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NELLA conferenza stampa sull’aereo di ritorno dal suo viaggio apostolico in Canada (24-30 luglio), un giornalista del TG1 ha chiesto al Papa come avesse vissuto la caduta del Governo Draghi in un momento così difficile per l’Italia anche sulla scena internazionale. Molto correttamente Francesco ha sottolineato  di non volersi immischiare nella politica interna italiana, pur esprimendo  apprezzamento per l’alta “qualità internazionale” di Draghi. Incalzato dallo stesso giornalista che gli ha chiesto: “Ma Lei che appello fa alle forze politiche in vista di queste difficili elezioni?”, Papa Francesco non si è sottratto alla domanda e anzi ha dato una precisa e lapidaria indicazione che penso non solo i cattolici ma tutti i cittadini italiani abbiano condiviso in profondità, al di là delle loro appartenenze politiche: “Responsabilità. Responsabilità civica”.

In questo pazzo agosto della campagna elettorale italiana in corso, credo che a molti italiani sia venuto in mente questo appello alla responsabilità delle forze politiche, e non certo per trovare conferma da parte di queste ultime di comportamenti rispondenti al sopra richiamato invito del Papa; semmai al contrario, nella stragrande maggioranza dei casi.

E gli esempi di irresponsabilità si sprecano: basta ascoltare certe promesse elettorali da parte di leader di partito che preferiscono vestire i panni di venditori di fumo, incuranti delle ricadute economiche e sociali dei loro slogan elettoralistici sia sul presente che sul futuro soprattutto delle giovani generazioni. Basta che i vari guru della comunicazione politica ne assicurino la presa diretta sull’indifferenziato, attuale popolo degli elettori che importa spararle grosse e sui più svariati terreni, sempre individuando il male nel nemico di turno e anche fidando nella memoria corta di quello stesso popolo che di promesse non mantenute (o peggio: piegate ai vari interessi di parte, eventualmente anche attraverso leggi “ad personam”)  ne ha viste scorrere a fiotti nel corso di anni e anni, subendone poi i contraccolpi dal punto di vista dell’interesse generale del Paese? In questo difficile momento interno e internazionale, (e nella direzione di una condivisa responsabilità collettiva da parte delle varie forze politiche che lo stesso Presidente Mattarella ha richiamato al momento di sciogliere le camere e indire nuove elezioni), nemmeno fanno bene certi battibecchi fra esponenti politici illustri che davanti alla opinione pubblica sembrano più preoccupati della loro leadership personale, sia all’interno che all’esterno dei loro schieramenti, che delle sorti e dell’interesse generale dell’Italia, benché essi non facciano che infarcire costantemente i loro discorsi di vuoti e vaghi richiami in tal senso.

Da ultimo nemmeno la vergognosa entrata a gamba tesa della Russia di Medvedev, (ventriloquo di Putin e meno che mai una figura di secondo piano né un folle, come certi uomini politici nostrani vorrebbero far credere per minimizzarne colpevolmente la portata), nella campagna elettorale italiana ha provocato un unanime sussulto di dignità e responsabilità condivisa da parte di tutti i partiti politici, Destra, Sinistra, Centro che siano. I cittadini italiani (e fra questi a maggior ragione quelli che disertano le urne perché non ne possono più di una politica di partiti sempre e comunque ripiegati su sé stessi) avrebbero voluto almeno per una volta vederli uniti in una dichiarazione congiunta, sottoscritta da tutti e nel segno di un reale e condiviso patriottismo repubblicano e costituzionale, pronto a respingere con pari indignazione al mittente un attacco e ingerenza indebita di tale portata.

Se gli Italiani in questo caldissimo e difficile agosto vogliono trovare qualche segnale positivo e di loro condivisa appartenenza e segno di responsabilità meglio rivolgersi altrove; alcuni esempi che mi accingo a dare non sono affatto ascrivibili al cosiddetto “buonismo” che tanti sono sempre pronti a tacciare quale semplice veste di facciata o al massimo come sinonimo di scarso realismo, semmai anzi corrispondono al realismo vero, quello che non vuole confondersi con il mero cinismo.

Primo esempio: Il 6 agosto, (quando anche nella politica e nei media la guerra di aggressione della Russia all’Ucraina è ormai largamente passata di moda, nonostante i drammi quotidiani e i crimini che vi si perpetrano e che proprio non fanno notizia nell’atmosfera vacanziera), allo stadio olimpico di Roma, alla presenza di più di 65.000 spettatori, si gioca in amichevole la partita della Roma contro la più importante squadra del Donbas, lo Shakhtar Donetsk. L’incasso verrà interamente devoluto in beneficenza per sostenere lo Shelter Center Arena di Leopoli, lo stadio ucraino che oggi serve come centro di accoglienza per  migliaia di persone profughi di guerra e per le iniziative relative da parte dell’ Agenzia Onu per i rifugiati. Alcune centinaia di profughi ucraini ospitati in Italia (compresi alcuni bambini piccoli calciatori) assistono alla partita. Si tratta di una iniziativa diretta, importante e di grande solidarietà alla quale le persone hanno risposto in massa, alla stessa stregua e anche oltre le più importanti partite di campionato o di Champions League.

Secondo esempio:a partire dall’ 11 agosto, i campionati europei di nuoto a Roma: la grande messe di medaglie e il primato conquistato dalla squadra italiana di fronte a un foltissimo e partecipe pubblico, non solo pieno di entusiasmo per i suoi atleti, ma che, memore della tragedia che l’Ucraina sta vivendo, ha applaudito parimenti gli atleti ucraini, anche se si dava il caso che, in certe specialità, l’Ucraina vincesse la medaglia d’oro e l’Italia quella d’argento. Resterà nel ricordo dei presenti e dei telespettatori quel commosso e lungo abbraccio, in una delle prime gare, fra le atlete della squadra italiana del nuoto artistico-sincrono (medaglia d’argento) e le atlete ucraine (medaglia d’oro), le quali ultime si sono allenate in questi mesi di guerra insieme con le italiane, poiché hanno trovato rifugio in Italia. Ne è nata una profonda amicizia, tanto che una componente della squadra italiana ha confessato pubblicamente di aver molto imparato dalle colleghe ucraine e queste ultime a loro volta hanno tenuto a ringraziare in italiano per il calore dell’ospitalità ricevuta.

Terzo esempio ancora dal mondo dello sport: campionati europei di atletica in corso dal 15 agosto a Monaco di Baviera. Anche in questo caso pari entusiasmo degli atleti che vestono la maglia italiana e del pubblico che li accompagna. Da ultimo, proprio ieri sera, 18 agosto, Gianmarco Tamberi, dopo aver vinto la medaglia d’oro del salto in alto, ha detto di aver trovato il coraggio di lottare, dopo una serie di gravi infortuni subìti, proprio al pensiero di poter indossare ancora una volta la maglia della nazionale e quindi di rappresentare l’Italia.

Forse davvero i nostri politici avrebbero molto da imparare non solo da questi esempi del mondo dello sport, ma da tanti altri innumerevoli esempi di una società matura che vuole vivere e impegnarsi in profondità per correre insieme e rispondere a tutte le complicate sfide della democrazia, contro ogni attacco di autocrazie di qualsiasi specie, secondo l’imperativo della “responsabilità” vera dei singoli e della collettività.  

*Professoressa dell’Alma Mater Università di Bologna


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