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LA VELA di una barca interrompe l’azzurro del mare che si incastra sul cielo. Si muove dolcemente, con grazia, come se danzasse spinta dal vento che dà tregua al caldo del mezzogiorno sulla spiaggia dalla sabbia bianca. Pochi ombrelloni: sono casualmente in una alternanza perfetta di blu e di giallo. Il frinire delle cicale si insinua tra le fronde degli alberi che segnano il confine con il resto del mondo.
Nessuna mondanità, nessun frastuono, piuttosto una sorta di pudore che ti induce a pensare per un attimo che in fondo questa è l’estate ritrovata. Un’estate strana che arriva dopo i mesi sghembi del lockdown.
Non è questo, però, il punto. Il punto è che i colori e le visioni, i suoni e i silenzi, persino i bagnanti e i bambini – da sempre i piccoli regnanti degli arenili con i loro castelli di sabbia – su questa spiaggia scoperta per caso hanno acceso la macchina della memoria. Ed eccoci sulla riva delle lunghe estati dell’infanzia. Estati spartane e meravigliose come i cavallucci e le stelle marine, come le piccole barche che di notte si accendevano di luci, come l’odore della legna secca che bruciava per i falò sulla spiaggia, come quei giochi fatti col poco che era tanto perché era la felicità! Era la gioia dell’ozio, del tempo vuoto prima della scuola, dei ponti immaginari sul futuro che doveva venire, dei libri che bisognava leggere, delle collanine con le conchiglie raccolte tra i granelli di sabbia, dei vetrini colorati che l’acqua di mare aveva limato e poi restituito, delle pannocchie abbrustolite, del profumo di resina, dell’allegria che metteva il rosso dell’anguria, dei racconti dei grandi, del latte di mandorla bevuto fresco…
In quel tempo sospeso era bandito ogni schermo. La televisione si accendeva tutt’al più per il telegiornale. Le voci alla radio, invece, accompagnavano il valzer di pensieri pigri, delle favole che duravano il tempo di una canzone. Giorni senza orologio che luccicano d’oro ogni qual volta riemergono dalle teche della memoria. Proprio come è accaduto per un attimo in questa estate ritrovata.
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