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Tenere gli occhi chiusi non è più possibile. Chi continua a invitarci a sognare non so più se è un illuso o un truffatore. Negli ultimi decenni, ogni volta che abbiamo chiuso gli occhi, abbiamo perso qualcosa: un diritto che davamo per scontato, la proprietà di un bene comune, un treno, una lezione che ci sarebbe servita, il senso della misura, il momento opportuno per dire quello che era giusto dire e fare quello che era giusto fare. Ogni volta che abbiamo chiuso gli occhi, sotto al naso ci è passata una nuova legge, una firma di mani capaci soltanto di mettere firme. Ogni volta che abbiamo chiuso gli occhi, ci siamo risvegliati meno ricchi.
È stata violata la buona fede di quanti, facendo la delega al mondo, si assopivano per cercare un po’ di ristoro dalla fatica e nella fuga del pensiero trovavano il più facile riparo da ogni incubo reale, lasciando gli altri continuare ad agire.
Si dice che sognare è gratuito, ma quei sogni li abbiamo pagati e a caro prezzo.
Per cercare di riprenderci quello che era nostro, in questi ultimi anni abbiamo iniziato a tenere gli occhi sempre aperti, ma ci troviamo di fronte a un’impresa altrettanto impossibile. Vivere costantemente vigili e sulla difensiva ci sta rendendo sempre meno lucidi, pronti a difenderci dal male come dal bene, dalla menzogna come dalla verità, senza più riuscire a distinguere l’una dall’altra. Siamo diventati pugili che tengono sempre la guardia alta e questa è una pessima tecnica di combattimento: prima o poi non riesci più a tenere salda la concentrazione, a reggere il peso delle tue stesse braccia e dei tuoi stessi guantoni; prima o poi, al di là della tua volontà, la guardia l’abbassi completamente. Quando stai attento a controllare tutto, c’è un momento in cui non riesci più a controllare niente.
Viene da chiedersi allora se esista un modo sostenibile di guardare il mondo.
Credo di sì e credo che questo potere ce l’abbia l’immaginazione.
A differenza del sogno, l’immaginazione è consapevole e non ci fa svegliare a mani vuote; ci permette di intravedere realtà che non svaniscono alla luce del sole.
A differenza del sapere, l’immaginazione ci proietta nel futuro. Chi si limita a raccogliere informazioni infatti, per quanto si affanni, cammina sempre un passo indietro perché si può sapere soltanto il già accaduto. Immaginare invece ci permette di intuire. Se un pugile sa immaginare, riesce a distinguere quando è necessario tenere la guardia alta e quando può abbassarla perché non c’è pericolo; così facendo riesce a mantenere lucidità ed energie.
La nostra è un’epoca talmente straripante di immagini già preconfezionate che abbiamo perso la capacità di immaginare. Credo che sia anche questo il motivo di tanta aggressività. Immaginare rende umani: se immaginiamo come l’altro si sente e cosa significhi stare nella sua pelle, ci viene meno facile offendere, fregarcene, essere razzisti, omofobi, prepotenti, vigliacchi, falsi, violenti.
Immaginare ci rende liberi, più forti dei poteri forti.
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