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Gli uomini passano, le istituzioni restano: l’accordo su Bagnoli, con la firma del premier Meloni e del sindaco Manfredi, potrebbe essere una svolta


Gli uomini passano ma le istituzioni restano e camminano sulle gambe di altri uomini. Ci sono frasi talmente forti che possono essere usate in contesti diversi conservando intatta la loro efficacia. Nella citazione originale Giovanni Falcone parlava delle “idee” che vanno avanti indipendentemente dalle persone. Nella versione rivista si parla delle istituzioni che dovrebbero sempre essere al di sopra degli interessi personali o partitici nell’interesse collettivo.

L’accordo su Bagnoli, con la firma del premier Meloni e del sindaco Manfredi, potrebbe essere una svolta, anche perchè “benedetta” dal ministro della Coesione, Fitto e del governatore della Campania, De Luca, che da mesi duellano sullo sblocco dei 7 miliardi e passa previsti per la Regione dal Fondo Sviluppo e Coesione. I motivi per cui queste risorse, relative al ciclo di investimenti 2021-2027, risultano ancora congelate dal governo sono diverse e, forse, tecnicamente valide.

Così come hanno un fondamento le proteste del governatore campano che ieri non ha rinunciato all’ennesima stoccata: “La foto a Bagnoli mi è costata 1,2 miliardi”, ovvero la dote per il risanamento dell’area. Ma c’è un fattore che, più di ogni altro, dovrebbe spingere ad estendere, anche su questo tavolo il “metodo Bagnoli”, ovvero il dialogo istituzionale fra Comune e Governo. Parliamo della variabile “tempo”.

E’ vero che spendere in fretta, spesso, non significa spendere bene. Ma spendere in ritardo significa, per la Campania e per il Sud, rallentare la crescita con il rischio di perdere le risorse assegnate. E’ arrivato, insomma, il momento di far prevalere il buon senso, anche istituzionale, sulle ragioni del conflitto. Il fattore tempo, a questo punto, non è più una variabile indipendente. Per nessuno.


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