, mi è stato dato un proscioglimento incondizionato.
Questo risultato dimostra da solo che, come hanno detto tutti gli studiosi e gli esperti di diritto, non c’è un caso e non c’è stato mai un caso, e tutta questa truffa merita di essere annullata”.
A dieci giorni dal suo insediamento, Donald Trump, aveva fatto appello alla Corte Suprema, dominata dai giudici conservatori, nel tentativo di evitare la sentenza, con un ricorso pubblicato mercoledì 8 gennaio. Una richiesta che la Corte Suprema, a maggioranza conservatrice, aveva tuttavia declinato.
LA RICHIESTA DELLA DIFESA DI TRUMP
Nel documento gli avvocati del 47° presidente USA chiedevano “una sospensione d’emergenza per impedire che il procedimento penale prosegua in un tribunale dello Stato di New York, compresa l’udienza di condanna prevista per venerdì 10 gennaio”.
La Corte Suprema “deve immediatamente sospendere il procedimento [penale] del tribunale di New York per evitare una grave ingiustizia e un attacco all’istituzione della presidenza e al funzionamento del governo federale”, avevano insistito gli avvocati del repubblicano, che hanno invocato costantemente l’immunità presidenziale del loro cliente.
La condanna della scorsa primavera ha avuto comunque un impatto minimo sulla popolarità di Trump e sulla sua vittoria elettorale alle elezioni presidenziali del 2024, usando il processo e l’ingiustizia di cui accusava i giudici come strumento per mobilitare il consenso e le donazioni per la sua campagna.
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