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Quando scrivere non fa rima con vivere, gli altri mestieri degli scrittori: l’ingegnere, il contabile, il matematico, il lavapiatti, il raccoglitore clandestino di ostriche, l’operaio, il postino, il chimico, il muratore, il capo del personale, il correttore di bozze


L’ingegnere, il contabile, il matematico, il lavapiatti, il raccoglitore clandestino di ostriche, l’operaio, il postino, il chimico, il muratore, il capo del personale, il correttore di bozze. Chi si nasconde dietro questi lavori? Scrittori, scrittrici e poeti che prima di conquistare editori, lettori e gloria sono ricorsi ai più svariati mestieri per sbarcare il lunario. Impieghi svolti per assicurarsi il famoso pezzo di pane, pagare affitto, bollette o gabelle. Mantenere se stessi e la famiglia.

Occupazioni spesso umili e malpagate. A volte noiose, altre faticose. Fantasiose o ordinarie. Professioni e mestieri scelti dai diretti interessati, dettati dalla sorte o dal titolo di studio conseguito. C’è chi li ha svolti controvoglia e chi, invece, li ha vissuti con passione e per diverso tempo conciliandoli con la scrittura.

Carlo Emilio Gadda, scrittore e poeta milanese di professione faceva l’ingegnere. Non pochi i mal di pancia verso quel lavoro che sottraeva tempo e impegno alla sua passione per la scrittura. All’autore di Quer pasticciaccio brutto de via Merulana toccò fare l’ingegnere in Sardegna e in Lombardia, ma anche all’estero. In Belgio e in Argentina presso la Compañía General de Fósforos, fondata dagli industriali italiani Dellachà e Lavaggi. Nel 1940 l’addio definitivo alla professione di ingegnere e l’impegno rivolto esclusivamente alla scrittura.

Chimico e non solo scrittore, Primo Levi autore di Se questo è un uomo, con un’esperienza lavorativa persino in una società svizzera produttrice di alimenti speciali e prodotti farmaceutici. Il suo compito? Studiare farmaci contro il diabete.
Conosciuto come il poeta ingegnere o il poeta delle due muse, per essere riuscito a coniugare la cultura umanistica con quella scientifica, il lucano Leonardo Sinisgalli fu tra le altre cose autorevole consulente di importanti aziende.

E Leonardo Sciascia? Scrittore, giornalista, saggista, drammaturgo, poeta e impiegato per alcuni anni al Consorzio agrario del paese siciliano dove era nato l’8 gennaio del 1921. Sciascia si occupava dell’ammasso del grano a Racalmuto.
Indossa giovanissimo la bustina del muratore, il calabrese Saverio Strati. Sudore e fatica per lui iniziano appena finite le scuole elementari.
Da sud a nord della penisola. Trieste, Italo Svevo. L’autore de La coscienza di Zeno, nel 1880 dopo il fallimento dell’azienda paterna, inizia a lavorare presso la filiale triestina della Banca Union di Vienna. Impiego che, sebbene mai amato, lo scrittore mantiene per ben diciotto anni.

C’è poi quello che alcuni ricordano come il “caso” Olivetti.
Giudici, Fortini, Volponi, Sinisgalli, Pampaloni passano tutti da lì. Dagli anni ‘40 fino agli anni ‘80 poeti, letterati e scrittori di rilievo lavorano nella fabbrica di Ivrea ricoprendo incarichi diversi, anche di grande responsabilità. Non è un caso: per Adriano Olivetti sono necessari dovunque, anche in un’industria a elevato contenuto tecnologico.
E allora ecco il poeta, saggista, critico letterario e traduttore Franco Fortini  occuparsi fino al 1960 delle pubblicazioni aziendali, delle campagne pubblicitarie e dei nomi dei prodotti (suoi quelli scelti per la Lexikon, la Tetractys e la Lettera 22); il poeta  Giovanni Giudici  della biblioteca aziendale, lo scrittore Giorgio Soavi  dell’immagine dell’azienda, il sociologo e narratore Ottiero Ottieri  della selezione del personale. Allo scrittore e poeta Paolo Volponi viene affidata la direzione dei Servizi sociali aziendali. E infine il critico letterario e scrittore Geno Pampaloni: collaboratore per dodici anni di Olivetti, è il responsabile dei servizi culturali e segretario generale del movimento Comunità.

La cartina dei mestieri fatti dai maestri delle parole in Italia è quanto mai ricca.
Impiegato al catasto di Asiago Mario Rigoni Stern. È, invece, laureato in medicina e per cinque anni fa l’assistente alla Clinica medica dell’Università di Torino, Carlo Levi. L’autore di Cristo si è fermato a Eboli, non eserciterà la professione di medico, preferendo la pittura e il giornalismo.
Contabile in un’impresa di costruzioni stradali e correttore di bozze presso alcune case editrici Elio Vittorini; impiegato in un istituto di credito Giuseppe Pontiggia, lo scrittore di Nati due volte. Lavoro in banca anche per Maurizio de Giovanni.

Ex magistrato Gianrico Carofiglio, così come Giancarlo De Cataldo. Fa lo psichiatra Mario Tobino che comincia a prestare servizio come “medico dei matti” al manicomio di Lucca, poi in quello di Maggiano che nella finzione letteraria del libro sulle ricoverate nell’ospedale psichiatrico sarà Magliano.
Domenico Starnone, come diversi altri, è stato insegnante. Una lunga esperienza lavorativa da cui sono nati, ad esempio Ex cattedra e altre storie di scuola, Solo se interrogato. Appunti sulla maleducazione di un insegnante volenteroso.

