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La parola magica è inglese, off label, cioè utilizzato al di fuori delle autorizzazioni pre-esistenti. Dove non arrivavano i protocolli e le procedure consuete, sono arrivati l’ingegno e il talento dei medici napoletani. Mentre la sanità lombarda – benché arricchita nei decenni da fondi pubblici – è in affanno da un mese ed il sistema sta scoppiando, dal Sud arriva un modello da seguire e persino esportare nel resto del mondo: sperimentare sui contagiati un farmaco normalmente utilizzato per altre indicazioni terapeutiche. Con risultati sorprendenti, da quel Mezzogiorno con una sanità spesso priva di risorse e mezzi ma dotata di straordinarie eccellenze.

IL TEST

Nel curare la polmonite grave, effetto collaterale del Coronavirus, la task force composta dai primari degli ospedali pubblici Monaldi, Cotugno e Pascale ha sperimentato un farmaco utilizzato di solito per guarire dall’artrite reumatoide, il Tocilizumab. Trattati al momento sei contagiati, in tre hanno già mostrato miglioramenti e sui restanti tre si deve attendere qualche giorno. Sull’esempio di Napoli, in altre zone d’Italia a partire da Bergamo si sta sperimentando il Tocilizumab. Non è il rimedio al Covid-19, intendiamoci, ma il primo passo fondamentale verso la cancellazione degli effetti prodotti da questo maledetto virus.

I LUMINARI

Chi ha avuto l’idea? Tre luminari che rispondono al nome di Paolo Ascierto (direttore dell’unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovativ), Franco Buonaguro (direttore Biologia Molecolare e Oncogenesi virale del Pascale) e di Vincenzo Montesarchio (direttore Oncologia dell’Azienda Ospedaliera dei Colli). “Abbiamo ripreso e portato avanti uno studio cominciato in Cina”, ha spiegato lo stesso Montesarchio. Si può essere fiduciosi? “Siamo molto fiduciosi, ma dobbiamo monitorare anche gli altri su cui è stata provata la cura. Se questi casi ci daranno risposte positive allora potremo lavorare a un protocollo nazionale”, ha aggiunto. Abbiamo attivato una chat con i colleghi del Nord che stanno utilizzando il farmaco dopo la nostra esperienza”, l’annuncio di Ascierto.

IL PROTOCOLLO

A riprova della grande scoperta, la sponda dall’Oms. “Abbiamo parlato con l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) per avviare un protocollo su tutto il territorio nazionale” che possa valutare l’efficacia del farmaco testato a Napoli per la cura di effetti infiammatori gravi causati da Covid-19. A confermarlo è stato Walter Ricciardi, membro appunto dell’esecutivo dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) e consulente del ministero della Salute. “E’ un farmaco contro l’artrite reumatoide che anche i cinesi stanno utilizzando – ha aggiunto – per poter dire con certezza se sia realmente efficace va testato su molte persone e in modo serio, non soltanto su alcuni come fatto da colleghi ci Napoli, che però hanno avviato un discorso importante». Quanto ai tempi per i risultati, ha rivelato Ricciardi, “stiamo parlando di settimane se non mesi”. Decisivo l’asse in tema di ricerca tra Cina e Italia, anzi Napoli. “Abbiamo stabilito un vero e proprio ponte della ricerca con i colleghi cinesi, che avevano già osservato un miglioramento nei malati trattati in questo modo – ha spiegato Gerardo Botti, direttore scientifico del Pascale – solo la collaborazione internazionale consentirà di mettere a punto armi efficaci contro il Covid-19”.

IL FARMACO

Il principio attivo del farmaco utilizzato off label è commercializzato in Italia dalla casa farmaceutica Roche, con il nome di Actemra. Si tratta di un farmaco di fascia H, il cui utilizzo – ad eccezione di casi particolari – dev’essere limitato all’ospedale o a strutture analoghe. Se la sperimentazione dovesse continuare ad andare bene e le tac dovessero dimostrare che la polmonite sta regredendo, la Roche lo fornirà gratis, come annunciato in una missiva inviata dall’amministratore delegato Maurizio de Cicco al ministro della Salute, Roberto Speranza, e ai governatori delle Regioni. Una buona notizia dal Sud per il Nord, per l’Italia e forse per il globo intero che in molte zone ancora sottovaluta la portata pandemica del Coronavirus.


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