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De Luca guida la protesta in piazza contro il Governo

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NON SI ferma la protesta di Vincenzo De Luca: dopo la “marcia su Roma” che ha scatenato la reazione del governo Meloni, il presidente della Regione è intervenuto a Napoli. Lo spartito è stato sempre lo stesso: «Gli esponenti “del Governo Meloni-Badoglio ieri se ne erano scappati tutti». Il governatore della Campania non ha risparmiato nessuno. «Il ministro dell’Interno Piantedosi è stato latitante per tutta la giornata. Tutta la mia solidarietà alle forze di polizia che sono state abbandonate a sé stesse e non sapevano con chi parlare».

Il centrodestra attacca De Luca per l’insulto che ha riservato all’inquilina di Palazzo Chigi. Ma De Luca non ci sta e rilancia: «L’insulto lo ha fatto questo Governo a tutto il Sud. Parliamo di fondi che servono a ridurre il divario tra Nord e Sud. L’insulto è aver firmato gli accordi prima con tutte le Regioni del Nord e poi adesso stanno arrivando a Sud. L’insulto è stato non aver fatto trovare nessuno a 200 sindaci».

L’impressione è che dietro questa protesta si celi il vero progetto di De Luca: far nascere un partito del sud che possa sconquassare gli equilibri della politica nazionale. C’è chi lo ha ribattezzato “il nuovo Grillo”, chi un novello “Masaniello”, fatto sta che il partito del governatore della Campania non è solo una suggestione. In tanti dicono che sia legata alla chiusura da parte dell’esecutivo sul terzo mandato. Sia come sia, per tutta la giornata hanno tenuto banco le parole di De Luca. «Chi governa non può monopolizzare le risorse per ricattare i cittadini, ci sono delle regole fondamentali in una vita democratica. Il potere è rispettare i diversi ruoli istituzionali». E ancora: «Lo scontro che abbiamo con il Governo non è fra maggioranza e opposizione, fra Nord e Sud ma è per il carattere della democrazia: in Italia stiamo perdendo le regole fondamentali”.

Il governatore campano ha inoltre aggiunto: “Di fronte a questo atteggiamento, la nostra risposta è semplice: la dignità del Sud, della Campania e di Napoli non è in vendita». Dopodiché De Luca gioca anche a fare la vittima. «Preparatevi a una campagna di mistificazione, di diffusione di menzogne e di diffamazione perché non hanno motivi per reggere questa situazione. Preparatevi a un’ondata di notizie false: questo fa parte di una tecnica antica, quando si colpivano i diritti e le libertà. Noi siamo andati a Roma da cittadini italiani a rivendicare i nostri diritti e la possibilità di lavorare in pace».

La destra non ci sta a sentire la narrazione del presidente della Regione Campania. Tommaso Foti di Fratelli d’Italia la mette così: «Mi stupisce la caduta di stile di De Luca e mi stupisce che le donne di sinistra non siano insorte. Ma questo fa parte dei due pesi e delle due misure cui la sinistra ci ha da tempo abituato. De Luca è peggiorato perché un tempo le sue battute erano pesanti ma non arrivavano a questo turpiloquio. Tra l’altro lui rappresenta un’istituzione, rappresenta una Regione che ha una tradizione culturale che non merita di essere scalfita da battute triviali».

Dall’altra parte c’è come Giuseppe Conte, leader dei 5Stelle, strizza all’occhio al governatore De Luca perché ritiene che questo esecutivo abbia intrapreso «una strada pericolosa: pur di accontentare forze politiche di maggioranza sta concedendo delle riforme sull’autonomia che fanno male al Paese». L’ex presidente del Consiglio non ha dubbi: «Non si può governare senza una visione unitaria del Paese, solo per accontentare ciascuna forza politica, il premierato per Fdi, l’autonomia per la Lega e la giustizia per Fi: così si distrugge il Paese ed è chiaro che poi arrivano le proteste degli amministratori». Parole che lasciano intendere qualcosa di più di un flirt tra De Luca e Conte. Segno che più di qualcosa si muove.


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