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Polarizzazione dello scontro tra maggioranza e opposizione, il pressing su Giorgia Meloni: Schlein è convinta che sia la chiave di volta per arrivare al 21% alle Europee e riuscire così a blindarsi al Nazareno


Una tradizione lunga 15 anni che Elly Schlein non ha sacrificato nemmeno la scorsa settimana sull’altare del Nazareno: le “cronache sanremesi” inaugurate nel 2009 dall’allora 23enne studentessa che si divideva fra le primarie di Barack Obama e gli studi in Diritto costituzionale, sono diventate negli anni un appuntamento fisso per i circa 30 mila follower (sono quelli di cui la segretaria ha accettato l’amicizia) del profilo Facebook personale di Schlein.
Una tradizione a cui non ha mai rinunciato «per coerenza», come dice lei stessa. Ma anche e soprattutto per divertimento e amore per la musica. Un puro divertissement per la segreteria dem che suona egregiamente il pianoforte e la chitarra ed è amante dell’indie rock statunitense, con una predilezione per le band The National e Mumford and Sons.

La segretaria dem, però, deve fare attenzione a non distrarsi troppo, perché i problemi e le sfide sul tappeto sono veramente tanti. A cominciare dal futuro duello tv con la presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni, una sfida che la segreteria dem è assolutamente convinta di vincere.

SCHLEIN E IL PRESSING SU MELONI: POLARIZZAZIONE DELLO SCONTRO. IL TIMING PER IL DUELLO

L’unica certezza, comunque, è che il duello si farà. Per il resto, come chiariscono fonti del Pd, è ancora tutto da definire, a cominciare dalle regole d’ingaggio. Un primo punto sullo svolgimento del duello potrebbe essere fatto la prossima settimana, quando ai contatti telefonici subentreranno gli incontri in presenza. Si parla di un pranzo di lavoro già programmato durante il quale si dovrebbero fare passi avanti in direzione dell’appuntamento.
Il timing, comunque, è ancora lungo: non se ne parlerebbe prima della fine di marzo. Prima di allora, la segretaria Elly Schlein sarà impegnata ancora nel suo tour elettorale per l’Italia.
Nel frattempo, la segretaria dem continua a cercare la polarizzazione del confronto con la premier, convinta che sia la chiave di volta per arrivare alla soglia psicologica del 21% alle prossime Europee che le consentirebbe anche, da candidata, di incassare un consenso personale che la blinderebbe al Nazareno.

TONI PIÙ ALTI

Anche in caso di risultato negativo del Pd, è il ragionamento che si fa in Transatlantico, un buon risultato personale respingerebbe eventuali tentazioni di avvicendamento nutrite dalla minoranza dem. Alla segreteria non sfugge, infatti, che le correnti sono in fase di posizionamento: le due convention di Energia Popolare a cui lavora Bonaccini, nonostante le rassicurazioni degli esponenti della corrente che le definiscono funzionali al radicamento dell’area e in funzione del successo del Pd, sono visti con un misto di sospetto e preoccupazione dagli alti dirigenti dem.
Anche in virtù di questa polarizzazione necessaria con Meloni, la segretaria dem ha alzato i toni dello scontro e ha infittito le risposte alla premier e agli esponenti del suo governo. Il punto, però, è che, se non ben calibrata, la polarizzazione potrebbe favorire Meloni, sempre a proprio agio quando ha un nemico da combattere. Ed è proprio per questo che la leader di Fratelli d’Italia non vede l’ora di sfidarla in tv.

I DUBBI DI FDI

Ma il corpo a corpo televisivo potrebbe non bastare. Sarà vera sfida solo se entrambe scenderanno in campo. Per ora la presenza della segretaria dem è data per certa, mentre più cauti sono gli alti dirigenti di FdI: «Le Europee potrebbero essere un’occasione per verificare il consenso fra i cittadini», ha detto la premier in un’intervista di due settimane fa.
E il presidente del Senato, co-fondatore di FdI, Ignazio La Russa, aveva aggiunto poco dopo: «Secondo me Giorgia Meloni fa bene a scegliere all’ultimo. Quando mancherà un mese e mezzo al voto, a quel punto tirerà le somme. Dopodiché, se si candidasse sarebbe nella norma, nella regola. L’unico dubbio, perché me ne ha parlato, è se la candidatura togliesse tempo al governo. Ci sta pensando».
Tradotto dalla retorica politica, significa che per Giorgia Meloni i sondaggi non sono così buoni come vorrebbe. E quindi potrebbe rinunciare.


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