LA Russa e Donzelli
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Elezioni, dopo il Ko alle ultime amministrative il centrodestra punta al riscatto e si organizza per la rivincita in Umbria ed Emilia Romagna
Al quartier generale di Fratelli d’Italia continuano ad analizzare da giorni i risultati dei ballottaggi. Si aspettavano qualcosa di più, almeno di riuscire a conquistare un capoluogo di regione. Perdere a Perugia, Potenza, Cagliari, Firenze, Bari e Campobasso, non è di buon auspicio per il futuro del centrodestra. La sconfitta di lunedì non ha certo mutato i rapporti di forza tra la coalizione di governo – uscita rafforzata dalle Europee – e il centrosinistra, che ha fatto una buona prova ma rincorre il primato di Fratelli d’Italia.
Insomma, nessun dramma: non si può parlare di crisi di centrodestra dopo una sconfitta come quella di lunedì nei ballottaggi. Ma allo stesso tempo dicono da quelle parti che si tratta di «un segnale» che non va sottovalutato.
ELEZIONI, L’ANALISI DEGLI ERRORI DEL CENTRODESTRA IN CERCA DI RIVINCITA
La lettura data un minuto dopo la chiusura dello spoglio è stata concordata con il vertice. A vari livelli raccontano di un clima teso, di altissimi dirigenti seriamente preoccupati che siano stati commessi degli errori nelle selezioni dei candidati a sindaco.
Per dire, la leader di FdI puntava tantissimo sull’ex direttore degli Uffizi, Eike Schmidt. Con il senno di poi, l’impressione è che ci sarebbe voluto un profilo più identitario, più rappresentativo della storia di Fratelli d’Italia. Errore di chi, dunque? «Di tutti o di nessuno, dalle nostre parti non si fanno processi» è il refrain fra i parlamentari meloniani.
Si è trattato dunque di un errore. Lezione imparata? Non è dato sapere. Certo è che il «4 a 3 a nostro favore» rimarcato dal responsabile dell’organizzazione Giovanni Donzelli è servito solo a minimizzare l’esito di un voto che di fatto ha ridato fiato al centrosinistra. D’ora in poi – è la linea di FdI – «non bisogna più sbagliare la selezione dei candidati»
Il senso è che un partito del 28% che guida la coalizione di governo deve essere forte anche a livello amministrativo. Non può permettersi di lasciare alla sinistra i grandi centri.
Ecco perché da ora in avanti la cabina di regia meloniana riserverà massima attenzione ai prossimi appuntamenti elettorali. In autunno si dovrà rinnovare il consiglio regionale prima in Umbria e poi in Emilia Romagna.
L’UMBRIA
In Umbria la situazione è delicata. La governatrice uscente Donatella Tesei, leghista, non brilla nei sondaggi. Se a ciò si aggiunge il ko a Perugia di lunedì scorso. la preoccupazione è alle stelle. Se fosse per Meloni ridiscuterebbe tutto e punterebbe su un profilo di FdI. Ma ridiscutere tutto con Salvini potrebbe essere devastante per la coalizione, a maggior ragione in una fase così delicata.
«In Umbria rischiamo di perdere» avverte un meloniano. Ed è vero che mancano ancora diverse settimane e che lo scenario potrebbe mutare. Ma è altresì vero che l’autunno non sarà un contesto facile per l’Esecutivo. Nei giorni della campagna elettorale in Umbria si discuterà la quadratura dei conti pubblici italiani – la legge di Bilancio – e i margini di manovra per ora restano stretti.
Perdere l’Umbria significherebbe lasciare per strada tutto il terreno guadagnato fin qui. E, soprattutto, significherebbe ridare al centrosinistra una ex regione rossa.
L’EMILIA ROMAGNA
Quanto all’Emilia Romagna, nel 2020 Matteo Salvini provò a conquistarla ma non andò benissimo: la corsa di Lucia Borgonzoni fu fermata dalle sardine e dall’ottima prestazione in termini di consenso di Stefano Bonaccini, neo eletto al Parlamento europeo con un forte numero di voti.
La sinistra non ha alcuna intenzione di consegnare alla destra la regione rossa per antonomasia. I dem stanno vagliando vari nomi per la successione di Bologna. Tra i papabili Vincenzo Colla, Isabella Conti, Graziano Delrio, quest’ultimo tra i pezzi da novanta della galassia dem.
E la destra? Meloni vorrebbe schierare uno dei suoi. Uno dei nomi che gira con una certa insistenza è quello del viceministro delle Infrastrutture, Galeazzo Bignami. Raccontano da Fratelli d’Italia che l’idea è di puntare su una campagna elettorale identitaria provando ad allargare a tutto il mondo moderato e centrista.
ELEZIONI, IL CENTRODESTRA IN CERCA DELLA RIVINCITA
Insomma, una sfida classica e polarizzata: destra versus sinistra. Impresa non certo facile, anche perché la sinistra mobiliterà tutte le forze per impedire che il centrodestra vinca. «L’ultima volta si inventarono le sardine, chissà cosa faranno stavolta», ragionano nel centrodestra.
Di sicuro, un’altra sconfitta nel prossimo autunno non sarebbe un buon viatico per l’Esecutivo di Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio deve comunque difendere un capitale guadagnato in questi due anni, che non significa solamente primeggiare nei sondaggi. Significa anche avere dei riferimenti nei territori, dai sindaci ai governatori. Ragion per cui i fedelissimi di Meloni ritengono siano dirimenti i passaggi in Umbria ed Emilia Romagna. Anche perché il tornante successivo saranno le regionali in Toscana, e anche lì il match sarà in salita.
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