I soccorsi dopo l'esplosione
1 minuto per la letturaIL malfunzionamento di un termoconvettore a gas si ipotizza sia all’origine della paurosa e tragica esplosione che in un’abitazione di Fabbrico, in provincia di Reggio Emilia, ha provocato la morte di due fratellini pachistani di 7 e 8 anni.
Le fiamme sviluppatesi a seguito dell’esplosione non hanno lasciato scampo ai piccoli, spiegano i carabinieri del Comando provinciale. Poco prima delle 22 di ieri sera, i carabinieri della stazione di Fabbrico e i colleghi del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Guastalla sono intervenuti insieme ai vigili del fuoco e al personale del 118, in un’abitazione di via Matteotti a Fabbrico, dove a seguito di un’esplosione è divampato un incendio.
Poco prima del rogo, secondo quanto accertato, stando alle prime ipotesi, a causa del malfunzionamento di un termoconvettore a gas che ha saturato gli ambienti, si è verificata un’esplosione con il conseguente incendio dei locali dell’abitazione.
Le fiamme divampate hanno causato la morte del fratellino e della sorellina, presenti al primo piano, mentre la madre, subito dopo la deflagrazione, presente nel cortile esterno, è riuscita a salvarsi e ad allertare i soccorsi.
L’incendio, domato da quattro unità dei vigili del fuoco di Guastalla e Reggio Emilia, hanno danneggiato l’intera struttura dichiarata inagibile. I corpi dei due bambini sono stati posti a disposizione della procura.
I genitori e gli altri due figli minori, al momento non presenti, hanno temporaneamente trovato ospitalità presso connazionali. Sull’episodio sono in corso le indagini dei carabinieri di Fabbrico e Guastalla coordinati dalla procura reggiana.
La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA