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Anche l’Italia si appresta a compiere un faticosissimo passo verso il ritorno alla normalità. Da domani ci saranno fresche nuove riguardo all’uso delle mascherine al chiuso, ma una svolta forse ancora più significativa riguarda il Green Pass. Vediamo nel dettaglio cosa cambia.
GREEN PASS IN SOFFITTA
Da domani il Green Pass verrà quasi totalmente abolito. L’utilizzo della sua versione rafforzata – quella ottenibile non con un tampone negativo ma solo con la guarigione dal Covid avvenuta entro sei mesi prima o attraverso il vaccino – servirà esclusivamente per visitare i reparti di degenza di strutture ospedaliere e Rsa. Era il 6 agosto 2021, nove mesi fa, quando il Green Pass obbligatorio entrava in vigore per accedere in alcuni luoghi al chiuso.
Nel corso dei mesi, con l’insorgere delle stagioni più fredde e la risalita dei contagi, il certificato verde ha stretto le maglie fino a diventare quasi indispensabile per alcune categorie specifiche. Dal primo aprile le maglie si sono allargate e da domani verranno quasi del tutto smantellate. Come ha detto due giorni fa Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, il Green Pass è stato una «spinta gentile» alla vaccinazione.
MASCHERINE: DOVE RESTA L’OBBLIGO…
Vaccini che rappresentano un presidio sanitario considerato necessario dall’autorità politica per arginare il Covid insieme a distanziamento, igiene delle mani e mascherine. A proposito di queste ultime, giovedì il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato un’ordinanza che recepisce il contenuto di un emendamento approvato in commissione Affari Sociali della Camera. Nel dettaglio, il testo firmato dal ministro prevede che l’obbligo di indossare la mascherina resterà in vigore almeno fino al 15 giugno in alcuni luoghi.
Confermato l’obbligo di Ffp2 per salire su aerei, treni, navi e autobus sia adibiti al trasporto tra diverse Regioni che per il trasporto locale. Ffp2 obbligatoria anche sui mezzi di trasporto scolastico e per assistere agli spettacoli aperti al pubblico che si svolgono al chiuso in sale teatrali, sale sa concerto, sale cinematografiche, locali di intrattenimento e musica dal vivo e in altri locali assimilati, così come per gli eventi e le competizioni sportive che si svolgono al chiuso. Una decisione, quella di mantenere l’obbligo del dispositivo nei cinema e nei teatri, che ha suscitato polemiche.
Decisione che «sorprende e amareggia» Mario Lorini, presidente dell’Anec, il quale lamenta all’Adnkronos una mancanza di «coerenza» nelle misure adottate. Per alcuni settori, rileva infatti, si registra un alleggerimento del sistemi di protezione dal contagio mentre per altri si sposa un principio di maggiore prudenza. Massimo Romeo Piparo, direttore artistico del Sistina di Roma e presidente dell’Atp, l’Associazione teatri privati, intervistato sempre dall’Adnkronos, osserva: «Oramai ci siamo abituati a tutto, purtroppo. Ci siamo assuefatti a ogni novità e questa è la cosa più grave».
…E DOVE CADE
Novità, ma in senso positivo, pure per ristoranti, bar, negozi, supermercati, mercati, uffici pubblici e luoghi di lavoro, dove coprire naso e bocca sarà solo «fortemente raccomandato».
Sul tema è intervenuto ieri il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, con una circolare che recita: «Sarà cura di ogni amministrazione impartire tempestivamente le necessarie misure operative, tenendo conto delle condizioni concrete dei luoghi di lavoro e delle modalità di svolgimento della prestazione lavorativa dei propri dipendenti». Previsti, dunque, singoli protocolli nei luoghi di lavoro che mantengono l’obbligo.
Tutto invariato a scuola, dove studenti, insegnanti e operatori scolastici dovranno continuare a indossare la mascherina fino alla fine dell’anno scolastico. Novità anche negli edifici sacri: con una nota emanata ieri, la Conferenza episcopale italiana (Cei) ha annunciato che in chiesa da domani «l’uso della mascherina resta, a rigore, raccomandato» nelle celebrazioni e nelle catechesi al chiuso. Fino a oggi è invece obbligatorio.
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