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Non siamo nemmeno gli unici in natura, siamo animali eminentemente sociali al pari delle api e delle formiche


Tanto in campo scientifico quanto nei discorsi dove prevale il senso comune, viene sempre fatto riferimento all’umanità, a tutti noi, come ad un particolare tipo di animali sociali. L’uomo (inteso come genere umano) è un animale sociale, e questa semplice affermazione contiene in realtà una serie di informazioni importanti. A partire da quella dell’essere animali, e quindi rafforzando l’idea evoluzionistica della specie. Si, siamo animali, insomma (anche se qualcuno storce ancora il naso). Siamo sociali, per di più, cioè abbiamo la netta predisposizione a stare in società, a vivere in società. Peraltro, non siamo neanche gli unici da questo punto di vista. Pensate per esempio, alle api, o alle formiche e al tipo di complesse società che di fatto costruiscono in ogni alveare o formicaio che sia.

Anche noi umani costruiamo società basate sulle relazioni con i nostri simili, in cui ciascuno assume un ruolo particolare. Certo, non è la regola. C’è chi i ruoli li rifiuta, li combatte, si oppone, a conferma proprio del fatto che è dentro una società di relazioni. A ben vedere, gli unici esterni alla voglia di essere parte della società potrebbero essere gli eremiti, presenti fin dall’antichità, a vario livello, per questo chi sceglie l’eremitaggio è considerato un deviante. Però ho l’impressione che si stia allargando un convincimento che tende a farci diventare animali sociali in qualche modo atipici. Di più, azzarderei bipolari.


Perché se da un lato non sappiamo – e non vogliamo – rinunciare a far parte della società, dall’altro facciamo finta che questa sia un’operazione unidirezionale, che tradotto in soldoni significa: Sto nella società perché mi serve a prendere, ad ottenere cose. Non comprendiamo – o, meglio, facciamo finta che sia una scelta opzionale – che una società è una realtà complessa, e che funziona solo se mantenuta in un equilibrio quasi magico, in cui ciascuno prende quello che serve e da quello che ha e che può. E questo vale per tanti campi, dall’amore ai soldi, dalle relazioni alle tasse. Pretendere di prendere solo e non dare mai non ci rende né furbi né migliori. Ci priva del sociale, e ci lascia animali.


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