Guido Crosetto
INDICE DEI CONTENUTI
- 1 L’AVANZATA DELLE TRUPPE UCRAINE CHE FA SALTARE IL PUNTO DI EQUILIBRIO NEL GOVERNO
- 2 IL CAMBIO DI PASSO DELLA UCRAINA CHE MANDA NEL CAOS DESTRA E SINISTRA
- 3 UCRAINA, LE CONTRADDIZIONI NEL “CAMPO LARGO” DELLA SINISTRA E LE TENSIONI NELLA MAGGIORANZA DI DESTRA
- 4 FRATELLI D’ITALIA TRA CHI APPROVA E CHI CONDANNA
- 5 LA POSIZIONE DELLA LEGA E LE RICADUTE SULLA LINEA DEL GOVERNO
Lo scenario delle crisi è complesso ma i dubbi di governo e opposizioni sull’Ucraina rendono l’Italia inaffidabile con Destra e Sinistra nel caos
La maggioranza “balla” sull’Ucraina, più in generale sul posizionamento atlantico ed europeo e anche rispetto ad Israele, amici si ma con giudizio.
Le opposizioni ballano da sempre su questo fronte, favorevoli, contrari, non lo so. Giochi di parole meravigliosi come “armi per uso difensivo” o la “diplomazia come unica soluzione ai conflitti”. La storia insegna cose diverse. E non vuol dire essere bombaroli o guerrafondai. Si chiama realismo e pragmatismo.
Il contesto è certamente complicato, sia sul fronte russo-ucraino che su quello mediorientale, Iran e Russia sono scenari molto più intrecciati di quello che possiamo immaginare. L’escalation è anche una guerra di nervi. Soprattutto a livello diplomatico. In questo scenario, è altrettanto certo che dubbi, incertezze, poca chiarezza e il solito coro di voci “si ma anche” non aiuta e spinge l’Italia verso un pericoloso replay dell’Italia nè-nè. Quella di cui poi non si fida più nessuno.
L’AVANZATA DELLE TRUPPE UCRAINE CHE FA SALTARE IL PUNTO DI EQUILIBRIO NEL GOVERNO
Finora il governo Meloni ha tenuto fermo con merito il pilastro atlantista, filo-Nato, a favore di Kiev e di Israele pur tra qualche distinguo e dissenso interno. L’avanzata delle truppe ucraine nel territorio russo e nella regione di Kursk grazie anche ai sistemi d’armi e alla contraerea inviata da Stati Uniti, Uk e Europa ha fatto saltare quel difficile punto di equilibrio.
Le opposizioni alle prese con le prove di campo largo vanno subito in frantumi su quello che era, è e resterà il dossier più divisivo e difficile per trovare una possibile intesa. Il risultato è che rischiamo di essere percepiti nuovamente come poco affidabili. Il fatto che lunedì Regno Unito, Francia e Germania abbiano fatto recapitare a Teheran un comunicato congiunto in cui si fa sapere che “la fine di ogni trattativa e mediazione sarebbe imputata direttamente alla Repubblica islamica” e che da questo comunicato mancasse proprio la firma dell’Italia, non è solo un indizio.
IL CAMBIO DI PASSO DELLA UCRAINA CHE MANDA NEL CAOS DESTRA E SINISTRA
Il 6 agosto è iniziata l’incursione delle forze ucraine nella regione del Kursk. “Abbiamo conquistato mille chilometri quadrati” dice oggi lo stato maggiore della Difesa ucraina spalleggiato da Washington. A parte lo stato maggiore Usa – e neppure tutto – nessuno era stato informato dell’imminente cambio di passo di Kiev. Bruxelles non ha avuto dubbi: “L’Ucraina ha il diritto di colpire il nemico ovunque ritenga necessario».
Diversa la reazione italiana. Il 9 mattina il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha criticato su Radio Rai 1 l’attacco sottolineando che, anche se l’azione ucraina potrebbe essere vista come una mossa difensiva, colpire un altro Stato sovrano è “sbagliato e condannabile” in linea di principio. In questo modo “si allontana la pace”.
UCRAINA, LE CONTRADDIZIONI NEL “CAMPO LARGO” DELLA SINISTRA E LE TENSIONI NELLA MAGGIORANZA DI DESTRA
Panico. Le opposizioni, i 5 Stelle, Verdi e sinistra e anche un pezzo di Pd, hanno iniziato ad accusare di “aver fornito aiuti militari che ora vengono usati per attaccare la Russia sul suo territorio”. Progressisti e centristi del campo largo hanno iniziato a dire che “il governo non supporta abbastanza l’Ucraina perché sono state messe limitazioni all’impiego in territorio russo degli aiuti forniti”. Tutto e il contrario di tutto. E questo è il campo largo.
