Meloni e Tajani
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Dopo la sconfitta al fotofinish in Sardegna, il voto alle regionali in Abruzzo diventa fondamentale per il futuro della maggioranza di governo
Giorgia Meloni non ci sta. «Fermare il lavoro di Marco Marsilio in Abruzzo sarebbe devastante per questo territorio, ma sono ottimista che questo lavoro continueremo a farlo insieme» dice la presidente del Consiglio alla Camera di commercio di Teramo nel corso di un evento elettorale con il governatore uscente Marco Marsilio, ricandidato alle elezioni regionali di domenica prossima.
È il test dei test l’Abruzzo. Non era mai successo in passato. Oggi il rinnovo del Consiglio regionale abruzzese rappresenta una tappa importante per le sorti della coalizione di governo. Perché arriva a due settimane dalla sconfitta, seppur al fotofinish, in Sardegna. E perché la premier si misura un’altra volta con un “suo” candidato.
Inoltre, in Abruzzo il centrosinistra è più che allargato: la coalizione va da Matteo Renzi a Nicola Fratoianni, passando per Pd e M5S. Il campo largo c’è ed esiste. Tutti elementi che in questo momento fanno tremare il centrodestra.
MELONI: «HO INVESTITO SULL’ABRUZZO». E DALLE ELEZIONI REGIONALI LE SORTI DELLA MAGGIORANZA DI GOVERNO
Ragion per cui Giorgia Meloni dedica un’intera giornata al suo amico «Marco»: «Io ho da tempo investito sulla sfida dell’Abruzzo: essendo io eletta qui, alle brutte mi cacciate, avete un maggiore appiglio, ma dimostra ancora una volta quanta attenzione dedichiamo a questa crocevia della nostra nazione».
Non teme l’effetto Sardegna, l’inquilina di Palazzo Chigi. «Lo dobbiamo ancora vedere l’effetto Sardegna – dice la premier – perché non abbiamo visto come è andata a finire. Ma sono molto ottimista per l’Abruzzo».
E la rinascita del campo largo? Risposta di Giorgia Meloni: «Contenti per loro. Non mi piace parlare degli altri, in campagna elettorale mi piace parlare di quello che è stato fatto, e penso che il lavoro di Marsilio in questi cinque anni sia ben dimostrato. L’Abruzzo è una regione che in un periodo di difficoltà ha resistito alla grande, con gente che non chiede assistenza o regali».
È il giorno in cui tutti i leader del centrodestra si ritrovano in Abruzzo per il comizio finale. La sfida di domenica è importante e forse dirimente per le sorti del centrodestra.
TAJANI: «NESSUN EFFETTO SARDEGNA»
Anche Antonio Tajani confida nell’esito positivo del match: «Io respiro aria di vittoria, per la vittoria c’è ancora tanto da lavorare, noi siamo qui proprio per questo, per dare un segno di grande attenzione a questa terra che merita di continuare a essere governata bene, Forza Italia vuole essere protagonista dell’azione di buon governo come lo è stata in questi cinque anni».
Il leader di Forza Italia è legato all’Abruzzo: «Come sapete, questa è una terra che mi sta a cuore, anche perché ho dedicato un po’ di tempo della mia vita all’Abruzzo, in modo particolare poi a questa provincia e a quella di Pescara: vedo che c’è la possibilità di raccogliere tanti consensi. Tornerò ancora in Abruzzo a fine settimana per aiutare i candidati di Forza Italia, per sostenere una battaglia, per far tornare Marsilio a fare il presidente della Regione e per allargare i nostri consensi. Sono convinto che la nostra lista otterrà un ottimo risultato».
Anche il vicepremier di Forza Italia conviene che non ci sarà alcun effetto Sardegna: «Non sento nessun effetto Sardegna. Ci sono episodi elettorali che certamente non fanno piacere, però se andiamo a vedere il consenso per il centrodestra in Sardegna è superiore al consenso che c’è per il centrosinistra. Che poi per mille e pochi più voti il candidato della sinistra con il voto disgiunto ha ottenuto di più, ma in Abruzzo non esiste il voto disgiunto, avremmo vinto anche con una legge diversa anche con il voto disgiunto, però questo conferma che quello è stato un episodio».
CENTROSINISTRA CONVINTO
Dall’altra parte il centrosinistra ci crede e ci spera. La segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, auspica un risultato che non sia dissimile da quello sardo.
«Mi sento fiduciosa – dice Schlein – perché lì c’è una coalizione che tiene insieme tutte le forze alternative alla destra con una bella candidatura che è quella di Luciano D’Amico, un competente che, dovunque è stato, all’azienda dei trasporti o all’università di Teramo, ha sempre messo insieme delle “fabbriche di futuro”».
E anche il leader del M5s , Giuseppe Conte fa il tifo per Luciano D’Amico: «Le testimonianze dai territori dell’Abruzzo, lì dove il suo presidente Marsilio non si fa vedere, impegnato com’è a governare la Regione in smart working da Roma. Ecco il disagio dei cittadini sfollati di Teramo, in conseguenza del terribile terremoto che colpì la regione. Si tratta di famiglie che sono state abbandonate a se stesse dal centrodestra, nell’insalubrità, nella sporcizia, in situazioni di vita difficili e dolorose. Serve un cambiamento anche in Abruzzo: possiamo farlo con Luciano D’Amico presidente».
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