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Ecco quali sono i libri che hanno accompagnato l’estate 2024 degli italiani: da nuove pubblicazioni a grandi ritorni


Ferie finite e valigie ormai disfatte. Anche quei libri dell’estate che hanno accompagnato le giornate sotto l’ombrellone o i pomeriggi di relax tornano sugli scaffali. Qualcuno li presterà a un amico o a un familiare, con l’entusiasmo di chi vuol condividere un’esperienza di lettura che l’ha intrigato e arricchito. Quali sono stati i libri più letti? I dati di vendita delle librerie italiane indicano più o meno gli stessi titoli, ma non ci sono solo novità editoriali in vetta alle classifiche. I librai lo confermano: ci sono state delle sorprese quest’estate. Innanzitutto c’è stato il ritorno del libro da sfogliare e qualche dispositivo digitale di lettura in meno. Meno romanzi rosa, più gialli, crime-stories. Soprattutto è emerso il desiderio di calarsi in racconti che aiutano a riflettere sulla storia, su sé stessi e sulla società.

Scorriamo insieme i titoli dei libri dell’estate, per scoprire che la maggior parte, forse per un passa parola, è subito entrata nelle hit. Pubblicato il 27 agosto e tuttora uno dei testi venduti è la Strangera di Marta Aidala. Racconta di una donna che, stanca dei ritmi della propria vita, decide di cambiare rotta. Qui scatta l’identificazione del lettore con il personaggio, perché questa tentazione l’abbiamo avuta un po’ tutti. Beatrice, questo è il suo nome, è risoluta: lascia Torino e intraprende un viaggio. La sua meta è la montagna. Qui scoprirà sé stessa e anche qualche illusione. Un uomo le darà il soprannome di “strangera”, ma lei sente di essere straniera in quei luoghi non più di tutti gli abitanti della montagna.

Altro caso editoriale dell’estate è stato il libro di Milena Palminteri, Come l’arancio amaro, uscito alla fine di giugno e in testa nelle classifiche italiane. Il romanzo parte da una storia vera, che si sviluppa dagli anni Venti agli anni Sessanta. Ci sono tre protagoniste, sono donne battagliere, ciascuna a modo proprio, in conflitto con un mondo che vorrebbe ritagliare loro un posto marginale nella società e nel rapporto di coppia. Le difficoltà di chi ha attraversato la guerra, la povertà e il desiderio di ricostruire si rispecchiano nelle personalità così diverse delle protagoniste.

Il vero exploit editoriale è un altro. Un testo che in alcune librerie napoletane ha sbancato, rivelandosi la sorpresa dell’estate: L’Amore Assaje di Francesca Maria Benvenuto che, uscito a metà giugno, in pochi giorni ha venduto circa una settantina di copie, conquistando un posto di rilievo anche negli stand delle librerie e ottime recensioni. È il primo romanzo della Benvenuto, scritto a metà fra dialetto napoletano e lingua italiana, perché il protagonista è uno scugnizzo di nome Zeno. Ed è lui, bambino cresciuto troppo in fretta, a raccontare la vita di recluso nel carcere minorile di Nisida. Il padre è in prigione e il ragazzino conosceva soltanto un modo per portare a casa un po’ di soldi, il peggiore. Così è finito anche lui in una cella, accusato per una serie di scippi, rapine e per aver spacciato droga. Il suo atteggiamento sfacciato è solo una maschera.
Zeno rivelerà alla propria insegnante di italiano, tutta la fragilità della sua anima, scrivendo – come lei gli chiede – un diario: “Professore’ la verità? Io volevo nascere viaggiatore … O comunque volevo nascere ‘nu poco più fortunato. Oppure non nascere affatto. Ma soprattutto io volevo nascere creaturo. Invece non aggio mai avuto l’onore, a me mi hanno fatto grande fino dall’inizio. … Questo mare pare che non serve a niente. E invece qualcosa fa. Prova pure lui a spostare Nisida: esso ci prova con le onde! Mentre noi che stiamo nella galera ci proviamo solo con gli occhi”. L’Amore Assaje non è nelle classifiche italiane, ma è ancora molto richiesto.

Ricordate Il treno dei bambini di Viola Ardone, il romanzo uscito nel 2019? Fu un successo editoriale che ha avuto una trasposizione cinematografica per la regia di Cristina Comencini. Il film sarà presentato in ottobre alla Festa del Cinema di Roma e inizialmente trasmesso su una delle piattaforme di streaming. Ma, sorpresa: quest’estate è tornato nell’elenco dei libri più venduti. È la storia vissuta da migliaia bambini meridionali, condotti nel Nord d’Italia e affidati a varie famiglie, temporaneamente, per strapparli alla miseria. Un’iniziativa del Pci che se da un lato permise loro di non vivere negli stenti dall’altra li isolò dalle famiglie d’origine e dai luoghi conosciuti.
La scrittrice fa raccontare a un bambino questo dramma: “Da quando si è saputo il fatto dei treni, dentro al vicolo abbiamo perso la pace. Ognuno dice una cosa diversa: chi sa che ci venderanno e ci manderanno all’America per faticare, chi dice che andremo in Russia e ci metteranno nei forni, chi ha sentito che partono solo le creature malamenti e quelle buone se le tengono le mamme, chi non se ne fotte proprio e continua come se niente fosse, perché è ignorante assai”.

