La consegna di alcuni vaccini
5 minuti per la letturaIl disagio sociale maturato con la crisi legata alla pandemia apre scenari inquietanti per le infiltrazioni della criminalità organizzate. Le mafie sono pronte ad approfittare di questa crisi per alimentare i propri interessi, ma cercheranno anche di inserirsi nella gestione delle risorse del Recovery Found e nella distribuzione dei vaccini.
A lanciare l’allarme è il quarto report dell’Organismo permanente di monitoraggio ed analisi sul rischio di infiltrazione nell’economia da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso, presieduto dal prefetto e vicecapo della Polizia Vittorio Rizzi.
Il primo allarme riguarda l’infiltrazione delle mafie nelle manifestazioni di protesta, considerato che «non può essere escluso il rischio che la criminalità organizzata possa sfruttare il disagio sociale esternato nelle manifestazioni” contro le misure anti Covid, manifestazioni a volte «degenerate in gravi episodi di scontro con le forze di polizia».
In questa direzione, investigatori ed intelligence «stanno monitorando le dinamiche dei contesti sociali al fine di scongiurare possibili saldature tra il malcontento diffuso, generato da situazioni di difficoltà, ed il tentativo di gruppi criminali di mettere a rischio la tenuta dell’ordine pubblico». Il clima di tensione, secondo l’Osservatorio, potrebbe coinvolgere anche gli Enti locali, dal momento che «la fase delicata che il Paese sta affrontando potrebbe ancor di più esporre gli amministratori locali a forme di contestazione che talvolta sfociano in atti di intimidazione da parte di attori non strutturati che operano anche per ottenere una visibilità mediatica amplificata dalle proteste di piazza».
Attraverso i social, secondo il report, vengono lanciate iniziative organizzate varie iniziative anche da parte dei rappresentanti delle categorie degli esercenti contrarie alle decisioni adottate dal governo, ma queste «sono state “monopolizzate” dalle frange più estreme dei gruppi politici ed ultras, i quali hanno partecipato alle manifestazioni violente avvenute nel mese di ottobre a Napoli, Salerno, Roma, Catania, Torino, Verona, Palermo, Firenze e Bologna. Si è registrata la presenza anche di movimenti appartenenti all’estrema destra, in particolar modo quelli di Forza Nuova, che, approfittando del malcontento popolare ed alla ricerca di un sempre maggiore consenso – è scritto nel report – tramite web hanno incentivato la “disobbedienza” contro lo “stato di polizia” e la “dittatura sanitaria”, creando addirittura nuovi gruppi spontanei di protesta al fine di poter gestire il controllo delle mobilitazioni in piazza».
«In altre manifestazioni di protesta in piazza – ha sottolineato l’Osservatorio – si sono rilevate sia la presenza di anarchici, convinti che la pandemia sia il pretesto per comprimere i diritti delle persone da parte delle autorità, sia la partecipazione di appartenenti ai ‘centri sociali’ e di estremisti di sinistra». Presenti anche «giovani che hanno mostrato risentimento verso le forze di polizia, persino con forme di violenza fisica. L’emergenza epidemiologica, con le connesse restrizioni, ha infatti scatenato un’insofferenza che si è tradotta in manifestazioni di devianza giovanile, di cui la protesta ha costituito declinazione».
Le mafie sulle risorse del Recovery Fund
Davanti a questo contesto sociale, «nell’attuale fase pandemica la criminalità sembra aver orientato i propri interessi sull’indebita percezione delle rilevanti e diversificate misure economiche di sostegno disposte dal governo e, prevedibilmente, sulle future risorse che saranno garantite nell’ambito del Recovery Fund».
Il concetto per il quale le mafie sono pronte ad inserirsi nei flussi di denaro pubblici, più volte ribadito in diverse inchieste giudiziarie, troverebbe conferma nella imponente mole di fondi europei pronti per essere investiti: «La diffusione del coronavirus – si legge nel report – ha impattato significativamente sul sistema economico, alla luce delle misure restrittive assunte per arginare l’emergenza epidemiologica, che hanno determinato la chiusura di quasi tutte le attività e la riduzione drastica dei consumi. In tale scenario, i gruppi criminali, allo scopo di cogliere le opportunità di investimento offerte dall’evoluzione e dalla persistenza della pandemia hanno rivolto i propri interessi non solo verso i citati comparti economici, ma anche nei confronti degli operatori più danneggiati dalle misure di distanziamento sociale adottate in fase di lockdown, come la filiera della ristorazione, la ricezione alberghiera e l’offerta turistica».
Proprio sul versante della criminalità mafiosa, le recenti indagini confermano il tentativo di «accedere illecitamente alle misure di sostegno all’economia, con modalità del tutto assimilabili a quelle adottate dalla più generale criminalità economico-finanziaria (falsificazione di documenti fiscali, utilizzazione strumentale di società cartiere, coinvolgimento di esperti giuridico-contabili)»; «ottenere, da parte delle strutture sanitarie interessate, il pagamento di prestazioni rese da aziende contigue attraverso condotte corruttive»; «infiltrarsi nei servizi di sanificazione che interessano le strutture turistico alberghiere e commerciali».
Fortemente avvertito anche «il rischio che la criminalità organizzata tenti di ‘accreditarsi’ presso gli imprenditori in crisi di liquidità per imporre il ricorso a forme di welfare mediante misure di sostegno finanziario, nell’ottica di salvaguardare la continuità aziendale e di subentrare poi negli asset proprietari o di controllo, oppure eserciti forme oppressive di usura anche verso le fasce più deboli della popolazione, in ragione della crisi di liquidità e lavorativa».
Anche i vaccini nel mirino
L’altro allarme contenuto nel report riguarda i vaccini contro il Covid-19, considerato che «la prossima diffusione dei vaccini – è scritto – potrebbe costituire l’area di interesse dei gruppi criminali in funzione dell’elevata domanda e della fisiologica bassa offerta iniziale».
Proprio in tema di possibili infiltrazioni, gli analisti invitano a concentrare l’attenzione nei settori economici «resi maggiormente attrattivi dal protrarsi della pandemia (legati alla richiesta di presidi medico-sanitari, all’utilizzo dell’e-commerce, alla vendita al dettaglio di prodotti alimentari, ai servizi di pulizia e funebri)» ed «altamente esposti sotto il profilo sia di possibili gestioni occulte, sia della contraffazione dei prodotti posti in vendita su mercati paralleli o attraverso la rete dark del web»; nei settori economici «maggiormente colpiti dal protrarsi della crisi, acuita dalle misure restrittive adottate per frenare l’epidemia (commercio al dettaglio, turismo, trasporti, attività di intrattenimento)»; «nelle procedure di erogazione di commesse e provvidenze pubbliche, rese potenzialmente vulnerabili dalle misure governative di sostegno all’imprenditoria nazionale che hanno reso maggiormente speditive le fasi istruttorie, attraverso l’acquisizione diretta o indiretta della proprietà o del controllo gestionale di società ed il conseguente dirottamento degli appalti e dei sussidi»; «sul cosiddetto welfare criminale, caratterizzato da vere e proprie forme di sostegno ad opera della criminalità organizzata nei confronti di soggetti privati e operatori in difficoltà economica; sull’analisi dei flussi finanziari, soprattutto quelli che utilizzano piattaforme informatiche e applicazioni online, tali da assicurare rapidità ed anonimato».
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