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ANCHE l’usura entra nella black list degli effetti letali del Covid-19 per negozi, bar e ristoranti. A lanciare l’allarme è la Confcommercio, che avverte come la pressione della criminalità sulle imprese del commercio sia aumentato e come la fragilità di alcune ne accresca l’esposizione ad acquisizioni da parte di soggetti criminali. Undici imprese su 100 hanno indicato nella criminalità un ulteriore, pericoloso ostacolo allo svolgimento della propria attività, oltre alla carenza della liquidità e al crollo dei consumi. E circa il 10% degli imprenditori è risultato esposto all’usura o a tentativi illeciti della malavita di appropriarsi dell’azienda.
Una percentuale, che sale a quasi il 20%, quindi tocca un’impresa su cinque, per gli imprenditori che si dicono fortemente preoccupati per i fenomeni criminali nel proprio quartiere o nella zona della propria attività.
Quasi un’impresa su tre, di fronte a questi fenomeni criminali, non sa cosa fare. Il quadro a tinte fosche emerge da un’indagine sull’infiltrazione della criminalità organizzata nelle imprese del commercio e della ristorazione durante e dopo il lockdown, realizzata dalla Confcommercio in collaborazione con Format research. Per sei imprese su dieci la scure per l’attività imprenditoriale del commercio e della ristorazione si è incarnata, durante l’emergenza sanitaria e la chiusura per lockdown, nella carenza di liquidità – nel 31% dei casi – e nel calo dei consumi, nel 29,8% dei casi. Il 30% delle imprese è rimasta schiacciata fra la burocrazia – 15% dei casi – e le inevitabili procedure di sanificazione, igienizzazione, distanziamento e altri protocolli di sicurezza, con un incremento dei costi fissi per la riapertura, rivelatisi particolarmente onerosi per il 13,3% delle imprese.
Gli aspetti problematici dell’attuale frangente sono ben presenti agli imprenditori – segnala la Confcommercio – che evidenzia come “il tema della criminalità completi il quadro degli ostacoli auto-percepiti”. Il fatto che quest’ultimo aggreghi l’11% delle risposte è, secondo la Confederazione – «da una parte, garanzia di affidabilità dei risultati nel senso che le domande sono state ben comprese e che la paura è controllata sul piano macro-settoriale. Dall’altra,«è piuttosto grave vedere comparire la criminalità tra gli ostacoli all’attività d’impresa». In particolare, le domande in relazione all’usura e alle condotte criminali con tentativi subdoli di appropriazione dell’azienda da parte di soggetti esterni sono state poste con riferimento all’eventuale conoscenza dei fenomeni sperimentati da altri, distinguendo i diversi canali attraverso cui la notizia è pervenuta. La conoscenza personale – espressa attraverso la risposta «mi è stato raccontato, ne ho sentito parlare» è emersa come la forma di conoscenza più diffusa rispetto all’acquisizione della notizia attraverso i mezzi di comunicazione, portando a ritenere che la stima del 9,8% di soggetti che ne ha conoscenza diretta sia verosimile. Un dato, secondo Confcommercio, che non può essere inteso come “stima del tasso di vittimizzazione, ma come indice della potenziale gravità del fenomeno nel senso dell’esposizione all’usura delle micro e piccole imprese del terziario di mercato, in questo frangente storico”. Bar e ristoranti appaiono più esposti.
A fronte di una media del 9,8% sul totale del campione, 13 esercizi fra ristoranti e bar hanno dichiarato di aver sentito personalmente notizie di pressioni usuraie su imprese del proprio settore e della propria zona. Secondo l’indagine, i settori del food consegnato a casa sono stati quelli che hanno sofferto maggiormente le perdite di fatturato e di reddito, che ancor oggi patiscono, rendendosi così maggiormente esposti – e dunque vulnerabili – alle pressioni della criminalità. Riguardo ai tentativi di acquisizione anomala delle aziende, come nel caso dell’usura, gli imprenditori impegnati nella ristorazione o nella gestione di un bar rivelano un accentuato tasso nel dichiararsi a conoscenza di notizie di tentativi criminali attraverso canali personali. Rispetto alla media del campione dell’8,8%, della risposta “ne ho sentito parlare, me lo hanno raccontato”, la conoscenza del settore dei bar e ristoranti relativa ad imprese che hanno subito tentativi di essere acquisite per un prezzo molto superiore o molto inferire a quello reale, raggiunge il 14,5”.Infine, circa il 60% degli imprenditori esprime preoccupazione per questi fenomeni, soprattutto in un momento di gravissima crisi economica come quello attuale.
Tuttavia circa 7 imprese su dieci – il 67,4% – ritiene, comunque, “molto” o “abbastanza” efficace l’azione delle Forze dell’ordine e della Magistratura, per contrastare l’azione della criminalità contro le imprese e il 66% del campione ritiene “molto” o “abbastanza” efficaci le diverse forme di collaborazione in atto tra Autorità centrali e locali, Forze dell’Ordine e Magistratura da una parte e Associazioni di categoria degli imprenditori e altre forze della società civile dall’altra per contrastare l’azione della criminalità ai danni delle imprese.
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