Il giuramento di Joe Biden
3 minuti per la letturaMILANO – Joe Biden è presidente. Giurando su un’antica Bibbia di proprietà della sua famiglia dal 1893 sostenuta dalla moglie Jill, davanti al Campidoglio teatro dell’assalto del 6 gennaio, il 46esimo presidente degli Stati Uniti ha inaugurato una nuova era: “La democrazia ha vinto”, “per superare le sfide future serve unità” e bisogna porre fine alla “guerra incivile” fra democratici e repubblicani, è il messaggio lanciato in sintesi dal nuovo inquilino della Casa Bianca. Eredita un Paese profondamente diviso e alle prese con la pandemia e una grave crisi economica.
Un Paese per il quale intende subito mettersi all’opera: “Non c’è tempo da perdere quando si tratta di affrontare le crisi che con cui abbiamo a che fare”, è stato il suo primo tweet dall’account ufficiale @POTUS finora usato dal predecessore. A sottolineare la difficoltà dell’incarico che aspetta Biden, l’assenza di Donald Trump, che in attesa del suo secondo processo di impeachment al Senato ha preferito disertare l’inauguration (primo presidente uscente a farlo dal 1869) e volare in Florida, volendo così rimarcare la sua idea che la vittoria dell’avversario Dem sia illegittima. C’erano invece altri tre ex presidenti: Bill Clinton, George W. Bush e l’amico Barack Obama, di cui Biden è stato vice.
Il nuovo presidente democratico degli Stati Uniti ha scelto di non citare mai Trump per nome, ma ha sì menzionato tutti gli aspetti che si ritroverà a dover “curare”: la pandemia, con un momento di silenzio che ha voluto dedicare alle 400mila vittime statunitensi del coronavirus, la democrazia da riaffermare, il razzismo, le fake news.
“Abbiamo imparato che la democrazia è preziosa e la democrazia è fragile. Adesso, amici, la democrazia ha vinto”, ha detto l’ormai capo dello Stato, alludendo alle immagini scioccanti dell’assedio al Congresso. E ancora: “C’è molto da ricostruire e molto da guadagnare” e “vinceremo sul suprematismo bianco e sul terrorismo interno”.
Poi, in un Paese reduce da mesi di proteste del movimento Black Lives Matter che Trump ha demonizzato, un riferimento specifico al razzismo: “So che le forze che ci dividono sono profonde e concrete. Ma so anche che non sono nuove, la nostra storia è una costante battaglia tra l’ideale americano che siamo stati tutti creati uguali, e la dura brutta realtà di razzismo, nazionalismo, paura, demonizzazione, che a lungo ci hanno diviso”, ha detto.
E anche: “Dobbiamo respingere la cultura della manipolazione dei fatti o della loro invenzione”. A 78 anni, Biden è il presidente più anziano a prendere servizio nella storia degli Stati Uniti. Empatia e determinazione sono le due caratteristiche che meglio dipingono la sua personalità, frutto della tragedia personale vissuta con la perdita della prima moglie e di due figli, ma anche della lunga carriera politica di più di 40 anni.
Doti che gli vengono riconosciute a livello bipartisan. “Prometto che sarò presidente per tutti gli americani”, ha detto dando per primo l’esempio di quell’unione che chiede agli americani di contribuire a ricostruire. Nelle prime ore da presidente firmerà una decina di decreti per smantellare le principali politiche controverse di Donald Trump: stop al muslim ban, rientro nell’accordo sul clima di Parigi e nell’Oms, stop all’approvazione dell’oleodotto Keystone XL.
Intanto 17 repubblicani del Congresso hanno firmato una risoluzione promettendo di cercare modi “economicamente sostenibili” per evitare il riscaldamento globale, e lavorare con la nuova amministrazione nella lotta al cambiamento climatico.
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