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CONTINUA ad allargarsi l’inchiesta condotta dai sostituti procuratori del Tribunale di Milano, Silvia Bonardi, Adriano Scudieri e Luigi Furno. I riflettori si sono accesi anche sulla fornitura di gas naturale in 44 comuni lombardi. Gli indagati che hanno superato il centinaio (28 in totale le misure cautelari eseguite lo scorso sette maggio), sono prossimi ad aumentare ulteriormente; accuse, a vario titolo, di associazione per delinquere, falso ideologico, turbativa d’asta, corruzione, finanziamento illecito ai partiti e abuso d’ufficio.
RITORNO AL 1992 Ci si trova di fronte a una nuova Tangentopoli (sullo stile di quella esplosa a febbraio del 1992), che negli anni ha tessuto un velo assai spesso sul malaffare, sulla corruzione, sullo spreco di denaro pubblico al Nord, in un territorio vastissimo, che va dal capoluogo meneghino a Novara, e tocca i comuni di Legnano, Varese e Gallarate. Protetti dalla coltre del silenzio, necessario quando si tratta di compiere illeciti e in diverse occasioni comprato a suon di mazzette, i politici erano liberi di assegnare appalti, di pilotare gare, di piazzare gli uomini giusti nei posti chiave, per ricevere il tornaconto, denaro per il finanziamento ai partiti (vedi campagne elettorali) e continuare ad occupare i ruoli di comando.
IL GRANDE REGISTA Il deus ex machina dell’operazione, è considerato dagli inquirenti, l’ex vertice forzista di Varese, Gioacchino Caianiello, detto Nino. Il giro corruttivo non lascia scoperto alcun segmento dell’economia locale (in ambito pubblico e privato), con speciale attenzione per le municipalizzate dei Comuni, più facili da controllare e soprattutto portatrici di affari più remunerativi. Uno tra questi è sicuramente quello per la fornitura di gas naturale dell’Atem (Ambiti territoriali minimi) Varese 3 Sud. La stazione appaltante è costituita da Busto Arsizio che coordina i lavori in complessivi 44 comuni lombardi. L’inchiesta in oggetto è supportata da una massiva e capillare attività di indagine, svolta dai militari della guardia di finanza della Compagnia di Busto Arsizio. Nella annotazione di polizia giudiziaria finita sulla scrivania dei sostituti procuratori lo scorso febbraio, è possibile leggere, come, nel corso delle intercettazioni (ambientali e telefoniche effettuate dagli investigatori) sia «emersa un’ulteriore vicenda corruttiva in fase di attuazione, in favore delle società Erogasmet Spa, attuata da Gioacchino Caianiello detto “Nino”, attraverso l’ingerenza politica sui pubblici ufficiali non ancora identificati, incaricati dell’assegnazione del bando di gara per la fornitura del gas naturale, indetto dal Comune di Busto Arsizio (Varese) ed inerente all’affidamento in concessione del servizio di distribuzione del gas naturale nell’ambito territoriale Atem Varese 3 Sud, con scadenza 31 marzo 2019.
IL RUOLO DI TOLBAR Il tutto attuato mediante la complicità di Mauro Tolbar (stretto collaboratore di Diego Sozzani, deputato novarese di Forza Italia, accusato di finanziamento illecito, e per il quale la Procura ha chiesto, alla Camera, l’autorizzazione all’arresto, ndr) e di Alessandro Crescenti, i quali si sono adoperati al fine di consentire la dazione di denaro da parte dei corruttori in favore dei corrotti, dazione che è stata bonificata sui conti correnti della Estro Ingegneria Srl di Milano».
L’OFFERTA E LA GARA A tal fine, rendicontano gli investigatori, «è stata predisposta e sottoscritta una proposta di incarico mediante la quale la Erogasmet Spa ha conferito mandato ad Alessandro Crescenti, legale rappresentante della società Estro Ingegneria Srl di Milano, di svolgere l’attività di reperimento della documentazione utile alla predisposizione dell’offerta di gara, con relativa emissione della falsa fattura (numero 5 del 29 maggio 2018), dell’importo di 25.376 euro, emessa dalla Estro e pagata in data 31 maggio 2018, tramite bonifico bancario disposto dalla Erogasmet Spa, documento attraverso il quale è stata formalmente giustificata la dazione di denaro».
UNA VERA TANGENTE Dazione di denaro che va intesa come vera e propria tangente. Perché, secondo gli inquirenti, era questo il metodo adottato dagli indagati, per mascherare le mazzette; si trattava di un «sistema di fatture per operazioni inesistenti utili all’ottenimento del denaro contante per la successiva dazione». Intercettati in auto, il 19 aprile del 2018, Caianiello e Tolbar discutono dell’affare della fornitura del gas. «E’ evidente – è scritto nell’annotazione della polizia giudiziaria – come l’oggetto della discussione riguardi un appalto per la fornitura del gas dei comuni della provincia di Varese».
LA FRASE CHIAVE Inequivocabile una frase di Tolbar, che domanda a Caianiello: «“Cosa gli dobbiamo chiedere a questi qua?”, intendendo evidentemente la percentuale della mazzetta da pretendere dai rappresentanti della Erogasmet Spa. “…E quindi… e quindi erano concentrati su questo (Atem Varese 3 Sud), però loro adesso… io cosa… per andare al sodo, cioè cosa gli dobbiamo chiedere a questi qua?…” e Nino risponde che “è una trattativa che dovete fare voi. Capito?”. Tolbar, allora, domanda se può entrare “nel merito dei numeri”, riferendosi verosimilmente alla percentuale da chiedere a dette persone quale dazione».
INCARICO A CRESCENTI La Erogasmet affida, poi, il mandato di svolgere l’attività di reperimento della documentazione utile alla predisposizione dell’offerta di gara, a Crescenti (legale rappresentante della società Estro Ingegneria Srl di Milano); relativamente a ciò c’è traccia, annotano gli inquirenti, della «della falsa fattura (numero 5 del 29 maggio 2018), dell’importo di 25.376 euro, emessa dalla Estro e pagata in data 31 maggio 2018». Quei soldi, però, sono destinati al collaboratore di Diego Sozzani. Lo ipotizzano ancora gli uomini delle forze dell’ordine, che ascoltano una conversazione telefonica che avviene tra Crescenti e Tolbar.
UNA BELLA ENTRATURA Quest’ultimo chiede a Crescenti: «“Come ti sembra la situazione?”, per poi affermare “bella entratura, no?”». «Che i due si riferiscano all’“entratura” riguardante l’incarico in precedenza descritto – è riportato nell’annotazione di polizia giudiziaria -, è chiaro dalle successive frasi pronunciate. Infatti, Crescenti concorda affermando che è un’ottima “entratura” e comunica che le tempistiche di pagamento della relativa fattura sono “60 giorni fine mese” a partire dalla data del documento e chiede a Tolbar se per lui va bene. “Sì. Sì. Ottima. Ascolta sono sessanta giorni e data fattura fine mese, se a te… va bene?”, lasciando chiaramente intendere che il destinatario della somma di denaro che verrà pagata è proprio Tolbar».
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