Non va meglio nella maggioranza. Le chat dei parlamentari di FdI hanno iniziato a friggere. Su Kiev la linea è cambiata? Oppure è Giorgia Meloni che non riesce più a tenere i suoi? Crosetto ha provato a chiarire con un lungo post su X: “L’Ucraina non vuole invadere la Russia ed occuparne i territori (e quindi non è paragonabile a ciò che ha fatto la Russia) ma sta adottando una tattica di difesa per obbligare la Russia a ritirare una parte di truppe dal suo territorio”. L’Italia quindi non abbandona l’Ucraina e basta speculazioni “da infradito e spritz”. C’è stata anche una lunga telefonata tra Crosetto e Meloni. Amici oltre che fondatori di Fratelli d’Italia.
FRATELLI D’ITALIA TRA CHI APPROVA E CHI CONDANNA
Tutto chiarito? Macché. Dopo qualche ora è stato il vice-capogruppo vicario al Senato, Raffaele Speranzon, a prendere parola. Per sostenere che “è inaccettabile che uno stato invada il proprio vicino, vale per la Russia e vale anche in questo caso per l’Ucraina”. E ancora: “Questa iniziativa ucraina rende più difficile e meno efficace l’interlocuzione di parti terze e indebolisce il lavoro degli sherpa per abbassare la tensione”. Inoltre, “non possiamo che stigmatizzare l’utilizzo di mezzi e di armamenti dell’Alleanza Atlantica per offendere un altro Stato sul proprio territorio”.
Caos al cubo. Su cui la premier Meloni, appena iniziata la vacanza in Puglia, non è voluta intervenire. Lo sta facendo su Maduro e la repressione in Venezuela, un’altra crisi che intreccia i rapporti con Mosca. Ieri la premier ha avuto contatti con il premier israeliano Benjamin Netanyahu in vista degli incontri di pace in programma a Ferragosto. Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha parlato con il suo omologo iraniano per scongiurare ogni tipo di escalation. Per mano di Hezbollah, di Hamas e della stessa Teheran. Ma il governo italiano preferisce glissare su Kiev. Ha parlato e spiegato Crosetto. Lo ha fatto Tajani che ha definito quella ucraina “una reazione comprensibile”.
Pare che la dichiarazione di Speranzon non fosse concordata. Ci sarà consentito dubitarne visto che Speranzon è uno dei cosiddetti “uomini-dichiarazione” che la comunicazione di Fratelli d’Italia utilizza per dare il via a vere e proprie campagne sui temi più diversi. Non solo: Speranzon è molto vicino al sottosegretario Giovanbattista Fazzolari a suo volta cuore pulsante dell’inner circle meloniano. Quella di Speranzon non può essere stata una sortita “riuscita male”.
LA POSIZIONE DELLA LEGA E LE RICADUTE SULLA LINEA DEL GOVERNO
Anche la Lega continua ad alzare la tensione sul tema armi. Il capogruppo al Senato, Massimiliano Romeo, ha detto che l’Ucraina di Zelensky sarebbe fra i paesi “in mano ad élite tecno-finanziarie che pensano di risolvere il problema del debito pubblico con le guerre”. Poi Salvini e il sempre più front-man Vannacci. La sua proposta? «Sono un generale, conto sull’effetto sorpresa».
Quale, dunque, la linea del governo sui fronti di guerra? Le opposizioni hanno pensato bene di chiedere al governo parole chiare. Scordandosi però di doverle chiarire prima di tutto al suo interno. Ieri ha provato Cuperlo a fare la sintesi. “Le distanze tra noi esistono e non vanno ignorate, bisogna discuterne e trovare i punti di caduta. A Gaza si muore. Israele ha diritto alla sua sicurezza, ma per lo stesso motivo è importante che l’Italia riconosca lo Stato palestinese”. Rispetto all’Ucraina “è il Paese aggredito e il suo diritto alla difesa non è in discussione. Ma bisogna interrogarsi su quali effetti potrà determinare quest’azione. Qualcuno pensa che si possa vincere sul campo contro una potenza che schiera seimila testate nucleari tattiche?”. Tutti chiedono “l’urgenza di individuare un canale politico-diplomatico”. Che è giusto. Ma non è una linea politica chiara.
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