Alcune scene dell’ultimo James Bond girato a Matera, “No time to die”
5 minuti per la letturaDr. No, Blofeld, Largo, Le Chiffre. Ne ha sconfitti tanti di nemici l’agente 007, James Bond. Ma non poteva immaginare nemmeno l’esistenza dell’avversario più pericoloso che ha dovuto affrontare nella sua storia. Si chiama Covid-19. Ed è stato l’agente che ha costretto l’ultimo film della saga, No Time To Die, a un’estenuante serie di rinvii dovuti alle misure di distanziamento sociale che hanno costretto i cinema a chiudere per mesi. Sarebbe dovuto uscire ad aprile e poi a ottobre del 2020, ma l’appuntamento è stato ogni volta rinviato. Finalmente giovedì 30 settembre il film sarà nelle sale italiane.
È anche per questo che ricorderemo No Time To Die come un film epocale. Lo è già di per sé. È infatti li film che chiude la fortunata e affascinante saga del James Bond di Daniel Craig, iniziata nel 2006 con Casino Royale e continuata con Quantum Of Solace, Skyfall e Spectre.
Snobbato al momento dell’annuncio della scelta come nuovo 007 (lo chiamavano James Blond per il colore dei suoi capelli) Daniel Craig è riuscito a imprimere una nuova forza e un nuovo carattere al personaggio di James Bond. Poggiato sulle spalle larghe di Craig, Bond diventa quello che, in fondo, è stato sempre descritto nei libri di Ian Fleming: un assassino, un uomo rude e spietato. Casino Royale, il primo film dell’era Craig, ce lo fa vedere subito. In un bagno, Bond uccide un uomo a sangue freddo, senza pietà.
Ed è qui, in questo momento, che si guadagna la sigla di “00”, che vuol dire licenza di uccidere. Casino Royale è un “Bond Begins”. È un uomo ancora grezzo, che non ha l’eleganza che contraddistingue l’Agente 007 che abbiamo visto al cinema. Anche al momento di sorseggiare il suo Vodka Martini, non lo chiede “agitato, non shakerato”; ma dice alla ragazza che è con lui di prendergli un cocktail come capita.
Quella ragazza non è una ragazza qualunque, non è la Bond Girl che cade ai suoi piedi. È Vesper Lynd, a cui presta volto, anima e corpo Eva Green. È una donna che lo fa innamorare e finisce per tradirlo. E quel tradimento lo farà diventare l’uomo che è, freddo, diffidente. In Skyfall (2012) c’è un’ulteriore evoluzione del personaggio di James Bond, considerato ormai un agente legato a un’altra epoca, un relitto, una figura da rottamare. Uno che indulge un po’ troppo all’alcol. Mentre, dall’altro lato, cominciano a farsi largo i fantasmi del suo passato, i dolori della sua famiglia (Skyfall è il nome della tenuta dei suoi genitori, dove si svolge uno showdown finale da western, illuminato da un maestro della fotografia come Roger Deakins e diretto da Sam Mendes).
E c’è ancora tutto questo, in No Time To Die, il film che chiuderà il cerchio, che concluderà la lunga avventura del Bond di Craig. Alla fine di Spectre (2015), il film precedente, James Bond, che si era innamorato di Madeleine Swann (Léa Seydoux) e aveva assicurato alla giustizia il pericolo pubblico n.1, Ernst Stavro Blofeld (Christoph Waltz), aveva deciso di chiudere con la vita da assassino.
All’inizio di No Time To Die così lo ritroviamo nel suo buen retiro in Giamaica, di fatto in pensione. A farlo tornare in azione è l’arrivo di Felix Leiter (Jeffrey Wright), vecchio amico di James e agente della CIA. Uno scienziato è stato rapito. E la cosa vuole probabilmente significare che c’è una nuova, potente organizzazione criminale che è in possesso di un’arma di distruzione potentissima.
Il nuovo, folle, villain che minaccia il mondo è Lyutsifer Safin, un tempo affiliato alla Spectre e a Ernst Stavro Blofeld e ormai fuori controllo. A interpretarlo è Rami Malek, l’attore premio Oscar che ha vestito i panni di Freddie Mercury in Bohemian Rhapsody e torna sulle scene per dare vita a quello che promette di essere uno dei cattivi più memorabili dell’intera saga. Sfigurato sul volto, tanto da portare una maschera che ricorda quelle di Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick, Safin è un uomo freddo e cinico, uno di quelli che crede di agire nel giusto.
Ma non è solo questo ad agitare James Bond. C’è anche la sua storia d’amore con Madeleine. Nelle prime immagini che abbiamo visto, i due sono in macchina, alle prese con un litigio. C’è qualcosa di non detto tra i due, un segreto. È proprio Blofeld, che all’inizio del film vediamo sotto custodia tessere trame e dare indizi, perché considera Safin anche un suo nemico, a gettare la pulce nell’orecchio per Bond. “Lei ti ama ancora, lo sapevi? Quando il suo segreto verrà fuori, per te sarà la fine”. James Bond così torna in servizio, dove trova, con una certa sorpresa, un nuovo agente doppio zero, una donna, Nomi (Lashana Lynch), e poi un’affascinante agente della CIA, Paloma (Ana de Armas).
Già, le donne. Se Bond continuasse a comportarsi con loro come in passato, oggi sarebbe accusato di essere un misogino, se non di peggio. Per disegnare con più cura i personaggi femminili allora Phoebe Waller-Bridge (Fleabag) si è unita al team composto da Cary Joji Fukunaga, Robert Wade e Neal Purvis. Alla regia, dopo la rinuncia di Danny Boyle, per divergenze artistiche, è stato chiamato Cary Fukunaga, che nelle serie True Detective ci aveva mostrato degli eroi imperfetti e feriti, e aveva creato il giusto mix tra azione e introspezione. Fukunaga ha dimostrato di saper maneggiare i generi, e reinventarli, e mescolare i toni del racconto.
In cui ci sarà un po’ di Italia. Matera, come sappiamo, è entrata a far parte delle splendide location di No Time To Die. In occasione dell’uscita del film, il CineTeatro Comunale Gerardo Guerrieri ne ospiterà la Speciale Proiezione Materana in una serata evento fortemente voluta dalla Lucana Film Commission. Daniel Craig chiuderà così il suo spettacolare incarico di agente segreto al servizio di Sua Maestà in una delle culle più antiche della civiltà umana: i Sassi dichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Tra gli ospiti ci saranno Giancarlo Giannini e Maria Grazia Cucinotta, che riceveranno i Sassi d’Oro, e Gina Lollobrigida, che riceverà un premio alla carriera dalla Lucana Film Commission.
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