Il ministro Pichetto Fratin
5 minuti per la letturaLa miopia ossessiva di Pichetto e Boschi porta il ministero dell’Ambiente a non riconoscere la strategicità ai rigassificatori di Gioia Tauro e Porto Empedocle. Danneggia lo sviluppo del Sud e la crescita del Pil italiano. Determina lo scandalo che i cittadini meridionali paghino le bollette per fare infrastrutture solo al Nord. Ignora che la Spagna ha rigassificatori superiori alle sue necessità e che, al primo litigio tra Marocco e Algeria, subentra nei rifornimenti e accresce il suo peso geopolitico nell’area a discapito della leadership italiana. Sono a rischio i voti di Forza Italia in Sicilia e Calabria e la credibilità del Piano Mattei di Meloni che fa da apripista in Europa con lungimiranza.
Se i cittadini del Sud devono continuare a pagare le bollette energetiche per finanziare solo la costruzione di infrastrutture al Nord si pone un tema di miopia economica che mina le ragioni fondanti della Costituzione e dell’unità d’Italia. Stendiamo un velo pietoso su chi ancora oggi ha la faccia tosta di sostenere che le infrastrutture al Sud non si devono fare perché non c’è industria (cosa falsa) ma poi si vuole che l’industria arrivi senza le infrastrutture che sono indispensabili per migliorare l’attrattività del territorio. Questo circolo perverso materialmente ignora che da solo il Mezzogiorno italiano è l’ottava manifattura d’Europa. Soprattutto ignora che è oggi il primo dei Sud candidato ad essere il nuovo Nord europeo del mondo capovolto causa pandemia e carri armati russi in Ucraina.
Questo ragionamento distorto su infrastrutture, industria e Sud italiano trova residua ospitalità solo nella testa del capo del dipartimento di energia, Federico Boschi, e del ministro Pichetto Fratin che cominciano ad essere un problema non più eludibile per il ruolo rilevante che Forza Italia ha nel Mezzogiorno e per la credibilità del Piano Mattei voluto da Giorgia Meloni che fa con lungimiranza da apripista e battistrada in Europa.
Questa miopia ossessiva, per non parlare d’altro, porta il ministero dell’Ambiente a non riconoscere da subito l’obbligata strategicità ai rigassificatori di Gioia Tauro e Porto Empedocle. Questa miopia produce danni allo sviluppo industriale del Mezzogiorno e alla crescita del Pil italiano incommensurabili. La medesima ottusa miopia, cosa altrettanto grave sottovalutata da tutti, non tiene neppure conto che la Spagna ha rigassificatori per un numero doppio delle sue necessità e che, dunque, al primo litigio o qualche minima difficoltà nel rapporto tra Marocco e Algeria, sarà immediatamente pronta a sostituire gli algerini nei rifornimenti energetici e accrescerà sempre di più il suo peso geopolitico nell’area a discapito della leadership che naturalmente appartiene all’Italia.
Questo ministro Pichetto e il suo dominus assoluto al ministero con i loro comportamenti stanno diventando un problema politico gigantesco.
Arrivano addirittura ad incidere, oltre che sulla grande questione industriale meridionale che è oggi ritenuta dal mondo intero la grande opportunità strategica dell’Europa e dell’Italia, sulla portata e sulla serietà della nostra proposta del Piano Mattei fino al punto di metterla in discussione agli occhi degli investitori internazionali e degli osservatori interni. Non si può perseguire in modo sacrosanto lo sviluppo alla pari di tutti i sud dei quattro mediterranei e tagliare brutalmente il nostro sud che è il primo di tutti perché è la porta dell’Europa nel Mediterraneo e la capitale globale di tutti i quattro mediterranei se li vogliamo congiungere all’Occidente e non lasciarli nel dominio militare e finanziario russo-cinese.
Prima c’era l’alibi della strozzatura a Sulmona. Si diceva: manca il gasdotto che collega Gioia Tauro e porto Empedocle alla dorsale del Nord produttivo italiano e, poi, dell’Europa. Ora questo alibi è crollato perché il ministro Fitto ha inserito l’opera nel Repower Eu all’interno del Piano nazionale di ripresa e di resilienza (Pnrr) per cui a giugno 2026 deve essere pronto.
È evidente che un ministro con un minimo di sale in zucca deve correre a dare la strategicità ai due grandi hub meridionali che possono potenzialmente diventare a loro volta anche fornitori dei sud del mondo e garantire comunque l’indipendenza energetica del Paese. Invece no, traccheggia, rinvia, soprattutto il suo mega consulente fa ragionamenti industriali e infrastrutturali fuori dalla storia e dalla realtà. Siamo a uno scandalo non più sostenibile che rischia di produrre una frattura irrimediabile nel rapporto tra la destra di governo ed il suo elettorato meridionale.
Questo ministro è lo stesso che vuole mettere la fine del mercato tutelato senza una chiarezza di idee e processi un mese prima delle elezioni europee e raddoppiare poi a dieci giorni dal voto le bollette in modo necessariamente sgangherato, è un mistero come sia possibile non accorgersi del fatto che le sue decisioni fanno danni al Paese di livello non più sopportabile e ne arrechino altri di altrettanta gravità alla maggioranza di governo.
Come può Forza Italia, che ha in Tajani la guida moderata di maggiore statura internazionale sul piano politico, continuare ad avere al Sud il ruolo di preminenza che oggi ha con punte massime proprio in Sicilia e in Calabria se un suo ministro taglia le gambe allo sviluppo energetico e industriale di queste due regioni? Perché Giorgia Meloni, cha ha problemi giganteschi su cui misurarsi a livello internazionale, deve avere tra i piedi anche un macigno costruito dal duo Pichetto-Boschi che tronca ogni legittimazione elettorale a fronte di tutto il lavoro che sta seriamente facendo a favore del Sud? Non si può più perdere neppure un istante.
O Pichetto cambia il piano climatico energetico con effetto immediato, inserendo ad horas la strategicità di Gioia Tauro e Porto Empedocle, o va casa. È diventato nella percezione di tutti il ministro contro il Sud e, se non si redime con scuse pubbliche, l’aria di casa di Verbania lo aiuterà almeno a comprendere gli errori commessi.
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