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Il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto con la premier Giorgia Meloni

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«IL GOVERNO non firmi nessuna intesa con le Regioni prima che vengano definiti i Lep e superato il criterio della spesa storica»: Roberto Occhiuto chiede al governo una moratoria sull’autonomia differenziata, una richiesta che arriva da un esponente di Forza Italia, presidente della Regione Calabria. Un gesto politico “forte” che mette spalle al muro gli alleati, fissa i paletti entro i quali sarà possibile muoversi, rompe le uova nel paniere a quei presidenti di Regione che già si preparavano a chiedere il via libera per quelle materie dove non è necessaria la quantificazione dei Lep (Livelli essenziali delle prestazioni.

AUTONOMIA DIFFERENZIATA: DALLA CALABRIA IL DITO NELLA PIAGA CHE SVELA L’INGANNO

«Non ho pregiudizi sull’autonomia differenziata – ha esordito il presidente della Regione Calabria Occhiuto, intervistato da SkyTg24 – Il ddl Calderoli è stato migliorato grazie a FI, ma la legge andava maggiormente approfondita. Ci sono materie, come quelle non soggette ai Lep, per le quali si potrebbero fare subito intese. Su questi temi, invece, serve un surplus di riflessione per capire se ci possano essere ricadute negative per il Sud». Occhiuto si era già esposto assumendo una posizione critica durante l’iter di approvazione della legge 86/24. Ma ora esce allo scoperto e anticipa le prossime mosse dei colleghi Luca Zaia e Attilio Fontana, pronti a presentare le loro richieste a Palazzo Chigi per ottenere la gestione (e le risorse relative) di funzioni attualmente di competenza statale. Sulla loro scia si era già accodato il Piemonte di Cirio e altrettanto avrebbe fatto la Liguria se non fosse impantanata nel caso-Toti. Sono in ballo, tra l’altro, materie come il Commercio estero; l’organizzazione e la gestione di porti e aeroporti; Protezione civile; Ordinamento delle professioni; previdenza integrativa e Giustizia di Pace. Funzioni che implicano la ripartizione di risorse importanti, a partire dai finanziamenti del Pnrr.

Quando Occhiuto parla di superamento della spesa storica mette il dito nella piaga. Scopre l’inganno di una legge che vuole continuare a ripartire le risorse fotografando lo status quo a tutto vantaggio delle regioni più sviluppate. «Roberto Occhiuto non le manda a dire sull’autonomia: quelli che erano brontolii sotto traccia, smentiti ogni volta che arrivavano in superficie, sono diventate prese di posizione e di distanza rispetto a provvedimenti importanti di governo – dice Osvaldo Napoli, di Azione – Forza Italia ha fatto un passo in una direzione inattesa, ma imboccata con decisione, dopo il positivo risultato delle Europee, effetto forse dei rimbrotti venuti dalla famiglia Berlusconi, poco o niente soddisfatta di un partito che trova troppo acquiescente verso Meloni».

LE OMBRE SUL GOVERNO

Il leader azzurro Antonio Tajani si era finora limitato a dire che avrebbe “vigilato” sugli effetti del dl Calderoli, creandosi inimicizie nel Carroccio. «Nessuno si era spinto così avanti come Occhiuto su un provvedimento – aggiunge Napoli – che, così come è uscito dal Parlamento, non prevede il becco di un euro sui Lep e sarebbe destinato a una bocciatura senza appello nelle regioni del Sud». Il gelo con Bruxelles, il disamore del Mezzogiorno, la frattura nel fronte interno: per Giorgia Meloni si preannuncia un autunno caldo. I banchetti nelle piazze raccolgono firme ma anche umori contro la premier. Un rischio che Palazzo Chigi ha forse sottovalutato. Per dire: a Milano, dove si gioca “fuori casa”, sono state raccolte 3.700 firme contro l’autonomia differenziata dai volontari dell’Anpi. A Napoli partirà oggi la prima settimana di campagna referendaria per l’abrogazione della legge. L’appuntamento è alle 10.30, in piazza degli Artisti, al Vomero. A promuoverla, il Comitato cittadino costituito da Cgil Uil, partiti, associazioni e movimenti. In campo è scesa anche Legacoop, contraria – si legge nel comunicato diffuso dal presidente Simone Gamberini – a un provvedimento che avrà effetti negativi, rilevanti e duraturi sul piano economico e sociale, considerando l’alto rischio che i divari infrastrutturali e immateriali legati, per esempio, a Sanità e’Istruzione, possano crescere ancora».

RICADUTE SULLE DONNE

Al coro anti-Spacca-Italia si è unito anche l’Ali (Autonomie locali italiane) che ieri ha organizzato un incontro ospitato a Palazzo Madama. «Le riforme sul premierato e sull’autonomia – sostiene Ali – avranno ricadute negative sulle donne, le disuguaglianze si accentueranno, le Regioni con politiche più avanzate potranno offrire maggiori servizi e diritti alle donne: senza standard nazionali minimi , i diritti fondamentali delle donne potrebbero non essere garantiti in maniera uniforme».

Ma suona anche l’altra campana. In Campania si è costituito il comitato “Oltre il pregiudizio”, formato da professori, imprenditori, giornalisti e medici – tra i quali Antonella Esposito, Alessandro Caldoro ed Enzo Rivellini – di diversa estrazione politica. Contestano le critiche alla legge Calderoli, ritengono che sia diventato ormai uno «scontro tra opposizione e maggioranza». L’uscita a piede libero del presidente della Regione Calabria Occhiuto sull’autonomia differenziata dimostra però l’esatto contrario.


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