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Vincenzo De Luca

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Ha stravinto alle Regionali con la sua campagna di comunicazione, di proclami e frasi ad effetto con tanto di lanciafiamme anti-Covid. L’emergenza sanitaria è stata la spinta per la vittoria contro il candidato del centrodestra, Stefano Caldoro. A gennaio i sondaggi davano Vincenzo De Luca 10 punti dietro lo sfidante. Poi l’arrivo di un evento imprevisto, una pandemia, ha cambiato la rotta. Un politico navigato come don Vicienzo riesce ad essere miracolato dal Covid, che lo rielegge governatore della Campania. La strategia comunicativa di De Luca è stata chiara: da un lato scaricare tutte le responsabilità sul governo centrale, dall’altro puntare il dito contro il cittadino irresponsabile che meritava di essere redarguito, insultato e sanzionato. Un successo che viene costruito seguendo questo percorso e autoelevandosi ad angelo celeste che contrasta e annienta il male.

Dopo il plebiscito assegnato dalle urne, dal 22 settembre il metodo-sceriffo inizia a mostrare i primi scricchiolii. Da regione Covid-free, con il passare dei giorni la Campania diventa la Lombardia del Sud. Impennata di contagi, giorno per giorno. E difficoltà ad affrontare le emergenze quotidiane perché la pandemia mette a nudo, ulteriormente, la sperequazione tra Nord e Sud. Prima mancano i reagenti per i test, poi mancano ventilatori polmonari e mascherine, infine i posti letto nelle rianimazioni senza contare l’attuale carenza di medici e infermieri. Lui che da Bruno Vespa, durante un “Porta a porta”, aveva dato lezione di buona amministrazione e corretta gestione dell’emergenza sanitaria ad Attilio Fontana, si ritrova adesso quasi nelle stesse condizioni del governatore della Lombardia. Don Vicienzo ha avuto più successo per ciò che ha commentato e criticato che per ciò che ha realmente impedito e contrastato. La fotografia della realtà è questa. Al naturale, senza filtro. La Campania ha buttato al vento sette mesi di vantaggio. Ha sprecato una ghiotta occasione, forse addirittura storica.

Dopo giorni di riflessione e minacce di chiusura con l’aumento dei contagi e con la carenza di posti letto, ieri è arrivata la resa di De Luca. Il Viminale ha disposto ieri l’invio immediato di 100 militari a supporto dei controlli sul territorio e per il rispetto delle ordinanze anti-Covid. Si chiude. Come in Lombardia. Dalle ore 23 di venerdì è lockdown. «Volevamo partire dall’ultimo weekend di ottobre, ma partiamo ora – ha spiegato De Luca – La richiesta sarà analoga a quella già presentata dalla Regione Lombardia». Ecco servito il blocco delle attività e della mobilità. Si corre ai ripari dopo gli errori e sottovalutazioni. Ieri in Campania sono stati 1.312 i positivi, di cui 67 sintomatici e 1.245 asintomatici, rispetto ai 1.593 precedenti) ma in presenza di un calo dei tamponi (10.205 rispetto ai 12.695 precedenti). Ma è ancora scontro sulla carenza di personale sanitario. «Abbiamo chiesto alla Protezione civile 600 medici e 800 infermieri. Ad oggi abbiamo avuto assicurazione di 50 medici in più e 100 infermieri, quindi siamo clamorosamente al di sotto delle esigenze minime poste dalla Regione Campania – ha sbottato il governatore – Ad oggi non è arrivato nulla, vedremo nei prossimi giorni. Per il resto faremo miracoli per reperire dagli altri reparti gli anestesisti che saranno necessari».

L’Unità di crisi indica in 30 i posti di rianimazione ancora disponibili e 41 quelli ricettivi in degenza ma il sovraccarico resta sia sul 118 sia nei pronto soccorso ordinari con decine di malati in attesa di trasferimento. Per ora il sistema regge, ma siamo quasi ai limiti. Per questo motivo l’Unità di crisi da giorni chiede di attivare immediatamente tutti i posti programmati in questa nuova fase e passare dai 977 posti previsti a luglio ai 1.651 identificati adesso.

«I posti covid sono disponibili vengono attivati sulla base delle esigenze che si hanno di volta in volta perché il personale è limitato e per garantire i turni nei posti covid bisogna eliminare le prestazioni non essenziali e questo si sta facendo» ha detto il governatore. Intanto stamattina aprirà il Covid Residence dell’Ospedale del Mare con duecento posti letto per pazienti che non possono passare la quarantena a casa ma sono asintomatici.

Secondo il bollettino di ieri, sono 91 i posti letto di terapia intensiva occupati (6 in più rispetto a lunedì) su un totale di 227 posti letto di terapia intensiva complessivi (114 in più rispetto a lunedì). Sono, invece, 946 i posti letto di degenza occupati (+97 rispetto a lunedì) a fronte di 1100 posti letto di degenza complessivi su base regionale, 175 dei quali attivati a inizio settimana. Dodici i decessi, registrati ieri, ma avvenuti tra il 13 e il 19 ottobre.

Dietrofront parziale, invece, sull’istruzione. «Autorizziamo da subito progetti speciali scolastici per bambini disabili e autistici e da lunedì anche le attività delle scuole elementari – ha annunciato il presidente – Ovviamente per le elementari i dirigenti scolastici devono rivolgersi alle Asl per garantire che ci siano condizioni sicurezza. Il presupposto per riaprire deve essere la garanzia delle condizioni sanitarie e questa garanzia non può essere scaricata sui presidi ma sulle Asl».


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