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Il film "La bella e la bestia"

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Il 3 dicembre 1992 fu la volta de “La bella e la Bestia”; il 6 dicembre di tre anni dopo uscì “Il gobbo di Notre Dame”. Nelle sale cinematografiche dei primi di dicembre del 1999 venne il turno di “Tarzan”.

Non c’è Natale che non sia stato associato a un cinema in famiglia, specialmente per i bambini; non c’è Natale che non venga ricordato in compagnia di un classico Disney, uscito nelle sale a qualche giorno dalle feste.

Una tradizione, quella dei lungometraggi Disney, che ha segnato le festività di generazioni di bambini. Una tradizione tristemente interrotta, quest’anno, dal corso del Covid che non consentirà alle famiglie di lasciarsi avvolgere dal buio e dalla magia di un cinema.

Così, mentre negli anni ‘90 calcavano le scene principesse, animali parlanti e magie, oggi ci chiediamo quale favola si possa raccontare ai bambini. Eppure abbiamo tutto il necessario per costruirne una: la vita che scorre tranquilla, tanti protagonisti da adorare e imitare, un antagonista che interviene a metà della storia e che mette tutto a soqquadro finché gli eroi della fiaba non riescono a neutralizzarlo.

Forse non avremo gli scenari da sogno e la magia di un cartone animato Disney, probabilmente questo è un mondo folle e privo di immagini ispiratrici, ma tutto ciò che ci accade può diventare la struttura di una storia a lieto fine. L’impedimento che in questi mesi ci toglie – tra le altre – la gioia della sala di un cinema può essere raccontato e volto al positivo ai bambini che cercano di addormentarsi col petto gonfio di emozioni.

Sconfitto il Covid non avremo solo un motivo per rendere la vita futura migliore, ma anche di rendere quella attuale un laboratorio di morali e lezioni di vita. Su cui costruire una fiaba che finirà con un vero e sentito “e vissero per sempre felici e contenti”.


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