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Intervista all’ex ministro Carlo Giovanardi che boccia l’autonomia differenziata, per lui «con l’autonomia l’Italia sarà ingovernabile»


“…Penso a quei commentatori che continuano a paragonare l’Italia alla Germania o addirittura agli Stati Uniti portando ad esempio quei sistemi federali: sono paragoni fuori scala, infondati. Ma che ne sanno questi autorevoli commentatori di cosa stiamo parlando? Tutte le nostre 20 regioni messe insieme sono di poco più grandi dell’Arizona…”

Ex ministro ai Rapporti con il Parlamento, ex sottosegretario, ex deputato europeo, ex vice presidente della Camera e senatore, Carlo Giovanardi nella sua lunga carriera politica non si è fatto mancare niente. Come tanti orfani della Dc, confluì nel centrodestra ai tempi del primo Berlusconi (“ci volevamo un bene dell’anima…”). Prima ancora dell’impegno politico viene la matrice cattolica, in una regione, l’Emilia-Romagna, dove per molti anni se non eri Peppone eri don Camillo.

Senatore Giovanardi, sull’ “Identità” lei ha scritto di essere contrario alla Riforma Calderoli sull’autonomia differenziata. Sta tradendo il suo schieramento?

“Assolutamente no. Continuo ad essere coerente, ricordo ancora le barricate per contrastare la riforma Bassanini e il referendum confermativo dove votò solo il 30% degli aventi diritto, tutto inizia da lì, la base di tutti i disastri che sono venuti dopo”.

A che cosa si riferisce?

“Alla disarticolazione dell’Italia. Si diedero ai piccoli comuni, faccio sempre l’esempio di Morterone, di 33 abitanti, che ha gli stessi poteri dello Stato. Noi all’epoca contestavamo questo disegno portando esempi come questo, per noi era inconcepibile che fossero allo stesso livello”.

Il centrodestra nel frattempo ha cambiato idea.

“Senza che vi sia dato alcun dibattito. Questa “cosa” di Calderoli va nella direzione di peggiorare la situazione. Dà a 20 Regioni la possibilità di fare l’autonomia differenziata. Nascerà ulteriore differenziazione tra l’una e l’altra”.

Ogni regione ha le sue specificità

“Ma un conto è parlare delle specificità dell’Alaska che ha una superficie di un milione e 723 mila chilometri o del Texas che ne ha 695 mila. O ancora, se parliamo dei land, della Baviera, che è grande quanto Piemonte, Lombardia, Veneto e Val d’Aosta. Tutte le regioni italiane insieme fanno l’Arizona. Le contee hanno solo poteri amministrativi non legislativi, ogni Stato ha un suo parlamento ma sotto il Parlamento ci sono solo le contee che rimangono istituzioni amministrative”.

Il suo schieramento non sembra molto compatto.

“Ripeto: non ho mai visto intorno a questa questione un dibattito vero, un approfondimento. E mi chiedo: da dove è nata questa posizione nuova? Se le cose si fanno dopo un convincimento posso anche capirlo. Ma non è possibile che il centrodestra metta la bandierina su un provvedimento solo in base ad un accordo. Le faccio un esempio: io sono per lo ius scholae, lo sono perché tra 30 anni saranno più gli immigrati degli italiani ed è chiaro che vanno integrati. Possiamo discutere se c’è più caldo a Modena o a Roma? Certo, se ne può parlare. Ma se lei dice che a Modena è notte e a Roma è giorno c’è qualcosa che non funziona”.

Si risente se le diciamo che per certe metafore lei ci ricorda Bersani?

“Alt, non confondiamo, lui è piacentino io di Modena. In comune abbiamo solo il pragmatismo emiliano».

Torniamo all’autonomia differenziata, senatore Giovanardi stava parlando dei land tedeschi.

“Appunto. Qualcuno per caso ha detto “andiamo a vedere come funzionano ”? Io l’ho fatto ed è stata per me una sorpresa vedere che le loro dimensioni sono molto superiori a quelle delle nostre regioni. Con l’autonomia differenziata la nostra Italia diventa ingovernabile e si blocca a tutti livelli. Ma il disastro, come dicevo, lo ha fatto Bassanini che ha scritto robe che non stanno né in cielo e né in terra. Vede, ho 74 anni e ho vissuto varie vicissitudini politiche. Ricordo che nel 1970 quando vennero istituite le regioni uno degli argomenti furono le carte che dovevano passare per Roma. Poi arrivata l’informatica, sono arrivate le mail. E anche oggi, al tempo dell’informatica, quando si parla di amministrazione più vicina al cittadino mi chiedo: che cosa vuol dire. Cinquanta anni fa non si poteva immaginare l’evoluzione. L’Italia si deve confrontare con Cina, America, India e noi vogliamo che ogni regione si debba presentare con normative diverse? Quello che mi sconvolge è la mancanza di dibattito”.

Senatore Giovanardi ha firmato per il referendum sull’autonomia?

“Non ho firmato ma se ci sarà il referendum sicuramente non voterò a favore di questa disarticolazione, di questo harakiri dell’economia italiana. S’immagini la Lombardia da sola che tratta con la Cina… fa ridere. Solo l’Italia tutta insieme riesce a competere”.

I vescovi si sono schierati, qualcuno l’ha presa male.

“Se c’è da aumentare o diminuire il tasso di sconto la Cei deve stare zitta, ma se c’è in ballo il principio che ogni uomo è fratello allora è un altro discorso. Per dire: lei sa che io sono stato anche parlamentare europeo? Bene. Noi a Modena abbiamo l’aceto balsamico, quello che costa poco e quello di gran qualità, un’eccellenza che può costare anche 80 euro la bottiglia. A Bruxelles la Commissione ci convocò e ci dissero: non va bene, sullo stesso territorio non potete avere due prodotti Igp: si confondono. Presi la parola e dissi alla Commissione che per noi sarebbe stato un disastro, che stavamo parlando di un fatturato di mezzo miliardo di euro o giù di lì. Risposta: ci dispiace, non possiamo farci niente. E io replicai: guardate io sono nato il 15 gennaio, due minuti dopo è nato il mio fratello gemello. Cosa faccio adesso quando torno a casa? Gli dico guarda fratello che tu non esisti…?”.

Come finì?

“Si convinsero e tutto andò bene. Bastò quell’intervento. Immagini cosa potrebbe succedere ora se a trattare ci fossero andati quelli dell’autonomia differenziata…”.

Lo vede che lei parla come Bersani?

“Ripeto: lui è piacentino… non confondiamo”


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