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Il procuratore nazionale Cafiero de Raho

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La capacità persuasiva delle mafie è nota a tutti, ma la sua permeabilità ha evidentemente attecchito maggiormente nelle zone del Sud Italia. Una condizione che emerge in maniera netta nel rapporto “Indice di permeabilità della criminalità organizzata”, presentato oggi a Roma nella sede della Direzione nazionale antimafia, alla presenza del procuratore nazionale Federico Cafiero de Raho.

Secondo quanto emerso, sono le province di Calabria e Campania quelle maggiormente esposte e che presentano i valori più elevati di permeabilità. Le più esposte sono Crotone e Vibo Valentia, rispettivamente con valori di 108,62, e 107,29, seguite dalla provincia è Napoli, la quarta è Reggio Calabria, con valori simili tra loro, 106,89 e 106,88.

I dati di queste quattro province sono particolarmente evidenti se si considera che sono di molto superiori rispetto alle altre realtà italiane, a conferma di un forte radicamento di ‘ndrangheta e camorra.

Le restanti province, infatti, hanno valori più vicini tra loro, suggerendo piccole differenze nel livello di permeabilità tra posizioni vicine in graduatoria. L’unica provincia del Nord d’Italia tra le prime 10 è Imperia, ottava nella graduatoria, superando anche zone dove c’è una percezione più forte della presenza criminale.

Secondo i dati di Eurispes, le realtà meno esposte alla criminalità organizzata si trovano in Lombardia e in Friuli-Venezia Giulia, queste sono Monza e della Brianza, Como, Udine, Pordenone e Lecco.

Calabria e Campania, aggregando i valori su base regionale, confermano l’andamento provinciale, con numeri allarmanti anche per la regione Sicilia.

Nella provincia di Roma, il cui livello di permeabilità è cresciuto di 3,28 punti, salendo in graduatoria di 44 posizioni, è evidente un andamento preoccupante del fenomeno. Discorso simile anche per la provincia di Milano, il cui livello è cresciuto del 2,57, salendo di 39 posizioni, ottenendo insieme alla Capitale la crescita più elevata.

Altre zone che mostrano valori in crescita sono Chieti (+2,08) e due province siciliane, Siracusa e Messina, che non solo hanno valori in crescita ma anche alti. Questo rileva una situazione delicata per la regione siciliana, poiché anche Palermo e Agrigento hanno visto aumentare la propria permeabilità.

Tra le province più virtuose, che hanno visto diminuire il valore dell’Ipco, Bolzano è stata la migliore. Il valore Ipco della provincia è sceso di 8,38 punti, scendendo in graduatoria di 71 posizioni. Altre province che si sono distinte per una diminuzione dell’Ipco sono Matera (-4,86), Terni (-4,74) e Lodi (-4,70).

In un rapporto tra Nord e Sud i valori più alti dell’indice sono misurati per le province del Mezzogiorno, mentre nel Nord-Est si trovano i valori più bassi. I valori sono inoltre localmente concentrati, ossia province confinanti tendono ad avere valori simili, ma al contempo il fenomeno è presente su tutto il territorio nazionale.

Il rapporto ha messo in evidenza il divario tra le due aree dell’Italia, pur ricordando che la presenza della mafie nelle regioni del Nord è ormai palesemente confermata da decine di operazioni e diverse sentenze che hanno sancito una capacità di “invasione” del territorio che varca persino il contesto nazionale.

Su questo tema si è espresso il procuratore nazionale Federico Cafiero de Raho evidenziando che «parte del territorio non è arretrato geneticamente, è la storia che lo insegna». Secondo il procuratore, infatti, «Quando le mafie del nostro Paese hanno preso il sopravvento, una parte dell’Italia si è fermata e ora il rischio è che si infiltri nelle altre zone d’Italia».

Per questo, secondo Cafiero de Raho, «l’obiettivo prioritario per il nostro Paese è abbattere ed eliminare le mafie, senza le quali il nostro sarebbe il primo Paese del mondo».


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