Giorgia Meloni e Marco Marsilio
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IL CENTRODESTRA vince e convince in Abruzzo. Il centrosinistra in formato extralarge perde e riparte da zero. Per il “campo largo” è tutto rimandato alle prossime regionali in Basilicata. L’Abruzzo non porta consiglio alla coalizione di Elly Schlein e Giuseppe Conte. Tutto da rifare. Così Luciano D’Amico, candidato di Pd-M5S-Avs-Azione-Iv, depone le armi: «Ho aspettato che si consolidassero i risultati. Un’ora fa ho chiamato Marsilio. Mi sono congratulato con lui. Il risultato è stato chiarissimo. Gli ho augurato buon lavoro assicurando che faremo un’opposizione che possa essere d’aiuto per realizzare progetti e programmi».
MELONI RESPIRA
Marco Marsilio, candidato del centrodestra, viene quindi confermato presidente della Regione Abruzzo, riceve la chiamata da parte di Giuseppe Conte ma non da parte di Elly Schlein. Il neo governatore esulta: «Ero convinto che sarebbe stata un’elezione di rilevanza nazionale, con il centrosinistra verniciato di unità, con il quale sono scese in campo forze editoriali nazionali. Oggi si può dire che il “campo lungo” abbia battuto il “campo largo”, abbia stravinto. Sto ricevendo congratulazioni da tutta l’Italia: c’era grossa attesa perché tutti sono scesi in campo contro il centrodestra. È stato un derby totale stravinto dal centrodestra e questa è una utile indicazione anche per il governo, che sta facendo bene e di cui i cittadini sono soddisfatti».
Giorgia Meloni tira un sospiro di sollievo: il suo partito veleggia attorno al 28%, se si somma la lista Marsilio che supera di poco il 5%. Salvini non sfonda, ma non va al di sotto del 7%, asticella minima per restare in sella come segretario. Il processo al “Capitano” è per ora rimandato. Ma la vera sorpresa è rappresentata dal risultato di Forza Italia. Gli azzurri superano il 13% e aumentano di 4 punti percentuali rispetto alle regionali del 2019. Come dire: c’è vita oltre il sovranismo e il conservatorismo. Il centro può rinascere? Non è dato saperlo. Di sicuro si tratta di un risultato più che significativo che avrà un impatto all’interno della coalizione di centrodestra e anche all’esterno.
FORZA ITALIA SI RILANCIA NEL CENTRODESTRA
Antonio Tajani è il più felice: «Forza Italia è una forza seria, credibile, affidabile, responsabile, che aggrega e aggregherà, determinante per la vittoria del centrodestra: e ora l’obiettivo è superare il 10% alle elezioni europee. Siamo un riferimento, gli italiani cercano una forza come la nostra e noi siamo qui pronti a lavorare». Il sottotesto del vicepremier è che il centrodestra, dopo l’Abruzzo, ha bisogno di moderatismo e che il moderatismo aumenta al crescere della percentuale degli azzurri. «È stato un grande successo – sottolinea Tajani in un punto stampa davanti a Palazzo Chigi – che abbiamo costruito, noi di Forza Italia, con un gran lavoro a livello nazionale e organizzativo a livello di territorio. E non posso che complimentarmi con il coordinamento regionale dell’Abruzzo, con il segretario Pagano e i nostri candidati. Un lavoro capillare accompagnato da un lavoro a livello nazionale».
Il successo di Forza Italia è significativo perché arriva nella fase post Silvio Berlusconi. Non è mancata la dedica al fondatore azzurro: «Abbiamo dedicato questa vittoria a Silvio Berlusconi perché non è stato facile recuperare consensi e ottenere questi risultati senza di lui. Ce l’abbiamo fatta, ora andiamo avanti e continuiamo a lavorare per preparare ottime liste per la Basilicata, per il Piemonte, per tutte le elezioni amministrative e, naturalmente, per le Europee». In pochi avrebbero scommesso su Forza Italia, all’indomani della scomparsa del Cavaliere. Tajani sogna il sorpasso sulla Lega alle prossime Europee. Ovviamente fa sapere che non è quello l’obiettivo. «Noi non lavoriamo contro gli altri, ma lavoriamo per aumentare il numero dei consensi, io non so se c’è stato un travaso» dice davanti ai microfoni a pochi passi da Palazzo Chigi. È il giorno dell’orgoglio azzurro. «Credo si sia dimostrato quanto sia importante per il centrodestra avere una forza credibile della famiglia del Ppe». Tajani, dunque, si ritrova a fare il secondo leader della coalizione. C’è chi sostiene che a questo punto potrebbe provare a riunire tutti i cespugli centristi del centrodestra, tra cui l’Udc di Lorenzo Cesa. Una sorta di Popolo della Libertà 2.0. Non a caso proprio Cesa ragiona in questi termini: «In Abruzzo il voto moderato va al centrodestra in maniera molto consistente, non c’è altrettanta forza nel centrosinistra. Ora si tratta di organizzare il campo del centrodestra anche in vista delle Europee. Si tenterà di fare un ragionamento tra tutti. Sulla tenuta del governo non penso ci siano problemi, c’è stabilità, non ci saranno variazioni neanche nelle Europee. Andremo avanti fino a fine legislatura».
DOPO L’ABRUZZO, RIUNIFICARE I MODERATI DEL CENTRODESTRA
La riunificazione dei moderati della coalizione è un dossier sul tavolo di Tajani. Ed è l’obiettivo di Gianni Letta. Lo storico consigliere del Cavaliere lavora in questa direzione. E recentemente si è riavvicinato a Forza Italia e ha battezzato la segreteria Tajani. Il vicepremier ascolta i consigli di Letta e ci penserà al tempo debito. Forse dopo le elezioni europee, quando si conoscerà la percentuale che avranno ottenuto i popolari europei. «Se Forza Italia – afferma Tajani – ottiene risultati lusinghieri, si allarga il confine del centrodestra. Io non faccio la corsa interna, io, con tutta Forza Italia, lavoro per allargare i confini del centrodestra, guardo alla grande area del “non voto”. Non vado a cercare i voti degli alleati. Dobbiamo occupare l’area di centro, ci sono delusi anche tra i moderati del centrosinistra». Allargare i confini del centrodestra significa provare a intercettare gli elettori centristi delusi dal centrosinistra e, perché no, provare a federare quei partitini che non hanno intenzione di coalizzarsi con Elly Schlein e Giuseppe Conte.
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