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Gilberto Pichetto Fratin

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Bisogna cambiare la percezione del Paese e avere le persone con le competenze per fare conoscere e vendere la realtà. Meloni apra la caccia ai talenti senza pregiudizi e faccia la squadra che può attuare la sua idea di Paese delineata su un orizzonte lungo in casa e fuori. Bisogna anche liberarsi di fardelli come il ministro Pichetto che è incomprensibilmente contro il Sud italiano e mina la credibilità strategica del Piano Mattei

Siamo arrivati molto prima del previsto al momento della verità. Il problema italiano sui mercati è nato per un colpo di sole di mezza estate che ha portato a annunciare in modo maldestro una tassa sugli extraprofitti bancari che aveva le sue ragioni, ma bisognava costruirla come un contributo di solidarietà consultando prima la Banca d’Italia e la guida delle principali istituzioni creditizie. Hanno fatto così in Spagna e, nonostante l’ovvio parere negativo della Banca centrale europea, il risultato è stato portato nelle casse del Paese senza rumore e figuracce internazionali.

Quell’episodio è stato terribile per la credibilità internazionale di Giorgia Meloni perché ha portato gli investitori globali a interrogarsi sulla conoscenza effettiva dei meccanismi di mercato del suo governo. È stato un danno terribile perché il lavoro prezioso fatto in prima battuta dalla stessa Meloni, ma molto bene anche da Tajani e Fitto, in Europa e nel mondo, aveva messo in sicurezza la credibilità di questo governo delineandone un profilo di conservatorismo moderno ancorato a un processo di cambiamento condiviso dell’Europa e sostenuto da una crescita del suo Paese superiore alle altre grandi economie europee e da una linea di prudenza molto apprezzata sulla finanza pubblica.

Un mix di credibilità internazionale e di percorso di crescita che garantisce la sostenibilità del debito su un orizzonte lungo che è sembrato ancora più convincente perché confrontato con i disastri della nuova premier conservatrice inglese, Liz Truss, costretta alle dimissioni in 45 giorni da una pressione dei mercati che stava mettendo a rischio non l’Italia dell’ultimo o penultimo gradino delle agenzie di rating, ma il Regno Unito della tripla A.

Poi sono arrivati i numerini della Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza (Nadef) e i mercati hanno potuto constatare che l’Italia, a differenza di tutti, si prepara al 2024 con un significativo extradeficit, minore crescita e nuove emissioni di debito pubblico mentre gli altri le restringono essendo quella che viviamo la stagione degli alti tassi.

Con un punto e mezzo di rendimento in più dei portoghesi e un punto in più degli spagnoli, avendo noi un’economia con fondamentali migliori di loro, non si scherza più. Bisogna cambiare la percezione dell’Italia nel mondo e bisogna avere le donne e gli uomini con le competenze necessarie per fare conoscere e vendere la realtà.

Per questo riteniamo che sia obbligatorio per Giorgia Meloni aprire con la massima urgenza la caccia a nuovi talenti senza neppure chiedersi da quale esperienza e rapporti con la politica governante precedente provengano. Quella che oggi serve a lei e, ancora prima, all’Italia è la squadra di talenti che può attuare la sua idea di Paese e la visione che lo delinea su un orizzonte lungo in casa e fuori.

Bisogna integrare e nominare sempre persone competenti. Bisogna soprattutto cercarle senza pregiudizi. Bisogna anche fare un’altra cosa ancora più urgente. Sbarazzarsi dalla sera alla mattina di ministri chiaramente inadeguati come si è rivelato Pichetto Fratin su un terreno davvero cruciale per il futuro qual è quello dell’ambiente e della transizione energetica.

Non esiste nessun Piano Mattei, che è invece una delle intuizioni strategiche più importanti della Meloni e che questo giornale ha sempre sostenuto, se c’è un ministro che incredibilmente si rifiuta ancora oggi di concedere la strategicità ai rigassificatori di Gioia Tauro e Porto Empedocle, oltre a tutti i disastri già compiuti e solo parzialmente corretti sul mercato tutelato come sui limiti arbitrariamente posti alla crescita della rete elettrica e alla autorizzazione delle nuove cabine.

Tutte queste resistenze su Gioia Tauro e Porto Empedocle sono incomprensibili per il futuro del Paese e ovviamente non potranno non avere ricadute elettorali per la stessa Destra. Soprattutto danno la sensazione, questa sì terribile, che il Piano Mattei persegua in modo sacrosanto un disegno di sviluppo alla pari di tutti i Sud del mondo dei quattro Mediterranei, ma tenga fuori proprio il nostro Sud che, se non altro per la posizione geografica, è di certo il primo di tutti i Sud del mondo e è a tutti gli effetti il candidato naturale come il motore di pace e sviluppo dell’intera area.

Che è, a sua volta, quella strategica del mondo capovolto dopo i carri armati russi in Ucraina ed è alla base della più grande delle intuizioni strategiche di politica estera del governo Meloni. Mandare a casa Pichetto Fratin, e sostituirlo con una persona libera e competente appare una scelta, a questo punto, non più rinviabile. Sono ormai troppi a ritenere che non basterebbe nemmeno più una sua retromarcia obbligata perché la ostinazione nel prendere tempo ha determinato una perdita di credibilità personale davvero rilevante.


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