Il logo del progetto “SicCome Dante”
5 minuti per la lettura“Nel mezzo del cammin di nostra vita/mi ritrovai per una selva oscura/che la diritta via era smarrita”.
E poi? Come continua questa storia? Il progetto Siccomedante (così denominato perché contiene il sic latino e il come italiano su richiamo della due lingue che utilizzava Dante), permette di scoprirlo, in modo particolarmente allettante per i giovani, che sono chiamati, in questo periodo di lezioni on line e grande uso della rete, alla partecipazione diretta, liberando la propria fantasia.
Su www.siccomedante.it è infatti possibile trovare strumenti utili per riuscire ad entrare facilmente nella narrazione dantesca, oltre ad esempi di creatività giovanile ispirata dall’opera di Dante. Nello specifico il progetto propone, per ogni canto della Divina Commedia, un podcast di tre minuti, nel quale l’appassionata voce dell’autrice, la professoressa Laura Forcella, invoglia alla lettura diretta del testo tramite un ascolto che può avvenire in qualsiasi momento della giornata, in bicicletta o sul divano, in riva al mare e tra le selve oscure. Alla vigilia del 700esimo anniversario della morte di Dante, che il prossimo anno dovrebbe essere celebrato da una miriade di iniziative anche ministeriali (per lo meno, questo era l’intento prima dell’arrivo del Coronavirus), il poeta italiano più famoso al mondo ha ancora molto da trasmetterci ma la conoscenza della Divina Commedia, anche quando è sorretta da un corso di studi regolare, è però per lo più frammentaria perché generalmente nelle scuole domina la convinzione di Benedetto Croce, secondo cui alcuni canti sono poetici e altri impoetici. In realtà la poesia è disseminata in ogni canto. Gli apparati didattici e critici, indispensabili per chi voglia affrontare lo studio sistematico del testo, costituiscono a volte una barriera al gradimento da parte di un pubblico non specialista. Se si aggiunge che è spesso difficile oggi fare i conti con la lingua di Dante, si capisce come l’acquisizione della Divina Commedia nell’immaginario collettivo sia parziale e limitata a pochi episodi canonici. Le nuove tecnologie, se usate con intelligenza per mirare alla comprensione e alla fruibilità, possono risultare efficaci alleate per diffondere capillarmente la conoscenza della Divina Commedia, soprattutto dal punto di vista della sua struttura narrativa e dei suoi contenuti. Senza banalizzazioni, è possibile, in linea con quanto Dante ha fatto al suo tempo, invitare tutti al banchetto della conoscenza e al piacere di una narrazione rapida come i nostri tempi impongono.
Lanciata lo scorso 25 marzo, nel primo Dantedì, l’idea è nata da Forcella, già insegnante di italiano e latino, autrice di conferenze anche per il Comitato dantesco della Lombardia e componente della giuria di un concorso studentesco patrocinato dalla Società Dante Alighieri. «Tutti conoscono Dante ma pochi hanno letto tutta la l’opera. Come va a finire la Divina Commedia? Che cosa succede dopo questo ingresso tormentato e inquietante nella selva oscura? Ho il piacere di raccontarlo in pochi minuti alla settimana – dichiara – pochi minuti per seguire, canto per canto, in cento appuntamenti, lo straordinario percorso a piedi di questo geniale poeta. Uno che sa raccontare, che sa avvincerci con storie incredibili, che, parlando dell’aldilà, ci fa capire meglio quale sia la nostra condizione nell’aldiquà. Un uomo, un poeta che incontra i morti, ma che ci parla irresistibilmente di vita. Un poeta che ci fa viaggiare con l’immaginazione e che ci regala parole di uso quotidiano».
Parole come “quisquilie”, per esempio, che è entrata nel vocabolario italiano grazie a Dante: “quisquilie” sono le pagliuzze che il sorriso di Beatrice sa cancellare per rendere più chiara la sua visione di innamorato offuscato. «Beatrice sta all’origine e alla fine di questa lunghissima lettera d’amore che è la Divina Commedia. Con lei, che in vita non l’aveva ricambiato, Dante immagina un incontro nell’aldilà che sarà per sempre. Anche noi non potremo facilmente dimenticare la forza delle sue parole e della sua fantasia. Poi piovve dentro a l’alta fantasia, ci dice Dante che ci inonderà di immagini ed emozioni poetiche», informa ancora la docente il cui folle volo sarebbe rimasto solo un desiderio se non avesse incontrato l’associazione culturale inPrimis che ha creduto nel progetto.
«Il nostro modello propone di trasformare il linguaggio di un’opera fondamentale per la letteratura italiana e si pone l’intento di avvicinare i più giovani al testo, rendendoli però protagonisti di una rielaborazione personale che li responsabilizza», spiega il presidente dell’associazione Francesco. «Abbiamo notato che se si valorizza un lavoro destinato alla pubblicazione su media frequentati dai propri conoscenti e amici, l’impegno dello studente viene amplificato dall’ambizione di fare qualcosa di bello; in tal modo ne giova anche la didattica, nonostante le limitazioni dell’essere on line».
Siccomedante insomma stimola i giovani al confronto con la Divina Commedia: come scriverebbe oggi Dante la sua opera più nota per descrivere la corruzione e i vizi contemporanei? Con quale filtro di Instagram o hashtag di Twitter? Chi taggherebbe su Facebook? si chiede loro. «Che Dante esca dalle scuole, vivificato dalla voce di lettori attenti e appassionati come se ne trovano tra gli studenti – si augura Forcella, precisando che il progetto – si rivolge anche al pubblico adulto, ai conoscitori di Dante che hanno studiato e ricordano solo i canti più noti, a persone che ne intuiscono la grandezza senza tuttavia aver mai letto questo grande poema che ha sempre bisogno, per continuare a vivere, di lettori contemporanei».
I podcast proposti sul sito, lunghi massimo 3 minuti, hanno il dono della sintesi che, precisa l’autrice delle narrazioni, «non è semplificazione, ma comprensione. Le due parole significano, dal punto di vista etimologico, la stessa cosa. È alla comprensione della Divina Commedia che punta il progetto. L’impegno è quello di fare da tramite per una soddisfacente lettura del poema che, per la sua complessità, richiede per i più una guida». Il progetto ha da subito avuto il sostegno della Società Dante Alighieri, seguita da altre realtà tra istituzioni e scuole da Brescia a Brindisi e Reggio Calabria, ma ha anche ricevuto l’apprezzamento di personalità del mondo dello spettacolo, come l’attrice Lucilla Giagnoni che sta portando avanti il suo progetto di “vespri danteschi».
Dopo una buona partenza in termini di lavori già in corso, c’è stato un rallentamento a causa della situazione di emergenza e degli stravolgimenti che ha comportato, ma tutto resta a disposizione anche per il prossimo anno scolastico e gli studenti sono chiamati a partecipare anche oggi. Per offrire ulteriori materiali didattici, il progetto sta mettendo a punto un percorso formativo basato su video lezioni di artisti, esperti danteschi, chef… che offrono strumenti utili alla traduzione in opere degli estri creativi dei giovani.
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