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Il Novecento nelle collezioni del Mart di Rovereto ha una pregevole estensione in altri musei della provincia di Trento, in particolare nelle raccolte del Museo Diocesano che si aprono oggi con la mostra “Orantis Imago” . L’arcivescovo di Trento, Lauri Tusi, su una cattedra che fu la più potente, dopo le fondamenta, nella storia della chiesa, si compiace del patrimonio moderno dei suoi musei, e scrive: “Il titolo della nuova mostra allestita al Museo Diocesano Tridentino Orantis imago, preso a prestito da un’opera di Tullio Garbari, ci richiama una dimensione fondamentale dell’essere umano, oltre ogni credo religioso. Mi riferisco a quello stato di bisogno esistenziale universale che ci porta inevitabilmente a chiedere aiuto, dopo aver sperimentato l’illusione dell’autosufficienza. Una predisposizione che non di rado diventa preghiera, invocazione.

A ben vedere, quella che apparentemente è debolezza, è in realtà la nostra incommensurabile forza. Siamo, cresciamo e maturiamo come uomini e donne solo in virtù della capacità di riconoscere la nostra vera natura, cooperativa e solidale. Non per ragioni etiche, ma per una constatazione oggettiva, riflessa anche in ogni pagina evangelica: viviamo di relazione. Tra noi e con ciò che ci trascende. L’‘altro’ è sempre risorsa, opportunità, prospettiva. Mai limite ed ostacolo alla nostra personale realizzazione”.

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Le opere presentate, con le cure di Domizio Cattoi e Alessandra Tiddia, sono in numero limitato, ma dei principali maestri della provincia. Il grande Umberto Moggioli è presente con ameni paesaggi, imperturbabili, del tempo di guerra.
Il dialogo con il Mart è inevitabile: nostri sono i cartoni preparatori per l’affresco del palazzo delle poste di Trento; nostro l’interno della chiesa di Sant’Ilario di Giorgio Wenter Marini; nostro è il disegno preparatorio della “Madonna della pace” di Tullio Garbari, il cui olio su tavola è uno dei capolavori del Museo Diocesano. Anche un altro Garbari conta fra le opere memorabili del pittore: “ La creazione di Eva”.

A una variante di realismo magico si può ricondurre, dello stesso Garbari, “Il miracolo della mula”. Del klimtiano Bonazza memorabile è “Il tramonto a Campotrentino”. I dipinti neorinascimentali di Carlo Bonacina sono una lirica premonizione di Lorenzo Bonechi. Notevoli sono anche, tra i soggetti religiosi, le “Due bambine” di Gino Pancheri. Ancora al Rinascimento fiorentino guarda Eraldo Fozzer con la sua “Madonna con il bambino” in gesso a finta terracotta. Sempre sorprendente è Michelangelo Perghem Gelmi nella sua potente e savoldesca “Madonna del pane” come in “Silenzio” è “Il Golgota”. Una sorpresa è, nel mondo sempre più ricercato della pittura femminile, Cesarina Seppi.

Una declinazione moderna dell’espressionismo è nelle xilografie e nei dipinti di Guido Polo. Preziose sono le xilografie e le linoleumgrafie di Bruno Colorio.

Sempre più grande, e meritevole di una maggiore attenzione per una mostra monografica, a rappresentare la sua durevole vocazione simbolista, è Dario Wolf, presente con potenti ed espressive acqueforti che mostrano una concezione esoterica del mondo cristiano. Pochi artisti sono capaci di interpretare l’iconografia religiosa in modo tanto originale e colto, fondendo cultura italiana e cultura tedesca ,con esiti sorprendenti. La civiltà artistica del Trentino nel Novecento è ben rappresentata nel Museo Diocesano.


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