Vale anche per Pier Paolo Pasolini. Dal 1947 al 1949, insegna materie letterarie alla prima media della scuola di Valvasone che raggiunge ogni mattina in bicicletta. La docenza si ripete alla scuola media di Ciampino fino al 1953.
Non mancano i mestieri dei poeti. Attilio Bertolucci insegna storia dell’arte in un liceo.  Giorgio Caproni studia violino ma fa anche il fattorino presso uno studio legale, l’impiegato e il maestro elementare. Garzanti ha pubblicato i suoi “Registri di classe”, a cura di Nina Quarenghi. Andrea Zanzotto che insegna ai bambini quando è ancora uno studente all’università di Padova, è docente nella scuola media di Conegliano.

E all’estero?
Tra gli scrittori stranieri più conosciuti gli esempi di mestieri praticati non si contano. Avreste mai pensato, ad esempio, di entrare in una farmacia e trovare dietro il banco Agatha Christie? Proprio così la regina del giallo nel 1917, dopo due anni come volontaria all’ospedale militare di Torquay nel Devon, prese l’abilitazione come assistente farmacista. Il primo stipendio? Un salario annuale di 16 sterline. E se a tirare a lucido un paio di scarpe polverose fosse Charles Dickens in persona? Il futuro papà di David Copperfield aveva solo dodici anni quando venne assunto in una fabbrica di calzature. La sua mansione? Incollare etichette sui barattoli di lucido. Dieci ore di lavoro al giorno e una paga settimanale di sei scellini. A dirla tutta, Dickens fece anche il giornalista e il praticante avvocato.

L’autore di Martin Eden e Zanna Bianca, lo scrittore e giornalista Jack London si industriò a fare il pescatore clandestino di ostriche nella Baia di San Francisco, lo strillone di giornali, il lavandaio, il cacciatore di foche e anche il cercatore d’oro. George Orwell era un agente della polizia imperiale in Birmania mentre Harper Lee ha fatto la bigliettaia per una compagnia aerea.
Stephen King, prima di diventare insegnante di lettere alla Hampden Academy nel Maine alla fine del 1971, fece non solo il bidello ma il benzinaio, lo spazzino, il bibliotecario e l’inserviente in una lavanderia industriale di Bangor.
L’irrequieto padre della Beat Generation a cui regole e convenzioni stavano strettissime, Jack Kerouac fece il marinario e pure il lavapiatti, il raccoglitore di cotone e persino l’avvistatore di incendi.

Chuck Palahniuk, autore di Fight Club trovò un’occupazione alla Freightliner, una fabbrica di camion. Entra alla Scuola Superiore del genio militare di San Pietroburgo, dove studia ingegneria militare Fëdor Dostoevskij; assistente legale nel campo assicurativo Franz Kafka non esita a licenziarsi per poter scrivere. E se Vladimir Nabokov autore del celeberrimo Lolita era pure un entomologo abbastanza conosciuto, il premio Nobel per la letteratura nel 1949 William Faulkner fa il postino all’ufficio dell’Università del Mississippi ma anche il commesso in una libreria.

Operatore cinematografico oltre che cantante, musicista e insegnante di inglese, James Joyce autore di Ulisse e Gente di Dublino.
Diversi gli scrittori legati alla medicina: Sir Arthur Conan Doyle, giallista per eccellenza, dalla cui penna è nato Sherlock Holmes, era anche medico. Oliver Sacks è conosciuto come neurologo e accademico oltre che per aver scritto libri di successo come L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello e Risvegli. Medici erano pure Cechov, Céline e Bulgakov.

Herman Melville padre di Moby Dick dal 1834 al 1841 è impiegato di banca, quindi commesso, agricoltore e maestro di scuola. Tutto questo a causa della bancarotta finanziaria subita dalla sua famiglia e prima di imbarcarsi come mozzo sulla Saint Lawrence diretta a Liverpool per poi prendere il mare con le baleniere.
Mestieri diversi toccano in sorte anche a John Steinback tra cui quelli di custode di una residenza estiva sul lago Tahoe e guida turistica.
Aviatore e militare francese, l’autore de Il Piccolo principe. Il 12 ottobre 1926 Antoine de Saint-Exupéry viene assunto come pilota dalla Compagnia Generale di Imprese Aeronautiche Latécoère (poi Aéropostale). Cinquemila chilometri a bordo del suoi veicolo per trasportare la posta. Mark Twain nella vita ha fatto l’umorista, il giornalista, l’aforista, il narratore ma anche il pilota di battelli e il cercatore d’oro.

Sylvia Plath: poetessa e scrittrice statunitense insegnò per un periodo allo Smith College, optando poi per un lavoro part-time da centralinista al reparto psichiatrico del Massachusetts general hospital.
E la scandalosa e irrequieta Colette? Diventa imprenditrice della beltà e del fascino. Nel 1932 apre un istituto di bellezza nel quale dà consigli di trucco, parrucco e affini alle dame parigine. Il successo è assicurato e Colette apre ben quattro succursali e altri negozi. In tutti, si vendono i prodotti e i cosmetici pubblicizzati e curati dalla scrittrice e attrice teatrale, con la sua immagine sulle etichette disegnata da lei. Influencer ante litteram? Forse, ma a modo suo.
Per la serie tutto il mondo è paese, lo scrittore giapponese Murakami Haruki ha gestito un jazz club per molti anni prima di dedicarsi esclusivamente alla scrittura. E si potrebbe continuare.
Di libro in libro, di autore in autore, di mestiere in mestiere prende forma il caledoscopico mondo dei narratori impegnati a scrivere (ma anche a vivere).


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