Il lettore di oggi non è attento soltanto alla storia, ma anche al modo di scrivere e raccontarla. Tanto che altro fenomeno dell’estate è stato l’acquisto di un secondo libro di un autore già letto. Così Il treno dei bambini ha trainato verso l’ultimo romanzo di Viola Ardone Grande meraviglia. Anche questo è tra i più venduti dell’estate. Altra scrittrice in vetta alle classifiche è Francesca Giannone autrice di un altro dei libri dell’estate: Domani Domani un romanzo ambientato in Salento, nel 1959.
È la storia di Agnese e di suo fratello Lorenzo, entrambi molto legati all’azienda di famiglia, che improvvisamente fallisce e viene ceduta. Di fronte a questa difficoltà la reazione dei due fratelli è diversa e qualcosa sembra spezzarsi anche fra loro. Sembra. Il libro è piaciuto e ha riacceso l’interesse anche per il precedente successo letterario della Giannone: il suo romanzo di esordio, La portalettere, libro che l’anno scorso non solo fu il più venduto ma anche il più tradotto (in 34 paesi). E l’estate 2024 ha ri-premiato la storia della prima portalettere salentina.

Non poteva certo mancare il libro di Donatella Di Pietrantonio vincitrice del premio Strega. Per settimane prima in classifica L’età fragile ha conquistato lettori e lettrici per la capacità della scrittrice di scavare nell’anima ferita con delicatezza, pur mostrandone tutto il dolore. Tutto il bello che ci aspetta di Lorenza Gentile ambientato in una Puglia solare si è fatto strada fra i libri più letti conquistando le preferenze soprattutto grazie al tam tam di chi l’ha letto. Apprezzato per originalità anche Il cognome delle donne, romanzo familiare ambientato nella Sicilia del primo Novecento, opera prima della scrittrice Aurora Tamigio, che ruota intorno alla riflessione che “il cognome delle donne è una cosa che non esiste. Portiamo sempre quello di un altro maschio”.
C’è chi ha preferito l’ironia di Donne di tipo 1 di Roberta Casasole, un romanzo di cui è protagonista una donna che sfugge alla propria incapacità di controllare gli scatti di ira, convincendosi di essere affetta da Sindrome Premestruale Perenne di Tipo 1, patologia che la porterebbe a disprezzare chiunque.

Dopo tante autrici, anche alcuni scrittori: Gianluca Gotto, con l’apprezzato Succede sempre qualcosa di meraviglioso affronta il tema del viaggio di un giovane alla ricerca della felicità. Finalità ambiziosa ma non irraggiungibile: dipende dagli incontri che troverà nelle sue escursioni. Il titolo ci suggerisce un gran finale. Danilo Sacco ha conquistato i lettori con Donne senza paura, uscito lo scorso febbraio e giunto alla quinta ristampa. Si tratta del ritratto di donne coraggiose, in lotta per la parità di genere, divenute un simbolo per molte altre. Con Matteo Bussola, autore di La neve in fondo al mare la lettura ha toccato il mondo adolescenziale e le sue fragilità, a partire dai disagi creati dal lockdown.

Sotto l’ombrellone questa estate non ci sono stati solo libri italiani. Lo dimostrano ancora una volta i dati di vendita: tra i più richiesti c’è stato, per molte settimane, il libro di Ayatsuj Yukito I delitti della casa decagonale crimini compiuti da un unico killer, che in una lettera confessa e spiega gli omicidi, poi la chiude in una bottiglia, lasciata al mare e alle sue correnti. Nella casa decagonale, costruita sulla roccia, si recano sette giovani membri del Circolo del Crime dell’Università K, per indagare.

Altro noir è Sangue freddo di Robert Bryndza un romanzo poliziesco che parte dal ritrovamento del cadavere di un ragazzo, chiuso in una logora valigia. Sta scalando ancora le classifiche anche Il canto dei cuori ribelli di Thrity Umrigar in cui, sullo sfondo dell’India, due donne si confrontano alla luce di una cultura divisa fra oscurantismo e slanci di modernità. È il racconto del coraggio femminile che cerca di emergere nonostante i tabù. Uscito nel 2023, è stato fra i più letti anche Donne che pensano troppo di Susan Nolen-Hoeksema, una lucida descrizione di alcune paranoie che intrappolano le persone. L’autrice ne fa, però, una caratteristica prettamente femminile. Una lettura un po’ discutibile.

Ma attenzione: non tutti prima di partire hanno fatto un giro in libreria lasciandosi catturare dalle novità. L’estate è proprio il momento di dedicarsi ai racconti che ci hanno affascinato ai libri che vogliamo rileggere o che abbiamo acquistato tempo fa. Titoli prevedibili, altri meno. Vediamone alcuni: Baumgartner ultimo libro dello scrittore Paul Auster, morto lo scorso aprile, Il figlio sbagliato romanzo giallo  della scrittrice svedese  Camilla Läckberg. È ricomparso La parete di Marlen Haushofer, un “cult” pubblicato nel 1963, che ottenne successo in Italia vent’anni dopo, divenendo un vessillo per le tematiche femministe ed ecologiste.

Altro ritorno L’amica geniale, il romanzo di Elena Ferrante, pubblicato nel 2011 e divenuto subito un successo editoriale e poi televisivo. Fra i libri preferiti riecco anche Le tartarughe tornano sempre di Enzo Gianmaria Napolillo, racconto del 2015 ambientato a Lampedusa (luogo mai citato ma ben descritto) dove la cronaca degli sbarchi interroga il lettore quasi chiedendogli da che parte stia e gli racconta anche che l’amore vero esiste.

Alla fine gli italiani hanno dimostrato di non seguire del tutto le mode, ma di comportarsi come consigliava Italo Calvino: “Non resta che inventarci ognuno una biblioteca ideale dei nostri classici; e direi che essa dovrebbe comprendere per metà libri che abbiamo letto e che hanno contato per noi, e per metà libri che ci proponiamo di leggere e presupponiamo possano contare. Lasciando una sezione di posti vuoti per le sorprese, le scoperte occasionali”.


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