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C’ERA una volta la vergogna, sentimento diverso dal pudore che di per sé prevede una mediazione culturale. La vergogna no, è ancestrale. Tant’è che imporpora le guance anche quando non vorresti, la vergogna è schietta come reazione immediata a qualcosa che ha effetti pubblici, riverberi sociali. Nonostante questo, ci si può vergognare anche in privato ripensando a qualcosa che ci ha messo in difficoltà davanti ad altri, o di fronte a un’azione tanto più grande di noi.
La nostra è un’epoca senza vergogna e quello che una volta era oggetto di tale sentimento oggi non ha più senso. Vediamo per esempio come, nonostante la mascherina ci tolga parte della nostra anima e personalità, il resto del corpo lo esibiamo con spavalderia, basta fare un giro sulle spiagge. O anche un giro sulla tv dove non esistono limiti alla promozione di pannolini, assorbenti e lubrificanti. Cose che fatichi anche a chiedere, a tono basso, al banco del farmacista e che la pubblicità invece si diverte a far diventare un gioco di società. In tempi non così lontani il senso del privato, del corpo, persino dei pensieri era sacro e quella sacralità dettava anche i termini del buon gusto e dell’educazione. Insomma funzionavano bene i limiti che ognuno sapeva imporsi, limiti della libertà di azione ed espressione che si taravano sul rispetto dell’altro.
E la vergogna era un calmiere di velleità e spavalderie, mia madre non avrebbe mai mangiato al ristorante in costume e mio padre avrebbe preteso di indossare camicia e pantaloni, ma il tempo passa e bisogna accettare che i costumi cambino, che il topless sia sdoganato, che i tatuaggi non siano solo per ex galeotti, che dire “ciclo mestruale “ in pubblico non faccia più gridare allo scandalo.
Ma il senso della vergogna è anche tema vasto che vela e copre questioni più delicate di un tanga brasiliano. Prendiamo il caso della torta di compleanno per un bambino fatta preparare con pistole e proiettili, pistola di cioccolato sì, ma ordinata da una famiglia non in odore di santità. Quella stessa che, in altri tempi, avrebbe trovato nella vergogna la giusta copertura.
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