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Emma Korie Chidimma

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IL 21 marzo è la Giornata Internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale. Secondo l’Agenzia dell’UE per i diritti fondamentali il quarantacinque per cento delle persone di origine nordafricana e il trentanove per cento delle persone di origine subsahariana ha subito una discriminazione legata alla propria etnia o percorso di immigrazione.

Per questo nasce l’iniziativa “Nigeria, punto e a capo”, volta a lottare contro la tendenza alla stigmatizzazione di una delle più piccole minoranze italiane che più spesso compare nei media, quella nigeriana.

L’intento del progetto lo suggerisce il nome, è la necessità di un netto cambio di narrativa quando si tratta di rilanciare una notizia di cronaca, ponendo l’attenzione sul contesto storico culturale, a favore  di una interpretazione attenta delle linee guida della deontologia giornalistica indicate nella Carta di Roma.

Nel 2021 sono state oltre 45 le testate giornalistiche che nel solo mese di ottobre hanno pubblicato notizie in cui la nazionalità nigeriana è stata associata ad un fatto di cronaca. Nel mese di settembre risultano essere 40, a luglio dello stesso anno erano 27. L’aggettivo ‘nigeriano’ è apparso ogni volta nei titoli dei giornali e nelle prime righe insieme alle parole “arrestato”, “latitante”, “pusher” “ovulatore” attribuendo alla nazionalità di un popolo, azioni violente e illegali, creando –  anche a causa della ripetitività dei tanti giornali – una scorretta percezione della comunità nigeriana che vive nel nostro Paese.

Il tipo di accostamento linguistico contraddice in termini un pilastro della democrazia, cioè l’uguaglianza per tutti i cittadini davanti alla legge. L’iniziativa “Nigeria, punto e a capo” ha avuto avvio nel 2021 con il tour dei volontari che ha attraversato Sud, Centro e Nord Italia, in cui sono state raccolte circa trenta storie di persone arrivate nella nostra penisola.

Nel viaggio sono emerse drammatiche testimonianze di discriminazione, ma anche felici casi di integrazione che meritano di essere raccontati. Come ad esempio la bella storia di Korie Chidimma, detta Emma che, nonostante le discriminazioni subite lungo il suo percorso, è riuscita a farsi strada come infermiera nel nostro paese. Dopo aver vinto il bando pubblico, da alcuni mesi è entrata ufficialmente a far parte dell’equipe specializzata in trapianti ed emodialisi dell’ospedale San Camillo Forlanini di Roma. Emma oggi è l’unica nigeriana a ricoprire questo ruolo.

Tra le tante storie di discriminazione c’è la tragica esperienza di un giovane italiano, Marco (nome di fantasia) di Napoli, 19 anni, promessa del calcio di origine nigeriana, che ha interrotto la propria carriera dopo che alcuni razzisti hanno dato fuoco alla sua porta di casa.

Le storie di persone di origine nigeriana sono pubblicate sulla pagina Fb, su Instagram, sul sito  www.associazioneconnect.org/nigeria-testimonianze/

L’associazione è attiva anche nelle stories Instagram, con la rassegna stampa “Io non mi rassegno”.

L’iniziativa “Nigeria, punto e a capo” nel corso delle attività svolte, ha riunito 35 Associazioni nigeriane con l’intento di mostrare un volto meno conosciuto dell’immigrazione.

Hanno aderito all’iniziativa la National Union of Nigerian Associations in Italy (NUNAI) che riunisce 25 associazioni nigeriane, altre associazioni quali Break Your Bread For The Less Privileged, Nigerian Community, Associazione Acsim Onlus Nazionale, Nigerian Union Italy, Catholic Women Organization St. Ambrogio, Igbo Women Socio Cultural Association, Acads’ Associazione Culturale Arancia Donna Subsahariana, Comunità Nigeriana, Federazione della Diaspora Africana di Roma e del Lazio.


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