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Giorgia Meloni

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INIZIO di settimana positivo per le Borse europee che chiudono il mese di ottobre con un miglioramento medio del 10%. Scende il prezzo del gas ad Amsterdam e il petrolio negli Usa. Milano (+0,55%) scrive una storia a parte. I prezzi sono spinti dal dato sul Pil italiano nel terzo trimestre. Secondo una stima dell’Istat è in crescita dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e del 2,6% su anno. Si tratta del primato in Europa e del settimo trimestre in crescita. Lo spread sale però e viaggia attorno ai 215 punti base.

Gli occhi della finanza e della politica sono concentrati sulla crescita. Il risultato pubblicato ieri è superiore alle attese (+0,3% e soprattutto del meno 0,2% pronosticato recentemente dall’Upb). Crescita che si traduce nel 2,6% sull’anno, con una variazione acquisita per il 2022 al 3,9%, più del 3,3% stimato dall’esecutivo Draghi nella Nadef e più recentemente da Bankitalia. E, sia pure in via preliminare, la stima dell’Istituto di statistica ci posiziona in testa tra le economie europee: tanto che il nostro Paese cresce lo 0,2% in più della media Ue, che – secondo il dato flash dell’Eurostat – si ferma a quota 2,4%.

Nonostante il dato, contrario alle attese e che lascia quindi ben sperare per la chiusura dell’anno – il governatore di Bankitalia Ignazio Visco mette in guardia sul “peggioramento delle prospettive di crescita” che “è diffuso” e sulla “natura puramente indicativa” dei dati presentati dalla stessa Banca d’Italia nel suo bollettino economico: “i rischi sulla crescita sono orientati al ribasso, non solo per il nostro Paese”. Le ragioni principali restano il costo delle materie prime, la spesa per le bollette di luce e gas, e le incertezze legate alla guerra in Ucraina. Il che si traduce nell’inflazione galoppante. Ed è il motivo per cui – secondo Visco – ha fatto bene la Bce a prendere la decisione di rialzare i tassi: si può discutere del “ritmo” con cui farli salire, magari procedendo “in modo graduale”; ma non ci sono “dubbi sulla direzione intrapresa”, oltre che “sul fatto che il loro livello non sia ancora coerente con l’obiettivo di un’inflazione al 2%”. Intanto l’Italia resta agganciata al treno della ripresa, e viaggia sui binari della crescita, anche meglio della media europea.

“La fase espansiva del Pil – osserva l’Istat – prosegue per il settimo trimestre consecutivo, ma in decelerazione rispetto al secondo trimestre dell’anno”. La stima provvisoria dell’Istat “riflette dal lato della produzione un calo dell’agricoltura e dell’industria e un aumento marcato dei servizi; dal lato della domanda un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta”, per via di “una crescita delle importazioni maggiore rispetto alle esportazioni”.

Giancarlo Giorgetti, alla Giornata del Risparmio, prima uscita ufficiale come ministro dell’Economia delinea la strada che seguirà il nuovo governo. Da una parte riduzione di debito e deficit, dall’altro sostegno a famiglie e imprese. Cita Enaudi secondo cui “l’atto di consumo non era sano senza l’atto spirituale di ponderarlo con la prudenza del futuro”. Parole che sembrano una rassicurazione, mentre spiega che “il nuovo Governo è orientato a confermare il proprio impegno – nei prossimi anni – a ridurre il deficit della pubblica amministrazione e il rapporto debito/Pil; ma è anche profondamente convinto dell’urgenza di proteggere le famiglie, soprattutto le più deboli, dal rialzo delle bollette e del carrello della spesa, di difendere la competitività delle nostre aziende, anche a fronte delle ingenti misure di supporto annunciate da altri Paesi europei quali Germania e Francia e non solo ad esempio il Giappone”.

Venerdì il Consiglio dei ministri aggiornerà la Nadef varata per la sola parte tendenziale dal governo Draghi. Alle bollette dovrebbero essere destinati i tre quarti delle risorse a disposizione, con un ritocco verso l’alto del deficit che potrebbe arrivare, secondo indiscrezioni, al 3,9%. “Occorre il massimo impegno per proteggere l’economia delle famiglie e delle imprese dalle emergenze gravi del presente – conferma Giorgetti – nella convinzione che – in questi anni di incertezza – occorra proteggere la dignità e l’operosità dei cittadini e non la logica del debito e del sussidio; e che si debbano tutelare le imprese dalla volatilità dei prezzi e dalla scarsità delle risorse, non solo assicurando loro la disponibilità di liquidità, ma anche che tale disponibilità sia accessibile a condizioni il più possibile vantaggiose”.

Occorre adottare politiche di rapido contrasto all’inflazione, insiste, “in grado di frenare sì la crescita dell’aumento dei prezzi, ma soprattutto tali da evitare che tale crescita sia prolungata.


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